“Basta interventi scollegati Una Consulta per le bici”
La sindaca apre il Bike Pride: “La mobilità ciclabile è vera alternativa” - da La Stampa del 03.07.2016
04 July, 2016
La fotografia ai blocchi di partenza è un manifesto: Chiara Appendino, in prima fila, con la t-shirt degli organizzatori del Bike Pride, fa da trait d’union tra il popolo delle bici e la sua giunta, schierata per una buona metà subito dietro.
Mai un sindaco aveva partecipato al Bike Pride. Mai la città che va in bici aveva goduto - almeno nelle intenzioni - di tanta considerazione. E mai aveva mostrato una tale apertura di credito verso chi amministra il Comune. «Spero in una svolta», raccontava ieri Monica Liprandi, 21 anni, studentessa. «Non chiediamo molto, vorremmo solo poter pedalare in sicurezza». «In passato non è che siano mancati segnali di attenzione, però sono stati realizzati interventi scoordinati, a volte perfino dannosi», aggiunge Marco Cantamessa. «Ci sono piste ciclabili che finiscono nel nulla, altre realizzate in pavée».
L’impegno della giunta
Chiara Appendino si è presentata in bici, accompagnata da un gruppo di attivisti del Movimento 5 Stelle e dal senatore Alberto Airola. Ha indossato la t-shirt del Bike Pride, facendo idealmente suo quel motto «Riprendiamoci la città» che ora dovrà tradurre in azioni concrete. Alla presidente di Bike Pride Maria Cristina Caimotto ha confermato la volontà di accogliere la proposta delle associazioni: «Nelle linee programmatiche che presenteremo al Consiglio comunale è prevista anche l’istituzione di una Consulta della bici». Un organismo - operativo da tre anni a Bologna - partecipato da tecnici della città ed esperti con funzioni sia consultive sia di proposta e supporto alla progettazione. Lo scopo dovrebbe essere quello di concordare le iniziative e i progetti acquisendo prima - e non a cose già decise o, peggio ancora, già realizzate - il parere di chi in bicicletta si sposta ogni giorno. Per la sindaca è un’idea condivisibile, «sia perché riguarda il tema della partecipazione e del coinvolgimento nelle decisioni, il metodo che vogliamo seguire nel governo della città, sia per il tema in sé, la mobilità ciclabile, che vogliamo sostenere».
Ha ribadito l’impostazione della sua giunta: «Bisogna mettere mano al biciplan per renderlo davvero operativo, perché la mobilità ciclabile diventi una vera alternativa». E ha incasellato le linee guida dell’azione sulla mobilità ciclabile: Consulta, ricognizione sul servizio di bike sharing, analisi delle piste ciclabili in città, che vanno unite tra loro. «Da sempre parliamo di mobilità sostenibile e di città a misura di bicicletta. Questi anni saranno l’occasione per dimostrare che un nuovo modo di spostarsi, più rispettoso dell’ambiente e dei cittadini, è possibile».
Orgoglio a due ruote
Quindi è stata invitata ad aprire il serpentone. Poco dietro il vice sindaco Montanari e gli assessori ai Trasporti Lapietra, alla Cultura Leon e alle Pari opportunità Giusta. La scortavano due vigili in bicicletta, anche loro costretti a un’immane sudata sotto un caldo torrido. In diecimila - secondo gli organizzatori - per dieci chilometri di pedalata: dal Valentino a corso San Maurizio e poi il Lungo Dora, piazza Baldissera, il detestato (dai ciclisti) corso Principe Oddone, corso Inghilterra, corso Vittorio e ritorno al punto di partenza. Con qualche certezza. «Finalmente qualcuno ci dà retta anziché considerarci un fastidio», dice Stefania Carli. E un auspicio, quello di Elisabetta Rinaldi: «Speriamo davvero che sia un punto di partenza. A Torino non c’è mai stata molta attenzione per noi ciclisti. Eppure da qualche anno siamo in tanti, tantissimi. Il nuovo sindaco ha preso impegni chiari, ci auguriamo che li mantenga».