Torino al ballottaggio: le proposte ambientali nel programma di Chiara Appendino
La candidata sindaca del Movimento 5 Stelle nel suo programma presenta numerose proposte. Abbiamo analizzato quelle relative alla gestione rifiuti, ai trasporti (legate all'inquinamento atmosferico) e al verde pubblico
13 June, 2016
Domenica 19 gennaio anche a Torino come a Roma, Milano, Napoli, e Bologna c'è il ballottaggio per l'elezione del nuovo sindaco. A sfidarsi sono il primo cittadino uscente Piero Fassino, del Partito Democratico, e Chiara Appendino, del Movimento 5 Stelle, già consigliera comunale a Palazzo Civico. Abbiamo analizzato i programmi dei due candidati per vedere cosa propongono in materia di ambiente. Per Chiara Appendino ci siamo concentrati sulle proposte relative alla gestione rifiuti, ai trasporti - visti dalla prospettiva dell'inquinamento atmosferico - e al verde pubblico. Ecco che cosa emerge.
Sul fronte rifiuti la proposta di Appendino é quella di seguire la strategia “Rifiuti Zero”, il paradigma reso noto dal comune di Capannori e adottato attualmente da più di 220 comuni italiani, che mira ad azzerare i conferimenti in discarica e negli inceneritori a favore di un’economia circolare basata su prevenzione, riciclo e recupero. L’obiettivo è molto ambizioso. Il comune di Torino, che come ricorda proprio Zero Waste Italy non possiede ancora un piano di gestione dei rifiuti, produce circa 415 mila tonnellate all’anno di spazzatura. Una quota che corrisponde alla metà circa della quantità complessiva di rifiuti prodotti nella Città Metropolitana e ad un quarto di quella prodotta in tutto il Piemonte. La raccolta differenziata cittadina si attesta su un misero 42%, tutto il resto va a finire al termovalorizzatore del Gerbido.
Appendino nel suo programma dice di voler raggiungere il 65%-70% - percentuale in linea con quanto richiesto dalle direttive nazionali ed europee - riducendo progressivamente la quantità di indifferenziato che va all'inceneritore. Per farlo propone di estendere la raccolta differenziata porta a porta, che attualmente copre solamente metà città e di “analizzare e sviluppare” la tariffazione puntuale. Propone inoltre di incoraggiare il commercio di prodotti sfusi così da far circolare meno imballaggi - per i quali la Commissione Europea chiede un riciclo del 75% entro il 2030 - e di predisporre dei “punti pubblici per il conferimento di rifiuti con dimensioni e peso ridotti” come piccoli elettrodomestici.
Gli ostacoli principali sono le risorse economiche. Amiat, l’azienda dei rifiuti, sostiene che il costo di implementazione della raccolta differenziata è pari a circa 2 milioni di euro a punto percentuale di incremento. La Regione Piemonte, da parte sua, ha annunciato di poter finanziare Torino con 7,5 milioni di euro in 5 anni a patto che il comune investa la stessa cifra: ammesso che ci siano 15 milioni disponibili, quindi, la raccolta differenziata sotto la Mole potrebbe crescere al massimo di 8 punti percentuale. Vedremo come andrà.
Per quanto concerne la tassa rifiuti più nel dettaglio, oltre alla tariffa puntuale Chiara Appendino si impegnerebbe ad introdurre un “sistema premiante/disincentivante” per i cittadini basato su controlli puntuali sulla raccolta differenziata, che attualmente a Torino non esistono, e ad organizzare “delle competizioni tra quartieri con premialità da destinarsi a spazi sociali” battezzate “Olimpiadi dei rifiuti”.
Ultimi due punti sono quelli che riguardano la strutturazione delle “Fabbriche dei materiali”, ovvero degli impianti di recupero su cui il Movimento 5 stelle spinge molto anche in altri consigli comunali nei quali siede, e le “convenzioni con Università ed enti di ricerca per la riprogettazione di materiali ed imballaggi”. Su entrambe le proposte non ci sono ulteriori dettagli.
Veniamo al capitolo intitolato “Inquinamento e bonifiche”, tema di costante attualità in una delle città con l’aria più insalubre d’Italia.
L’obiettivo della candidata pentastellata è quello di ridurre l’inquinamento atmosferico, ma le politiche annunciate sono piuttosto vaghe: si parla di una “riduzione del traffico veicolare privato” senza spiegare a quali categorie di veicoli ci si riferisca, anche se nella parte del programma dedicata ai trasporti viene sottolineata la responsabilità dei diesel. Nella medesima parte, viene annunciato anche “il blocco della costruzione di ulteriori parcheggi pubblici interrati”, che nel corso dell’amministrazione Fassino hanno trovato l’opposizione di ambientalisti e non, l’estensione della fascia oraria della ZTL e la “progressiva istituzione delle strisce gialle per residenti”. La città si impegnerebbe poi perché tutte le partecipate acquistino “veicoli ad emissioni zero per rinnovare il parco”.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico l’intento dichiarato è quello di dargli “un’assoluta priorità di investimento, acquistando nuovi tram, ripristinando binari inutilizzati, incrementando le linee”. L’intento generale è quello di “favorire l’intermodalità con collegamenti efficienti e coincidenze di orari”. Appendino lancia inoltre l’idea di una “sperimentazione, per un anno, di abbonamenti al TPL ad un prezzo agevolato” per incrementare il numero dei passeggeri e la “sperimentazione, su alcune linee, di servizi di trasporto pubblico a tariffa zero”. Si propone inoltre il “biglietto unico integrato su tutti i vettori”.
Sul fronte della cosiddetta mobilità dolce, gli obiettivi sono quelli di “incentivare l’uso delle biciclette e di rendere più fruibili e sicuri gli spostamenti”. Come attuarli? Collegando tra loro “le piste ciclabili oggi scollegate, creando un circuito funzionale agli spostamenti rapidi e dei parcheggi nelle zone carenti”. Nessun accenno, però, su come intervenire sulle gravi carenze delle ciclabili attuali, oltre che sui loro collegamenti, e sul Bici Plan già approvato chiuso da anni in chissà quale cassetto di Palazzo Civico.
Attenzione anche ai pedoni con il “coinvolgimento dei cittadini e delle imprese per avviare una pedonalizzazione graduale e progressiva del centro storico, con traffico limitato, nelle zone pedonali, ai mezzi ad emissioni zero”. Si promette anche la “creazione di nuove zone pedonali distribuite sul territorio cittadino, collegate tra di loro e scelte su proposta delle circoscrizioni e con l’approvazione dei cittadini e delle imprese coinvolte”.
Appendino promette poi un grande impegno nel contrastare le infrazioni stradali – e come poteva essere altrimenti in una città dove in auto è lecito fare qualsiasi cosa tranne rispettare il codice - sia ripristinando “il ruolo centrale della Polizia Municipale nel controllo e gestione della legalità” che realizzando specifiche campagne di sensibilizzazione.
Particolare attenzione viene riservata al miglioramento del verde pubblico e della sua fruibilità, tema che anche per lo sfidante Fassino sembra essere una priorità.
L’obiettivo di Appendino è quello di approvare un “Piano Verde” in cui siano delineate le strategie da attuare per gestire parchi, aree verdi, alberate, fasce fluviali. Nello specifico dice che verrà incrementato il “patrimonio arboreo sulle aree vaste, migliorandone la qualità, con specie autoctone e alberi da frutto”, verranno “mantenute le alberate storiche, rinvigorite quelle ubicate nelle aree mercatali e realizzate alberate nuove”, verranno migliorate le “aree gioco con strutture meno soggette a rotture e atti vandalici”, verrà sostenuta “l’adozione di aree verdi di prossimità da parte di cittadini/associazioni tramite la promozione dei principi e degli strumenti previsti all’interno del regolamento per la gestione dei beni comuni”.