Sacchetti di plastica in Tunisia: la resistenza dei produttori
In Tunisia, la Fédération nationale de la chimie ha espresso parere negativo sul progetto di legge del ministero dell’Ambiente per proibire i sacchetti di plastica.
02 May, 2016
Il 21 aprile 2016, un incontro ha visto riuniti, da un lato, Lotfi Hamrouni, presidente della FNC (Federazione Nazionale della Chimica), Noureddine Turki, presidente della Camera sindacale dei fabbricanti e dei trasformatori delle plastiche, Faicel Braadai et Anis Gharbi, rispettivamente vicepresidente e segretario generale della FNC. Dall’altro, erano presenti il Capo del gabinetto e vari dirigenti del ministero dell’Ambiente, rappresentanti dell’Agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti (Agence nationale de gestion des déchets - Anged), del centro internazionale delle tecnologie per l’ambiente (Centre international des technologies de l’environnement - Citet), e alcuni ministri dell’Industria e del Commercio.
Durante l’incontro, gli esponenti dell’amministrazione pubblica hanno presentato il progetto di decreto legge scritto dai ministri dell’Ambiente, dell’Industria e del Commercio. I rappresentanti della FNC e della CSFTP hanno però disapprovato il fatto che questo testo di legge sia stato elaborato senza la concertazione o la collaborazione con la Federazione Nazionale della Chimica. Hanno quindi espresso parere contrario al progetto e proposto soluzioni diverse, come la realizzazione di uno studio sull’impatto economico, sociale e ambientale e la previsione di un possibile scenario, adattato al contesto e all’ambiente tunisino. In più, vorrebbero che il piano d’azione venisse pilotato dal Centro tecnico della chimica o dal Centro tecnico dell’imballaggio, organismi che fanno riferimento al ministero dell’Industria, e fosse poi portato avanti congiuntamente al ministero dell’Ambiente e dalla CSFTP.
I rappresentanti della FNC e della CSFTP hanno chiesto anche di rivedere l’attuale sistema della raccolta e della gestione dei rifiuti (Ecolef), di intervenire presso le amministrazioni incaricate per proibire l’importazione di sacchi e contrastare il contrabbando e il commercio informale che regna in questo settore. Chiedono anche che venga previsto uno stanziamento da parte del ministero dell’Ambiente per la raccolta, la gestione e la valorizzazione delle plastiche, che comporterebbe la creazione di buoni posti di lavoro.
Al termine dell’incontro, si è deciso di organizzare ulteriori riunioni per cercare di avvicinare le posizioni ed elaborare soluzioni accettabili per ogni parte in causa.
Fonte - kapitalis.com
Titolo originale - Interdiction des sachets en plastique : Les professionnels disent non
Traduzione - Laura Tajoli