Auto nei controviali a 20 km all'ora. Bike Pride: "Se ci andassero solo per parcheggiare sarebbe un gran risultato"
L'assessora del Comune di Torino, Maria Lapietra, annuncia che in corso Principe Oddone scatterà la prima sperimentazione di controviale con limite 20 all'ora. Bike Pride: "Immaginare tutta la città con controviali dove le auto non vogliono andare se non per i pochi metri che devono fare per parcheggiare sarebbe già un gran risultato "
20 September, 2016
“Quel che vogliamo fare è trasformare tutti i controviali in strade promiscue, a 20 chilometri all’ora, in cui le bici si sentano più sicure. Corso Principe Oddone sarà il banco di prova”. L’annuncio dell’assessora al traffico Maria Lapietra arriva nel corso dell’incontro sul Bike2work, organizzato nell’ambito della Settimana Europea per la Mobilità Sostenibile, e si tratta di una dichiarazione di un certo peso per la viabilità di Torino.
La prima “Zona 20”, ovvero una strada aperta al traffico di auto e biciclette con chicane che obblighino gli automobilisti a rispettare il limite di velocità, sarà istituita sui controviali del nuovo tratto di Passante Ferroviario, opera fortemente criticata proprio dai ciclisti torinesi che lo reputano una sorta di autostrada urbana che invita a pestare sull’acceleratore. La stessa Lapietra lo ha definito un “progetto inqualificabile”.
L’intenzione dell’assessorato è quella di iniziare a modificare la mobilità cittadina per ridisegnarla in modo più sostenibile. A nulla o quasi sono servite negli ultimi anni le numerose richieste e proposte arrivate a Palazzo Civico per una mobilità urbana che non avesse negli spostamenti in auto l’unico parametro di riferimento, relegando biciclette e pedoni ai margini delle strade spesso in totale insicurezza.
Bike Pride, ad esempio, è da tempo che parla della necessità di controviali a velocità moderata come un pilastro su cui imperniare il famoso Bici Plan scritto tre anni fa e di cui l’amministrazione Fassino da poco conclusa non ha attuato neppure mezza riga. Nel 2014 l'associazione aveva presentato al Comune un progetto completo per avviare un intervento sperimentale di controviale "zona 30" in Corso San Maurizio, ma anche in quel caso, nonostante le promesse del Comune non se ne fece nulla. La nuova amministrazione sembra invece fare sul serio. “L’importante è che questa riorganizzazione venga fatta bene in modo che funzioni, cioè costruendo strutture che davvero impongano il rispetto dei limiti di velocità - sottolinea la presidente dell'associazione Maria Cristina Caimotto - Non basta mettere i cartelli e promettere di fare le multe che tanto poi non si fanno”.
“Se possiamo immaginare tutta la città con dei controviali dove le auto davvero non vogliono andare - aggiunge - se non per i pochi metri che devono fare per parcheggiare andando molto piano, sarebbe già un risultato che andrebbe molto bene. Quello che abbiamo ribadito nel convegno di ieri è che bisogna valutare caso per caso, fare degli esperimenti e trovare la soluzione più efficace per ogni posto perché non tutte le zone sono uguali alle altre”.