Traffico a Milano, nel nuovo piano meno auto e più moto. C'è chi dice no: inquinano e disturbano quasi come le auto
"Ricordo le ragioni per cui abbiamo cercato di favorire le moto in chiave anti-traffico, fino al punto di lasciarle andare sulle corsie riservate. Ma le esigenze sono cambiate" - da REPUBBLICA MILANO del 12.10.2016
13 October, 2016
di Paolo Hutter
Come se non facessero rumore.
Come se non occupassero spazio pubblico. Come se non fossero pericolose.
Come se non andassero per lo più a benzina. Come se la benzina non
inquinasse. Le attuali disposizioni milanesi sulla mobilità e sull'AreaC
considerano e trattano le moto (motocicli e motorini) come se fossero
biciclette.
Adesso si parla di estendere le zone riservate al parcheggio delle moto
in centro. Ci credo, da qualche parte devono pure fermarsi visto che
vengono invogliate a entrare con l'esonero totale dal pagamento della
tariffa d'ingresso. Ci sono in media almeno 30mila ingressi al giorno,
più di un quarto del totale: queste sono le stime della Agenzia per la
mobilità. Non è un piccolo fenomeno marginale che non merita attenzione e soprattutto è in aumento.
Quanto inquinano le moto? È difficile dirlo, avete visto che anche le
stime ufficiali di emissioni di CO2 delle principali case
automobilistiche erano truccate. A occhio comunque è ovvio che consumano
e inquinano meno delle auto sia in termini di CO2 che in termini di
biossido d'azoto e micropolveri. Ma inquinare meno non significa
inquinare zero. Tanto più che i filtri dei motori delle moto potrebbero
funzionare peggio di quelli delle auto. Consideriamo comunque una stima
abbastanza favorevole alle moto, si tratterà pur sempre di un terzo di
quello che emette un'auto.
Ora c'è il rischio che mettendo qualche difficoltà in più alle auto,
facendo pagare quelle che finora non pagavano, venga incentivato
ulteriormente l'uso delle moto, mentre un approccio ambientalista
complessivo, non solo un approccio antismog, suggerisce che solo l'uso
della bici dev'essere incentivato. Certo, stiamo affrontando una
questione nuova, quella del pedaggio e del pagamento della sosta per le
moto. Ci sono delle difficoltà tecniche dovute alla mancanza di targa
dei ciclomotori leggeri. A Londra e in altre città a cui guardiamo non
pagano.
Ma sono città, quelle transalpine, in cui l'uso della moto è molto più
basso. Le due ruote a motore trionfano nel mondo latino mediterraneo e
nel Terzo Mondo in genere. Hanno una larga diffusione (specie i
motorini) nelle città italiane, soprattutto centromeridionali, per vari
motivi storici, perché agili, scattanti, leggere, economiche, perché si
identificano con la libertà. Ma noi a Milano ci sentiamo nella fascia
alta del primo mondo e vogliamo l'aria pulita e le strade del centro
(almeno) tranquille e sicure. Dai tempi in cui andavamo in velosolex o
su sottili moto a miscela, senza casco, e nessuno badava all'aria che
respiravamo le cose sono cambiate. Ora anche i motocicli sono più larghi
e ingombranti, e l'antropologia è 'casco e cravatta'.
Al di là dell'analisi delle emissioni, le moto disturbano la percezione
del pedone persino più delle auto. E nelle città a cui guardiamo, prima
fra tutte Copenaghen, il tragitto che qui molti fanno in moto, là lo
stesso tipo di persone lo fa in bici. Ricordo benissimo le ragioni per
cui per anni abbiamo cercato di favorire l'uso della moto in città in
chiave anticongestione, fino al punto di lasciarle andare sulle corsie
riservate.
Ma le esigenze sono cambiate. E invece l'attuale impostazione dell'AreaC, che fa pagare le auto e non le moto, rischia di portarci a un centro
storico completamente dominato dai centauri.
Al punto in cui siamo è urgente elaborare un sistema che faccia pagare
qualcosa anche alle due ruote a motore. In autostrada le moto pagano
meno, ma pagano. Discutiamo lo sconto, che sia anche forte. Ma non più
gratis, non c'è motivo.
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