Emilia Romagna: un marchio “etico” alle aziende che combattono la povertà e lo spreco alimentare
In Italia oltre 5 milioni di persone, di cui 1,3 milioni di minori, vivono in condizione di povertà alimentare. Gualmini: "Da oggi la Regione aggiunge un altro pezzo importante nella filiera delle misure contro la povertà"
27 June, 2016
Costruire una filiera di contrasto alla povertà in tutte le sue forme, creare un coordinamento tra gli Empori solidali regionali, impostare un sistema di garanzia e trasparenza sull'utilizzo della merce raccolta, istituendo un logo regionale “di affidabilità” dell'Emporio.
Sono questi gli impegni che la Regione Emilia-Romagna ha assunto per contrastare la povertà alimentare che, solo in Italia, coinvolge oltre 5 milioni di persone, di cui 1,3 milioni di minori. Povertà che, sulla spinta di anni di crisi economica, non ha risparmiato l’Emilia-Romagna, coinvolgendo singoli e famiglie.
Alla povertà alimentare, paradossalmente, si contrappone lo
spreco di cibo, tanto che nell’Unione europea si stimano 180
kg di cibo buttato pro-capite (dati Eurostat 2015). Per la
Regione, occorre quindi lavorare anche sulla sponda delle imprese di
distribuzione: i possibili “donatori” di cibo, incidendo sulla
valorizzazione della responsabilità sociale di impresa e creando, a
tale proposito, un marchio “etico” regionale per
le aziende che aderiscono in modo stabile e continuativo al progetto
attraverso vere e proprie donazioni e la fornitura di prodotti in
eccedenza.
Questo in sintesi quanto è emerso nel
convegno “Azzerare gli sprechi: povertà alimentare e nuove
risorse", che si è tenuto oggi a Bologna in Regione,
al quale è intervenuto anche monsignor Matteo Maria Zuppi,
arcivescovo di Bologna.
Per l’occasione la Regione ha anche presentato una ricerca realizzata in collaborazione con la Caritas Emilia-Romagna sugli Empori solidali presenti sul nostro territorio regionale. In tutto 20 realtà (12 già attive e 5 in fase d'avvio) dove è possibile trovare un po’ di tutto: dalla frutta e verdura alla pasta, al pane, ai cibi in scatola ma anche giocattoli e prodotti per l’igiene. Punti di distribuzione al dettaglio, completamente gratuiti e realizzati per sostenere le persone in difficoltà attraverso l’aiuto alimentare e offrire loro occasioni di socializzazione, che la Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle proprie politiche di contrasto alla povertà, sostiene da anni attraverso una legge (Legge 12/2007) per la promozione di attività di recupero e distribuzione di prodotti alimentari per fini di solidarietà sociale e finanziando alcuni enti, come il Banco Alimentare e la Caritas, che operano in questo settore.
A livello nazionale il tema del recupero e della distribuzione è regolamentato dalla Legge 155/2003, detta del “Buon samaritano”, ancora in vigore, in attesa dell'approvazione al Senato della nuova proposta per il contrasto allo spreco alimentare e farmaceutico attraverso la donazione e la distribuzione dei prodotti per fini di solidarietà sociale.
Fonte: Regione Emilia Romagna