Accordo su emissioni degli aerei. Gli ambientalisti: "Standard inefficaci. Industria aviazione libera di inquinare"
Raggiunto l’accordo tra i 22 paesi che fanno parte dell'Organizzazione internazionale per l'aviazione civile. Standard deboli e inefficaci per contenere l'inquinamento che dal 1990 ad oggi è in crescita vertiginosa
10 February, 2016
Dopo sei anni, l'Organizzazione internazionale per l'aviazione civile (Icao) ha raggiunto un accordo su nuovi standard di emissioni di CO2. Manca la ratifica del direttivo, ma c’è tempo fino alla fine dell’anno. Secondo l'Unione Europea il progetto di riforma "rappresenta un passo importante per ridurre le emissioni del trasporto aereo", queste le parole commissaria europea ai trasporti Violeta Bulc, ma gli ambientalisti sono in completo disaccordo.
Per l'ONG europea Transport & Environment, i nuovi standard sarebbero "inefficaci". L'autorevole portale green Rinnovabili.it ci va ancora più pesante e parla di "riforma che garantisce ampia libertà di inquinamento all’industria dell’aviazione civile" e sottolinea che l’inquinamento prodotto dal trasporto aereo è in vertiginoso aumento.
Il primo Aviation Environmental Report appena pubblicato dalla Commissione europea, che indaga i trend di emissioni del settore, ha calcolato che l’inquinamento atmosferico prodotto dal traffico aereo in Europa aumenterà di quasi il 50% entro i prossimi 20 anni, dopo essere già raddoppiato dal 1990 ad oggi. Si tratta soprattutto di emissioni di ossido d'azoto (NOx), le stesse prodotte dal settore automobilistico e quindi dello scandalo dieselgate innescato dalla Volkswagen. La Cop21 di Parigi dello scorso dicembre ha ceduto al veto posto dagli Stati Uniti e non le ha incluse nei negoziati sul cambiamento climatico, nonostante rappresentino uno dei principali responsabili del riscaldamento globale. La crescita vertiginosa delle emissioni dell'aviazione riguarda tuttavia anche quelle di anidride carbonica (CO2), a causa dell’aumento esponenziale del numero di voli negli ultimi 25 anni. Qualche miglioramento è stato disposto dal CAEP, il Committee on Aviation Environmental Protection, ma i miglioramenti arrivano con estrema lentezza.
Il patto raggiunto dai negoziatori di 22 nazioni stabilisce per gli aeromobili di nuova costruzione, che gli standard entrino in vigore solo dal 2020. I modelli già esistenti, invece, dovranno adattarsi tra il 2023 e il 2028. Le restrizioni diventeranno obbligatorie per le autorità aeronautiche nazionali in tutto il mondo. Nessun problema per Boeing e Airbus, colossi del settore, i cui modelli più recenti – ad esempio il 737 MAX o l’A320 neo – già oggi superano gli standard. Gli aerei più vecchi ancora in produzione, come il 747 e i jumbo jet A380, A330 e 777, dovranno invece essere eliminati entro il 2028 o resi più efficienti.
L’ICAO aveva incasellato tutte le proposte di riforma in una scala da 1 a 10, dove “1” rappresentava un taglio di CO2 pari al 20% e “10” una riduzione del 40,4%. Alla fine è passata l’opzione “7”, spinta dagli Stati Uniti e dal Canada. L’Unione europea, invece, chiedeva di sostenere il livello “6”.