TTIP, sabato 7 maggio a Roma la manifestazione per fermare il trattato
Si svolverà a Roma, sabato 7 maggio, la manifestazione nazionale STOP TTIP. Per gli ambientalisti, il trattato mette in discussione standard e normative ambientali e sociali
02 May, 2016
Una grande manifestazione nazionale per fermare il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), il negoziato tra Unione europea e Stati Uniti per l’apertura della più grande area di libero scambio conosciuta: è quella indetta dalla Campagna Stop TTIP Italia, nata nel febbraio 2014 per coordinare organizzazioni, reti, realtà e territori che si oppongono all’approvazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti.
La manifestazione avrà luogo a Roma, sabato 7 maggio, e partirà da piazza della Repubblica alle ore 14.30 per raggiungere piazza San Giovanni. Fino alle 20 ci saranno musica, corteo, stand di piccoli produttori agricoli e associazioni.
In particolare, la campagna Stop TTIP sottolinea come il Trattato sia stato portato avanti “lontano dagli occhi indiscreti dell’opinione pubblica e dei parlamenti”. Il rischio maggiore è che “porterebbe ad una messa in discussione di standard e normative ambientali e sociali, considerate troppo spesso come impedimenti tecnici al libero commercio. In pericolo molte delle regole che oggi garantiscono la tutela dei consumatori, dei cittadini e dell’ambiente”.
Tante anche le associazioni ambientaliste, come Greenpeace e Legambiente, che aderiscono alla campagna Stop TTIP. Secondo Legambiente, “il TTIP rappresenta una minaccia per i principi democratici, la sovranità e la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori”. Greenpeace Italia, che ha divulgato anche parte dei testi negoziali del TTIP del trattato resi noti da Greenpeace Olanda, sottolinea in particolare come la protezione del clima possa diventare più difficile con il TTIP: “Gli Accordi sul Clima di Parigi chiariscono un punto: dobbiamo mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi per evitare una crisi climatica che colpirà milioni di persone in tutto il mondo. Il commercio non dovrebbe essere escluso dalle azioni sul clima. Ma non c’è alcun riferimento alla protezione del clima nei testi ottenuti”. Ma soprattutto, Greenpeace mette in luce come, nel leggere i testi diffusi, “tutele ambientali acquisite da tempo sembra siano sparite. Non si fa infatti riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions) che, stabilita quasi 70 anni fa, permette agli stati di regolare il commercio ‘per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante’ o per ‘la conservazione delle risorse naturali esauribili’. L’omissione di questa regola - spiega Greenpeace - suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante”.