Sacchetti illegali: scovato un produttore (ma per la legge non è reato)
L'inchiesta di Eco sui sacchetti di plastica si arricchisce di un nuovo e importante particolare e, grazie all'Arpa Umbria, che collabora con il Ministero dell'Ambiente e la Guardia di Finanza, facciamo un po' di chiarezza sulle scritte stampate sui sacchetti
04 August, 2016
L'inchiesta di Eco dalle Città sui sacchetti di plastica si arricchisce di un nuovo particolare. Come già constatato nella città di Torino, i “classici” sacchetti bianchi che abbiamo imparato a riconoscere come illegali vengono via via sostituiti da altri “trasparenti”, sui quali le aziende produttrici stampano le più disparate scritte, per dar loro un'apparenza legale. Ma legali non sono, come confermato dalla dott.ssa Donatella Bartoli, Direttora dell'Unità Operativa Laboratorio Multisito dell'Arpa Umbria, che collabora con il Ministero dell'Ambiente e la Guardia di Finanza proprio sul fronte sei sacchetti illegali.
Bartoli ribadisce che le uniche diciture stampate sui sacchetti e riconosciute per legge sono quelle inserite nel “Decreto 18 marzo 2013 del Ministero dell'Ambiente (MATTM) dove sono definite le varie tipologie di sacchi utilizzabili per il trasporto di merci che si differenziano in”:
1) sacchi monouso per l'asporto di merci alimentari e conformi alla norma UNI EN 13432:2002 che riporta la dicitura "Sacco biodegradabile e compostabile conforme alla norma UNI EN 13432:2002. Sacco utilizzabile per la raccolta di rifiuti organici";
2a) sacchi riutilizzabili composti da polimeri diversi da quelli di cui al punto1) con maniglia esterna e spessore superiore a 200 micron con percentuale di plastica riciclata di almeno 30% se destinati all'uso alimentare che riportano la dicitura " Sacco riutilizzabile con spessore superiore ai 200micron - per uso alimentare. ";
2b) sacchi riutilizzabili composti da polimeri diversi da quelli di cui al punto1) con maniglia esterna e spessore superiore a 100 micron con percentuale di plastica riciclata di almeno 10% se destinati all'uso alimentare, che riportano la dicitura " Sacco riutilizzabile con spessore superiore ai 100micron - per uso alimentare. ";
3a) sacchi riutilizzabili composti da polimeri diversi da quelli di cui al punto1) con maniglia interna e spessore superiore a 100 micron con percentuale di plastica riciclata di almeno 30% se destinati all'uso alimentare che riportano la dicitura " Sacco riutilizzabile con spessore superiore ai 100micron - per uso alimentare. ";
3b) sacchi riutilizzabili composti da polimeri diversi da quelli di cui al punto1) con maniglia interna e spessore superiore a 60 micron con percentuale di plastica riciclata di almeno 10% se destinati all'uso alimentare che riportano la dicitura " Sacco riutilizzabile con spessore superiore ai 60micron - per uso alimentare. ".
Durante l'attività di monitoraggio effettuata nei mercati e negli esercizi commerciali è stato individuato un solo sacchetto in plastica conforme alla legge. Il sacchetto è stato “ritrovato” sulla bancarella di un ambulante nel mercato di Porta Palazzo, conosciuto come il mercato all'aperto “più grande d'Europa”. L'ambulante, che ha scelto di rimanere anonimo, ha confermato che “tutti i sacchetti in plastica presenti al mercato sono illegali” ma lui non vuole essere “fuorilegge” e preferisce dare ai propri clienti un sacchetto a norma di legge “perché è giusto così”. Nonostante i costi di un sacchetto “legale” siano maggiori e influiscano sul profitto dell'attività.Sempre durante l'attività di monitoraggio ci siamo accorti che su un numero rilevante dei sacchetti trasparenti c'è stampato il logo e l'indirizzo internet dell'azienda produttrice. Una cosa davvero insolita, perché normalmente chi vuole eludere la legge si guarda bene dal lasciare indizi evidenti.
Bisogna precisare che la legge italiana non vieta la produzione di questi prodotti, e quindi l'azienda non starebbe commettendo nessun illecito.
(da Polimerica 2014 :Un’azienda che produce sacchetti in plastica non conformi alla norma potrà continuare a farlo senza rischi, a patto di non distribuirli in Italia?
La normativa vigente vieta e sanziona la "commercializzazione" in Italia di talune tipologie di sacchetti per l'asporto merci. Se ne desume, pur nell'indubbia complessità del quesito, che non appare sanzionabile la mera attività di produzione in Italia di tali sacchetti, ove a tale attività non si accompagni quella successiva di "commercializzazione" degli stessi nel nostro territorio. Una indicazione esplicita sul punto è peraltro contenuta nel D.M. 18.3.2013, n. 67447, che fornisce la seguente definizione di "Commercializzazione: l'offerta o la messa a disposizione di terzi, contro pagamento o gratuita, inclusa l'importazione ma esclusa l'esportazione".
Per concludere sul punto, è ragionevole ritenere che non possa essere sanzionato l’operatore che produca in Italia sacchetti non conformi alla predetta normativa, ma destinati ad essere commercializzati in mercati stranieri (fattispecie dell'esportazione), purché gli stessi non vengano appunto offerti o messi a disposizione, anche a titolo gratuito, a soggetti terzi presenti in Italia.)
L'azienda, la Flexopack, una delle imprese che per prima in Italia ha puntato sulla produzione di sacchetti compostabili (ma non solo) e che fa della sostenibilità ambientale la sua mission aziendale, dopo un primo confronto ha dato la massima disponibilità a fare chiarezza, e probabilmente, grazie all'efficiente sistema di tracciabilità dei suoi prodotti, sarà possibile scovare chi commercializza in maniera illecita i sacchetti. Al momento molte sono le ipotesi del perché nel mercato di Porta Palazzo ci siano questi sacchetti, le più probabili sono: che i sacchetti della Flexopack facciano parte di qualche residuo di magazzino reimmesso nel mercato (un comportamento vietato dalla legge) o che qualcuno compri dall'estero questi sacchetti per reintrodurli nel mercato italiano (altro comportamento illecito).
In attesa di un secondo e sicuramente più produttivo confronto con l'azienda, la caccia al sacchetto illegale e a chi ne trae profitti non va in vacanza, anzi ci sono altre novità in arrivo.