Miniglossario di economia circolare | Video
L'economia circolare in quattordici punti. Pubblichiamo il miniglossario (a cura dell'esperto Antonio Castagna del FabLab Pavone di Torino) presentato in occasione degli OSCEdays 2016
13 June, 2016
1. Economia circolare: espressione che descrive un’economia nella quale la crescita
economica è sganciata dall’impiego di risorse esauribili. L’espressione che descrive il flusso della
materia è: dalla culla alla culla. Nell’economia lineare, al contrario, l’espressione che descrive il
flusso della materia è: dalla culla alla tomba, dove per tomba si intende il momento in cui la materia
diventa rifiuto, inutilizzabile a fini produttivi. L’economia circolare è un’economia progettata per
auto-rigenerarsi: i materiali di origine biologica sono destinati a rientrare nella biosfera e i materiali
di origine tecnica sono progettati per circolare all’interno di un flusso che prevede la minima perdita
di qualità. Mira a basarsi su fonti energetiche di tipo rinnovabile, a minimizzare, tracciare ed
eliminare l’uso di sostanze tossiche e a eliminare le produzioni di rifiuti e sprechi, mediante
un’attenta progettazione.
2. Materiali biologici: materiali rinnovabili che dopo il loro utilizzo rientrano nei normali cicli di
assorbimento della materia nella biosfera.
3. Materiali tecnici: materiali non rinnovabili progettati per passare ciclicamente dalla
produzione al consumo con una perdita minima di qualità o di valore.
4 Eco-design: modalità di progettazione che considera l’intero ciclo di vita del bene prodotto e
del processo e ne caratterizza la produzione e circolazione, in modo che in ogni fase gli impatti e
gli scarti di produzione siano ridotti al minimo. Gli scarti, prima ancora di diventare rifiuti ed essere
riciclati, possono entrare in nuovi processi produttivi. È un modo di progettare immaginando il
futuro. Ad esempio, il caucciù da tipografia, una volta esaurito il suo compito, può diventare materia
prima per la costruzione di altri beni. Per fare eco-design è necessario passare da una visione
silos, focalizzata sull’obiettivo, a una visione sistemica, capace di inglobare non solo il prodotto e il
ciclo di vita della materia, ma anche la vita sociale dello stesso e i cambiamenti di status nel tempo.
5 Riuso: il riuso e la riparazione degli oggetti sostituiscono la triade prendere, produrre,
buttare che caratterizza i comportamenti di produttori e consumatori dell’economia lineare. I centri
del riuso sono quei luoghi deputati al recupero, riparazione, commercializzazione di beni di cui il
legittimo proprietario intende liberarsi, perché per motivi estetici o funzionali il bene non
corrisponde più al bisogno per cui era stato acquistato. I mercati dell’usato sono luoghi dove è
possibile acquistare oggetti usati di cui è così possibile allungare la vita utile.
6 Ricondizionamento: è la modalità con cui oggetti complicati possono essere disassemblati,
sostituendo le parti degradate (costituite preferibilmente con materiali biologici), mentre le parti più
resistenti vengono testate e se il caso riparate, in modo da ricostruire un oggetto nuovo composto
dall’integrazione di parti nuove e usate.
7 Ready-made: oggetto d’uso comune, defunzionalizzato e rifunzionalizzato in modo da
assumere significati estetici che gli conferiscono nuovo valore.
8 Impronta ecologica: indicatore che misura la porzione di terra e di mare necessaria a
rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana. Serve a stimare il consumo umano di
risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle. Nella famiglia delle impronte,
esprime i metri quadrati di suolo naturale necessari a una popolazione per vivere; se questa non
ha suolo sufficiente, non gli resta che usare quello di un'altra.
Attualmente, come specie, utilizziamo risorse che richiederebbero un pianeta grande una volta e
mezza la Terra. Nel 2050, se le cose non cambiano, utilizzeremo risorse pari a quattro volte la
capacità del pianeta terra di rigenerarsi.
9 Upcycling: progettazione di oggetti di valore utilizzando parti e componenti che in
precedenza costituivano altri oggetti il cui valore si è nel frattempo esaurito, a causa di perdite
prestazionali ed estetiche.
10 Metropoli: lo spazio urbano è quello nel quale vive più di metà della popolazione mondiale.
È possibile ripensare i processi della produzione e del consumo in modo da quintuplicare la
produttività delle risorse. I cicli dell’economia contadina sono da questo punto di vista utili metafore,
non orizzonti di un’utopia sociale desiderabile.
11 Sharing o condivisione: modo intelligente per quintuplicare la produttività delle risorse.
Ogni automobile resta ferma per il 92% del suo ciclo di vita. Se ogni automobile viene usata in
media da dieci persone, ad esempio con il car sharing, la produttività delle risorse utilizzate per
costruirla aumenta considerevolmente, così come lo spazio a disposizione nelle strade.
12 Spazi: le città evolvono molto velocemente. Ad esempio, una città come Torino ha perduto in
buona parte le funzioni tipiche della città industriale del XX secolo. Si ritrova così con una grande
disponibilità di spazi capaci di favorire nuovi insediamenti produttivi e soprattutto la generazione di
una risorsa scarsa nelle metropoli: il legame sociale, capace di generare idee, innovazione, lavoro.
13 Visione silos vs visione sistemica: da una parte una visione rigida per settori/comparti
che lavorano e agiscono singolarmente, senza considerare il contesto esterno, e in cui si valuta
solo ciò che sta dentro; dall’altra un approccio di sistema o rete, in cui si considerano le diverse
attività del sistema produttivo come nodi interconnessi. La potenzialità della rete è nella sua
intrinseca flessibilità e adattabilità.
14 Resilienza: è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento, in un certo senso, il
grado di flessibilità per rispondere alle forze esterne in maniera positiva.