I diari della SUDifferenza, #10 “Il lavoro degli ispettori ambientali"
Altro capitolo nel racconto di Rossana Melito da Reggio Calabria. " Gli ispettori ambientali fanno una serie di verifiche e controlli per monitorare l’andamento della raccolta e risolvere eventuali problemi in merito alle modalità da seguire per farla bene."
14 March, 2016
di Rossana Melito
Prosegue la mia avventura nel magico mondo dei rifiuti. Anche se questa parola inizia a starmi stretta. Si perché per vederli come risorse dovremmo pure chiamarli diversamente. O no? Se iniziassimo a chiamarli oggetti e materiali usati non stonerebbero così tanto dentro le nostre case e forse non li getteremmo così facilmente. Ma dicevamo anche "avventura", si perché mai mi sarei aspettata di affrontare quotidianamente le stramberie di questa città. Una città, Reggio Calabria, che vuole risorgere e che piano piano forse sta diventando civile.
Ma passiamo immediatamente al racconto di questi miei giorni in mezzo alla raccolta differenziata. Ultimamente, essendo diventata responsabile degli ispettori ambientali, mi capita di far dei giretti con loro nei quartieri e nelle zone interessate dalla raccolta differenziata porta a porta. E vi devo dire che capita di tutto. E non parlo solo di scovare, purtroppo ancora quotidianamente, qua e là cumuli di rifiuti, o cercare di fermare i cattivi a suon di multe. Ma controllando il territorio vasto e variegato di questa città, ti può capitare di imbatterti in tutta una serie di personaggi caratteristici che di raccolta differenziata ne sanno poco e niente. È un lavoro antropologico a volte, disseminato da sfide culturali e sociali.
Il lavoro degli ispettori ambientali consiste nell’effettuare una serie di verifiche e controlli per monitorare l’andamento della raccolta e per andare a risolvere eventuali problemi in merito alle modalità da seguire per farla bene. Nell’ultimo periodo, oltre alle segnalazioni che ci pervengono dagli operatori che effettuano il servizio di raccolta, stiamo procedendo con un lavoro di verifica di quelle utenze che risultano censite ma che non hanno ancora ritirato il kit per la raccolta differenziata porta a porta.
Dopo un lungo lavoro di selezione da un elenco in cui sono riportate tutte le utenze della città - che, dato di ieri, mi ha portato alla perdita di 0.50 diottrie di miopia - siamo riusciti ad avere i nominativi di tutti quelli che ancora non si sono messi in regola in tal senso. C’è da precisare che tale elenco non è aggiornato agli ultimi anni e che capita spesso di avere incongruenze rispetto all’intestatario della Tari e all’immobile associato, ovvero molti indirizzi sono introvabili per via di modifiche alla toponomastica, o magari alcuni sono espatriati e quindi non sono evasori, ma semplicemente non abitano più lì, altri invece hanno ritirato il kit con un altro nominativo. Insomma il caos puro. Capita infatti di girare un’intera mattinata per una sola via, per riuscire ad incrociare i dati. Lo so è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
Ed è proprio in queste mattinate che si fanno questi avvistamenti di cittadini davvero “differenti”.
Non capita di certo a tutti di ritrovarsi, durante un semplice controllo, davanti ad un "signore" poco sobrio che molto gentilmente apre la porta sbiascicando parole in dialetto calabrese e ti offra sempre sbiascicando una birra alle 9:00 di mattina. Le cose sono andate così. La procedura stabilisce che, dopo aver trovato l’indirizzo e il nominativo dell’utente, si citofona chiedendo direttamente allo stesso le informazioni. In questo caso quel signore aveva già dal campanello iniziato a farfugliare parole confuse, dopo che gli ispettori si erano presentati chiedendo conferma dei dati. Saliti al piano, in piedi davanti all’uscio, proviamo a presentarci:
- "Salve, siamo dell'AVR stiamo effettuando dei controlli..." - "Chiiiiii?....wuehbfdfsd.... Ieu a guerra a fici (io ho fatto la guerra) qbjshdshdiudshdai". - "Sà la raccolta differenziata ..". - "Vuliti na birra (volete una birra)?". - "No grazie, siamo qui per verificare se ha ritirato il kit dei mastelli". - "Chiiiiii?....wuehbfdfsd.... Ieu a guerra (bis) qbjshdshdiudshdai". A quel punto, dopo una serie di sguardi tra gli ispettori e me, capendo che soprattutto che non avremmo concluso molto, se non un pranzo ricco alle 9 del mattino, abbiamo salutato e siamo andati prima che ci offrisse altro.
Eh si è un lavoro questo, che ti permette di comprendere quale sia il tessuto sociale e soprattutto quali siano le abitudini gastronomiche di alcuni individui. Ma a noi, o meglio a me, tutto questo spinge a continuare ancor di più ad approfondire le problematiche a verificare e risolvere. Purtroppo, a parte la poca sobrietà, a volte ti ritrovi davanti a persone che magari non hanno ritirato i mastelli o che non li espongono correttamente, perché sono letteralmente chiuse in casa o non assistite, persone anziane o con qualche disabilità. Andare a verificare lo svolgimento della corretta raccolta differenziata a volte può essere un tramite per scoprire che spesso la signora del 5° piano di un condominio è una donna di 80 anni, che è assistita solo la mattina e solo dal lunedì al venerdì e che il sabato e la domenica è da sola e non può esporre i mastelli. In questi casi le sanzioni e le multe non servono a risolvere un bel nulla, ma piuttosto il nostro compito può e deve essere quello di interloquire con l’amministratore condominiale e gli altri condomini per far si che si trovi una soluzione tutti assieme.
Tra situazioni comiche e tragicomiche, in cui mi sono imbattuta lavorando in AVR, ma soprattutto a Reggio Calabria, sto imparando a guardare questo servizio di raccolta differenziata con occhi non troppo da tecnico del settore ed un po’ più da inesperta sociologa. Si perché dietro ogni servizio, dietro ogni interazione con i cittadini si celano molteplici aspetti che riguardano la vita di ognuno di noi. A volte non si tratta solo di raccogliere e differenziare i rifiuti, ma il nostro ed io mio compito consiste nel far comprendere e, molto spesso, apprendere anche le difficoltà che vi sono, non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte degli operatori del settore, operai, responsabili e tecnici inclusi. Questo, come tanti altri servizi, può essere portato avanti solo attuando e portando avanti una continua collaborazione di tutti gli attori inclusi nel sistema. Senza cooperazione e senza la reciproca comprensione, i risultati non possono essere ottenuti da nessuna comunità.
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