Proliferazione di vegetazione e rifiuti nel fiume Po a Torino. Ecco quello che sappiamo
L'Arpa Piemonte ha diffuso un comunicato dove spiega il perché della proliferazione di alghe nel tratto torinese del Po. In merito ai rifiuti che si accumulano la spiegazione è semplice, la colpa è dei cittadini
24 July, 2016
In queste ultime settimane le acque del Po, nel tratto urbano della città di Torino ma non solo, sono infestate da alghe di vario genere che creano le condizioni favorevoli per l'accumulo di rifiuti. Per quanto riguarda le alghe l'Arpa Piemonte, grazie ai suoi costanti monitoraggi è in grado di spiegare quello che sta accadendo. Invece, per quanto riguarda i rifiuti nel fiume c'è poco da spiegare, a differenza delle alghe i rifiuti non nascono dal Po, ma sono la diretta conseguenza delle cattive abitudini dell'uomo.
(foto di Eugenio Dragoni dal gruppo fb Torino Sostenibile)
Molte testate giornalistiche e cittadini, negli ultimi giorni, si sono interessate alla proliferazione di vegetazione nel fiume Po. È doveroso specificare che fra i compiti istituzionali di Arpa Piemonte vi è anche il monitoraggio delle macrofite acquatiche presenti nei corpi idrici che fanno parte della Rete di Monitoraggio Regionale Acque Superficiali (fiumi e laghi). Tra i corsi d’acqua monitorati è compreso anche il fiume Po, la cui stazione di monitoraggio è ubicata nel tratto torinese a valle del Ponte Vittorio Emanuele I.
Le macrofite acquatiche, che comprendono alghe, muschi, epatiche e fanerogame, danno indicazione di qualità delle acque: l'apparente informe massa di diverse sfumature di verde rivela la presenza di specie diverse, alcune colonizzano il substrato nudo e le zone a più forte corrente e altre si avvalgono della protezione delle precedenti per insediarsi dove la corrente è rallentata. Quella sorta di foresta subacquea che formano ospita una specifica e varia vita animale.
La proliferazione e la fioritura ben visibili sono però erroneamente spesso chiamate alghe; si tratta invece di macrofite fanerogame la cui presenza e diversità è spesso sintomo di ritrovata qualità biologica delle acque.
Interventi di pulizia non attenta e sostenibile possono impedire la fioritura, fruttificazione e disseminazione di specie che naturalmente colonizzano gli alvei fluviali, oltre a eliminare un habitat specifico per molti animali acquatici.
La presenza di macrofite acquatiche è quindi del tutto naturale.
Segnaliamo come problematica, invece, la comparsa nel tratto di Po cittadino di Myriophyllum aquaticum, specie presente sia nella Warning List della Regione Piemonte ( DGR 23-2975 del 29 febbraio 2016 ) sia nell’elenco di specie esotiche invasive di rilevanza unionale (Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissione del 13 luglio 2016).
Tale specie, in quanto esotica invasiva, necessiterebbe di un intervento immediato di eradicazione al fine di contenere la sua proliferazione poiché anche piccoli frammenti di tale pianta possono portare all'aumento della stessa creando un danno ambientale diffuso e importante sull' intero ecosistema fluviale.