Car sharing, intervista a Gianni Martino, car2go: chiediamo segnaletica stradale più omogenea nelle città
A "Mobility in Italy", il convegno di Milano sulla mobilità del futuro nelle città, giovedì c'è stato l'incontro sul futuro del car sharing in Europa. La nostra intervista a Gianni Martino, General Manager Sud Europa di car2go
29 April, 2016
A "Mobility in Italy", il convegno di Milano presso lo Spazio Base di via Tortona 40, giovedì pomeriggio si è parlato di car sharing. Presenti i principali soggetti europei, con i manager di Carplus - Regno Unito, Drivy - Francia, Share'ngo e car2go. Abbiamo intervistato Gianni Martino, General Manager Sud Europa di car2go.
Ci sono novità importanti riguardanti la diffusione del car sharing in Europa?
Non ci sono novità, ma tutti gli operatori le vorrebbero, perché stiamo inseguendo normative più omogenee, che consentano un utilizzo più semplice delle strade e dei parcheggi da parte della nostra utenza. Fino ad ora, in Italia e nel resto d'Europa, le città hanno regolamentato il car sharing più secondo le loro esigenze o la loro “capacità creativa”, senza tenere conto di quelle degli operatori e soprattutto degli utenti. Pensi alla cartellonistica e alla segnaletica stradale in generale: alcune città hanno le strisce parcheggio blu, altre gialle, altri verdi ... l'utente fa fatica a districarsi. In Italia è più complicato soprattutto l'accesso alle zone ZTL: a Torino sono ad orario limitato ed è difficile per chi non conosce la città capire dove e quanto si può fermare, ancor di più se è un utente straniero. A Milano abbiamo clienti “massacrati” dalle multe prese nelle Ztl temporanee, istituite per tutelare i residenti dei quartieri della “movida”, ma loro stessi sono stati penalizzati perché non possono più parcheggiare l'auto in condivisione sotto casa. C'è troppa difformità di regolamenti.
Ma non esiste una legge europea o italiana sul car sharing?
No, ma ce ne sarebbe bisogno. Ci sono solo proposte fatte con il Ministero dell'Ambiente, quello dei Trasporti ed organismi associativi come l'Aniasa, che raggruppa tutte le società di noleggio, affinché si possa arrivare ad una normativa quantomeno condivisa, per porre dei limiti all'autonomia delle pubbliche amministrazioni e mettere ordine nella segnaletica stradale.
Quando è partita car2go in Italia ci si chiedeva come potesse superare i problemi di inviviltà, vandalismo, sul parco auto ...
Infatti non ci credeva nessuno, ma ha funzionato. I fenomeni di vandalismo e danneggiamento delle auto sono rimasti contenuti ad un livello accettabile, solo con alcune punte specifiche legate all'azione di singoli individui, ma non come attacco al car sharing in generale. Possiamo dire che l'Italia non ha avuto dati tanto diversi da quelli del resto d'Europa.
C'è nel futuro di car2go l'idea del car sharing elettrico in Italia?
La tendenza è sicuramente quella e noi abbiamo già quattro città nel mondo dove il nostro car sharing è interamente elettric0. Le tre europee sono Amsterdam, Stoccarda e Madrid. Ovviamente l'elettrico dipende dalle strutture di ricarica della città, più ancora che dall'operatore. La città deve rispondere a questi requisiti, ad esempio Madrid non era strutturata ma abbiamo avviato noi un progetto pilota con un sistema di ricarica completamente dedicato, in assenza di infrastrutture pubbliche.
Milano non sarebbe attrezzata per partire?
Milano è mediamente attrezzata per l'elettrico, ma non ha una struttura sufficiente per gestire una quantità di car sharing come quella delle auto di car2go e concorrenti. Inoltre l'infrastruttura pubblica, a mio parere, dovrebbe servire più ad incentivare l'uso del mezzo elettrico privato. Ecco perchè potremmo avviare un progetto di strutture dedicate, come quello lanciato a Madrid.
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