Zoom al Parco Michelotti, il coordinamento No zoo diffida legalmente il Comune dal portare avanti la privatizzazione
A renderlo noto è la Lav, la Lega Anti Vivisezione, in un comunicato a nome di tutte le associazioni che fanno parte del coordinamento che si oppone al progetto di realizzazione di un bioparco da parte della società di Cumiana nell’area sulla sponda destra del Po
14 October, 2016
Il coordinamento No Zoo ha inviato al Comune di Torino una diffida legale dal portare a compimento la privatizzazione del parco Michelotti a favore di Zoom. A renderlo noto è la Lav, la Lega anti vivisezione, in un comunicato a nome di tutte le associazioni che fanno parte del coordinamento che si oppone al progetto di realizzazione di un bioparco da parte della società di Cumiana nell’area sulla sponda destra del Po.
Un passo che era lecito attendersi, soprattutto dopo l’affollata commissione consiliare di questa mattina (venerdì 14 ottobre), dove Zoom ha presentato pubblicamente il progetto e il comune, per bocca del vicesindaco Guido Montanari, ha lasciato intendere che salvo imprevisti non bloccherà i lavori: “Non sono mai entusiasta quando uno spazio pubblico non viene gestito dal pubblico – ha detto Montanari - ma sull’area ci siamo trovati un progetto già in essere, che non ci sentiamo di buttar via”.
Il coordinamento ci tiene a sottolineare che “la diffida non è un’azione contro l’amministrazione attuale ma uno strumento che forniamo all’amministrazione stessa per portare avanti il programma con il quale è stata eletta, che dice chiaramente che il Movimento 5 stelle è contrario agli zoo e alle privatizzazioni delle aree pubbliche. Vogliamo quindi essere un aiuto affinché possano realizzare davvero i propri intendimenti politici”.
Nel documento sono presenti tutti gli aspetti fondamentali contestati dal coordinamento. Si legge: “Le associazioni ricorrenti si rivolgono alle competenti autorità affinché provvedano ad approfondire la vicenda verificando il rispetto delle procedure vigenti con particolare riferimento alla fruibilità da parte della comunità, alla compatibilità urbanistica ed ambientale (con particolare attenzione al rispetto dei vincoli paesaggistici, del regolamento verde e della normativa a rispetto della fascia fluviale), e alla compatibilità rispetto alla tutela degli animali”. (Tutto il testo della diffida si può leggere scaricando l'allegato in fondo)
La procedura amministrativa che assegna i circa 3 ettari sulle rive del Po a Zoom si è conclusa il 29 giugno scorso, nell’ultimo giorno di lavoro dell’amministrazione Fassino. Ad oggi però mancano ancora la concessione trentennale e la conseguente firma della convenzione, che è un atto politico fondamentale.
Venerdì 21 ottobre la commissione consiliare si riunirà di nuovo proprio per sentire il Coordinamento, che se non dovesse ricevere risultati da questo primo atto legale fa sapere di avere già pronto il ricorso al Tar.