MyFoody, la rete antispreco alimentare, ora anche in app
La start-up milanese nata nel 2014 oggi è una rete contro lo spreco alimentare che connette grande distribuzione e consumatori. Ora anche con un app geo-localizzata che ti avvisa su prodotti in scadenza e altre offerte antispreco
15 October, 2016
L’idea di MyFoody nasce nel 2014 ed è stata premiata già numerose volte: MyFoody è vincitrice delle Call nazionali “Foodwaste reduction” e “Alimenta2Talent”, è stata premiata dalla Commissione Europea come uno dei migliori 35 progetti di social innovation Europei ed inserita da StartupItalia tra le migliori 100 startup italiane. Inoltre, ha ottenuto la menzione d’oro al Wind Green Award e il patrocinio gratuito di EXPO Milano 2015 e, nel 2016, ha seguito un programma di accelerazione per imprese nel settore food e sostenibilità, sostenuto dal Comune di Milano, presso il Parco Tecnologico Padano e presso l’Incubatore Fabriq.
Da pochi mesi la giovane startup milanese ha lanciato anche un'app geo-localizzata attraverso cui le imprese del settore distributivo possono far conoscere agli utenti le proprie offerte antispreco, come prodotti alimentari vicini alla scadenza o con difetti estetici, nei punti vendita aderenti nelle vicinanze. L'app MyFoody notifica all'utente le offerte dei loro punti vendita preferiti e quando una nuova attività commerciale decide di entrare a far parte del mondo MyFoody. Disponibile sia per iOs che per Android, funziona in modo semplice ed intuitivo, permettendo a chi la usa di risparmiare sulla spesa e ridurre gli sprechi alimentari.
Oggi MyFoody opera in tutta l’Italia, centro, nord e sud, ma con una presenza preponderante a Milano, come ci racconta Francesco Giberti, ideatore nonchè attuale CEO della start-up.
Come vi presentate ai punti vendita e che cosa potete mettere a disposizione in cambio della loro adesione a Myfoody?
"Ci presentiamo come un servizio che unisce: supermercati e consumatori contro lo spreco alimentare. Fattivamente, siamo un servizio di proximity marketing per la vendita di eccedenze alimentari, vale a dire un’app per smartphone che geolocalizza l’utente e offre visibilità a quelle imprese della distribuzione alimentare che appartengono alla rete MyFoody, vendendo i propri prodotti in scadenza o con difetti estetici o semplicemente in surplus a prezzo scontato. In questo modo, i negozi si fanno conoscere e possono vendere merce che molto spesso viene sprecata, i consumatori risparmiano e l’ambiente ne risente in maniera positiva, dato che risorse utili non vengono sprecate, ma acquistate con convenienza da chi le richiede".
Le adesioni più numerose alla rete di Myfoody sono state nella città di Milano, città su cui gli ideatori del servizio si sono concentrati per farlo decollare. La tipologia di negozi coinvolti all'inizio sono stati soprattutto realtà di piccole-medie dimensioni, tra i 150 e 350 mq, appartenenti sia all'alimentare tradizionale, che al biologico.
Del resto, negli ultimi tempi si sta finalmente assistendo ad una maggiore attenzione ai prodotto in via di scadenza e ad evitare inutili sprechi di cibo, anche da parte di soggetti importanti della grande distribuzione. A Milano, l'esempio più recente è quello di Carrefour che ha incentivato e organizzato meglio la vendita quotidiana al 50% di prodotti prossimi alla scadenza, soprattutto frutta, verdura, carne e pesce.
"La lotta contro lo spreco alimentare è diventato un argomento di discussione necessario. È importante che l’attenzione su questo tema cresca. Un mondo in cui si spreca cosi tanto non è più sostenibile, bisogna cambiare", è il principio base di MyFoody.
A quali tipologie di punti vendita vi rivolgete prevalentemente, per ottenere l’adesione a Myfoody?
"Oggi MyFoody è un servizio per la media e grande distribuzione alimentare. I punti vendita a cui MyFoody si rivolge fanno parte di tre categorie: Superette (150 mq - 399 mq); Supermercato (400 mq - 2500 mq); Ipermercato (oltre 2500 mq). Vorremmo espandere la rete in tutto il territorio italiano, sia nelle aree urbane che nelle aree extraurbane. Tutte le tipologie di punti vendita della distribuzione alimentare al dettaglio di prodotti di largo consumo sono nel target di MyFoody. Alcuni esempi di tipologie di punti vendita target sono: biologici, tradizionali, etnici, etc. Non costituiscono target i punti vendita sotto i 150 mq e tutti i punti vendita che non vendono prodotti di largo consumo, come panetterie, macellerie, pasticcerie, bar, pescherie, etc".
Ma dov'è il problema maggiore di spreco di cibo, oggi? Nei supermercati, nei mercati, nei ristoranti, nelle mense scolastiche o aziendali? ....
"La maggior parte dello spreco avviene nelle mura domestiche, ma anche nella filiera della distribuzione alimentare si spreca molto. Noi andiamo ad intervenire proprio su questa parte della filiera, la distribuzione, per ridurre gli sprechi. Anche l’app MyFoody nasce dalla consapevolezza della necessità di fermare lo sperpero nel settore alimentare e dalle opportunità che le nuove tecnologie digitali possono dare in questo senso".
Stefano D'Adda
Leggi anche:
Giovedì 5 febbraio, "Web e reti sociali contro lo spreco alimentare, verso EXPO 2015"
In Gran Bretagna apre il primo supermercato "sociale"MyFoody,
la start up che coinvolge grossisti e ristoranti per contrastare lo
spreco di cibo
Dove
finisce il cibo non consumato al buffet? Save the food e gli hotel
anti spreco