Vetro, appello all'Ue:
Il dibattito si è riacceso nei giorni scorsi dopo che la Commissione industria, ricerca ed energia dell’Europarlamento, nella discussione sul “Pacchetto Economia Circolare”, ha votato per introdurre incentivi per quei materiali che possano essere riciclati più volte senza perdere le loro proprietà intrinseche
17 October, 2016
Il vetro da riciclo è un “materiale permanente” e la sua filiera ha tutte le carte in regola per rappresentare uno dei cuori pulsanti dell’economia circolare europea. A sostenerlo è la ricerca scientifica commissionata da Feve, federazione europea dei produttori di contenitori in vetro, e realizzata dall’istituto italiano di ricerca Stazione sperimentale del vetro, che consacrano ancora una volta il vetro da imballaggi come uno dei materiali chiave nel percorso europeo verso una gestione sempre più sostenibile delle risorse naturali.
Dopo essere immesso sul mercato, utilizzato e gettato via, se correttamente raccolto e processato, un imballaggio in vetro può infatti essere riciclato all’infinito senza la minima perdita delle sue intrinseche proprietà chimico-fisiche.
La ricerca ha analizzato il comportamento assunto dalle molecole del materiale nell’arco dei processi di riciclo e le differenze con gli altri materiali da imballaggio (come i polimeri plastici), arrivando alla conclusione che «gli imballaggi in vetro usati possono essere riciclati in nuovi contenitori senza alcuna necessità di integrazione con nuova materia prima e senza degradazione della struttura intrinseca». Un po’ come avviene con la maggior parte dei metalli, spiegano i ricercatori, sostenendo per questo che proprio come i metalli il vetro può e deve essere incluso nel novero dei cosiddetti materiali permanenti.
L’espressione “permanent material” compare per la prima volta in una risoluzione adottata nel 2012 dal Parlamento Europeo sulla “Strategia al 2020 per una gestione efficiente delle risorse”. Da quella volta, tuttavia, non si è mai provveduto a dotarla di una più precisa ed organica definizione su base normativa. Il dibattito è tornato ad accendersi nei giorni scorsi dopo che la Commissione industria, ricerca ed energia dell’Europarlamento, nell’ambito della discussione sul cosiddetto “Pacchetto Economia Circolare”, ha votato favorevolmente la proposta di introdurre incentivi per quei materiali che possano essere riciclati più volte senza perdere le loro proprietà intrinseche. I materiali permanenti, appunto, sui quali i produttori di imballaggi in vetro (così come i produttori di imballaggi metallici) chiedono da tempo all’Ue di imperniare le future misure europee su riciclo e rifiuti e sulla cui natura giuridica il voto all’Europarlamento potrebbe contribuire a fare chiarezza.
«Accogliamo con piacere il voto della Commissione industria, ricerca ed energia – commenta Vitaliano Torno, presidente di Feve –e speriamo che la Commissione Ambiente confermi questo fondamentale passo in avanti verso la nascita di una vera economia circolare in Europa. Utilizzando il vetro riciclato in una filiera produttiva chiusa, l’industria riduce significativamente il ricorso all’utilizzo di materia prima vergine.Riconoscere il valore dei materiali permanenti aiuterà a ridurre la dipendenza dell’Europa dall’industria estrattiva, dallo sfruttamento del suolo e dai combustibili fossili nella produzione di imballaggi».
Del resto, che nel panorama europeo dell’economia circolare il vetro occupi un posto di assoluto rilievo lo dimostrano i numeri: secondo Feve nel 2015 l’Europa ha raggiunto un tasso medio del 74% di raccolta e avvio a riciclo proprio grazie a caratteristiche peculiari degli imballaggi in vetro come la recuperabilità all’infinito e la marcata economicità del loro processo di riciclo. «Ad ogni modo – aggiunge però Torno – la situazione varia ancora da Paese a Paese, e il risultato è che ancora oggi il 26% di bottiglie e barattoli finisce inesorabilmente nelle discariche europee. La revisione della legislazione europea sui rifiuti con il Pacchetto Economia Circolare dovrà incentivare il riciclo multiplo, per fornire all’industria materiale di buona qualità e a prezzi contenuti».