Frutta, verdura e anche il pane: lo “zero spreco” inizia nei mercati
Da Papiniano a via Odazio, dalla zona di via Padova a piazzale Martini: ecco i luoghi dove si salva il cibo dalla spazzatura, per redistribuirlo ad associazioni e Onlus - da REPUBBLICA MILANO, del 4.09.2016
03 August, 2016
di Alessia Gallione
Sono state l’immagine della crisi. Istantanee spedite dalla Milano che non ce la fa più e ha (ancora) troppa vergogna a bussare alle porte di una mensa dei poveri o di una parrocchia. Anziani chinati a rovistare tra le montagne di cassette e scatoloni e rifiuti lasciati ai margini delle strade dove vengono montati i banchi rionali per recuperare frutta e verdura ancora buone. Una caccia silenziosa e solitaria che oggi sta diventando di gruppo e sempre più istituzionale. Perché da Papiniano a via Odazio, dalla zona di via Padova a piazzale Martini, i mercati settimanali scoperti sono diventati l’ultimo fronte della lotta agli sprechi alimentari. Con il Comune che adesso vuole allargare a tutta la città le iniziative nate dal basso e gli esperimenti che un gruppo di associazioni ha iniziato in alcuni quartieri per salvare dalla spazzatura il cibo e distribuirlo. Fino a un quintale per volta. Grazie anche all’aiuto di quelli stessi anziani che sono diventati volontari.
È uno dei punti di lavoro della Food policy approvata da Palazzo Marino nell’anno di Expo, quello del recupero della frutta e della verdura invenduta nei mercati alla fine della giornata. Ancora di più dopo l’approvazione della legge. Finora, per una serie di vincoli legati anche all’igiene, non era semplice raccogliere in modo sistematico la merce che rimane sulle bancarelle. Eppure, è bastato che alcune realtà partissero per far arrivare i risultati. In via Esterle, per dire, qualche giorno fa i volontari di Recup hanno salvato 180 chili di «banane perfette» che hanno mandato all’hub dei profughi di via Sammartini. Sempre qui, in una sola giornata sono state donate 194 chili tra melanzane, pomodori, peperoni, meloni, albicocche. Tutto è iniziato in Papiniano, dove un gruppo di ragazze ha lanciato il progetto Recup. Un’iniziativa nata spontaneamente, che si sta ampliando.
Alla zona, dove anche il bar vicino regala brioche o il panificio porta le michette che non ha venduto. E oltre i confini di piazza Sant’Agostino. Da questo primo nucleo, infatti, i volontari si sono moltiplicati. Tanto che adesso insieme a Eco dalle Città e Quartieri ricicloni, si sono aggiunti i mercati di via Esterle, Termopili e Martini, dove collabora un’altra realtà del posto come Fucine Vulcano. L’esempio più “ufficiale” è quello nel municipio 6, dove Whyz, un’associazione che si occupa di innovazione e creatività sta sperimentando per conto della Food policy del Comune la raccolta e la ridistribuzione in loco del cibo. Zero sprechi, si chiama il progetto pilota lanciato in mercati che spesso sorgono tra i palazzi popolari: Vespri Siciliani, via della Rondine, di Rudinì, Segneri, Curiel, Odazio- Segneri. Ecco come funziona. Quando i commercianti iniziano a smontare, i volontari fanno il giro dei banchi e chiedono i prodotti ancora buoni ma che finirebbero tra i rifiuti.
E lì, sul posto, in un luogo che ormai tutti hanno iniziato a conoscere, parte la ridistribuzione alla gente, compresi gli “assistiti” di altre onlus. E il lato positivo dell’operazione è quello che il presidente di Whyz, Tommaso Magistrelli, chiama «il circolo virtuoso. Spesso, le bancarelle sono le stesse che ruotano nei vari mercati e sono gli stessi ambulanti, ormai, che vengono da noi per donare la merce. Anche molti anziani che prima raccoglievano frutta e verdura si uniscono ai volontari». La cosa sta funzionando. Tanto che insieme a un altro progetto e a un’altra associazione in zona Bonola-Gallaratese, si è provato a recuperare la frutta in via Falck per una gigantesca macedonia sociale. E da settembre, anche dopo la legge e la cancellazione «delle zone grigie che ancora c’erano », l’intenzione è quella di «creare una onlus solo questo» che possa lavorare in altri quartieri.
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