Coldiretti Lombardia lancia l’allarme: “occorre un piano idrologico straordinario”
Il responsabile qualità dell’associazione di agricoltori sottolinea come sia urgente intervenire per riparare ai danni causati da inquinamento e siccità
01 February, 2016
di Laura Tajoli
Rolando Manfredini, responsabile qualità di Coldiretti Lombardia parla chiaro: “Abbiamo bisogno di interventi strutturali per aiutare l’ambiente e l’agricoltura, occorre un disegno comprensivo generale”. Negli ultimi mesi le precipitazioni sono state ben al di sotto della media stagionale. A gennaio è caduta la stessa quantità di pioggia che di solito ci bagna ad agosto con gravi conseguenze sui livelli di smog. Le preoccupazioni per i livelli di inquinamento si sommano a quelle per la siccità: il più grande fiume italiano, il Po adesso ha livelli idrometrici inferiori di circa 2 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Stesso discorso vale anche per i laghi che a fine gennaio hanno raggiunto i minimi storici del periodo, con il lago Maggiore che è al 17% della sua capacità ed il lago di Como che è addirittura sceso al 12 % mentre quello di Garda al 33%. Preoccupante è anche la mancanza di neve sulle montagne che rappresenta una scorta importante per garantire gli afflussi idrici determinanti per i raccolti agricoli nei prossimi mesi. Il caldo ha aggravato la situazione, provocando fenomeni inusuali, come susini e peschi in fiore con largo anticipo. I cambiamenti climatici si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali e pesanti ricadute sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito 14 miliardi di danni a causa di alluvioni e siccità.
“Non possiamo più limitarci a sperare che le cose cambino”, sottolinea Manfredini. “Passiamo da periodi di scarsa pioggia alle inondazioni e ai dissesti idrogeologici. Il legislatore deve rendersi conto degli effetti disastrosi di una politica attendista”. Che fare, allora? “Occorrono interventi strutturali, creare riserve e attuare finalmente il Piano di Sviluppo Rurale, per il riavvio del Piano Irriguo Nazionale, così come richiesto dall’Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio e acque irrigue”, puntualizza il responsabile qualità di Coldiretti. “Senza acqua entrano in crisi le maggiori filiere produttive italiane. Se a questo aggiungiamo che gli acquedotti sono un vero colabrodo, possiamo capire quando sia urgente l’attuazione di un piano idrologico straordinario”.