Rifiuti Zero, lettera aperta a Beppe Grillo su Roma e Torino
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Paul Connett, padre della strategia Rifiuti Zero e Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy, hanno scritto al leader 5 Stelle riguardo le prime azioni e decisioni politiche dei neoeletti sindaci di Roma e Torino nei confronti dell’incenerimento
08 November, 2016
Caro Beppe,
spero che tu stia bene, nel corpo e nello spirito.
Io e Rossano ti stiamo scrivendo oggi riguardo alla situazione a Roma e Torino. Siamo infatti piuttosto preoccupati circa il fatto che i due neoeletti sindaci 5 Stelle delle due città stiano dichiarando – e peggio – facendo nomine istituzionali che sembrano voltare le spalle alla strategia Rifiuti Zero, favorendo piuttosto l’uso retrogrado di inceneritori e discariche. Tiscrivo nella speranza che tu possa agire per poter riportare sulla strada scelta dai 5 Stelle gli attivisti che hanno preso la via.
Come sai sono stato in Italia molte volte per collaborare con Rossano Ercolini e diversi altriattivisti che combattono contro gli inceneritori e promuovono la strategia Rifiuti Zero. In queste occasioni ho più volte lavorato insieme a membri degli Amici di Beppe Grillo e del Movimento Cinque Stelle. Una storia che amo raccontare spesso durante i miei interventi pubblici è come pochi anni fa i membri di una delegazione degli Amici di Beppe Grillo (vi erano circa 600 gruppi in Italia all’epoca) durante un incontro con te, dopo averti detto che amavano le tue idee, ti chiesero che cosa volevi che loro facessero. Tu rispondesti “tornate a casa, nella vostra città e miglioratela”. Secondo me questo semplice consiglio ebbe come esito il cambiamento della politica italiana, che dalle “parole” passò ai “fatti”, anche grazie alla creazione del Movimento 5 Stelle inteso come azione dal basso. Uno dei risultati fu che molti attivisti proposero e fecero adottare la strategia Rifiuti Zero nella propria comunità.
Considerevolmente, questo movimento ha visto l’elezione di ben 140 attivisti, promossi dal basso, in parlamento e ancora l’elezione di molti sindaci 5 Stelle in città di notevole importanza come Parma, Torino e Roma. Persino il New York Times ha parlato dell’elezione del sindaco di Roma. Ho raccontato con entusiasmo a tutti i miei amici negli Stati Uniti (e anche in altri paesi) riguardo questi accadimenti di cui molti non erano a conoscenza. Speravo vivamente che quanto accaduto in Italia con il Movimento 5 Stelle potesse dare nuove energie anche ai giovani di altri paesi nel migliorare le proprie comunità e che questo, inoltre, conducesse altri attivisti ad ottenere posizioni politiche importanti in modo da poter influenzare – e migliorare
– sia la sfera politica locale che nazionale. Speravo davvero che il caso italiano potesse creare maggiori opportunità per i leader politici di collaborare più strettamente con i cittadini in modo da fondare politiche comunitarie attente agli interessi della popolazione, della comunità e del pianeta stesso, andando quindi oltre gli interessi delle lobby (in particolar modo, quella non sostenibile dell’incenerimento) e delle organizzazioni criminali. Vista l’importanza di Roma nella sfera politica italiana, pensavamo che la nomina del nuovo sindaco sarebbe stata una grande vittoria anche per il movimento Rifiuti Zero; tuttavia, le cariche istituzionali successivamente nominate sembrano volere reintrodurre la possibilità della combustione dei rifiuti nella regione Lazio e di nuove discariche. Questo, ancora una volta, rischia di dare una posizione prominente al proprietario della discarica di Malagrotta, il Sig. Cerroni, più volte screditato dalla sua conduzione nociva e fallimentare della stessa. A nostro avviso, il Sig. Cerroni dovrebbe piuttosto stare in prigione visto i danni da lui fatti alla comunità e all’ambiente. Ma la cosa più preoccupante è che queste nomine e azioni sembrano andare contro la volontà di quegli attivisti che hanno eletto l’amministratore che li dovrebbe rappresentare e non fare altro che i loro interessi.!
Allo stesso modo, anche a Torino il neoeletto sindaco ha incaricato come dirigente dell’azienda che gestisce l’inceneritore di Gerbido, la TRM, un tecnico favorevole all’incenerimento. Come abbiamo spesso ripetuto, l’emergenza rifiuti non si risolve con tecnologie migliori ma migliorando l’organizzazione, l’educazione civica e la progettazione industriale. C’è il bisogno di attivisti dal basso a Roma e Torino – così come designers professionisti all’Università di Roma e scuole di design come l’ISIA – per aiutare i nominati neo-eletti amministratori per raggiungere gli obiettivi proposti dal Movimento. In breve, temiamo che gli sviluppi attuali stiano mettendo da parte proprio le persone, chiave della risoluzione delle problematiche relative ai rifiuti sia a Roma che a Torino. Ti stiamo scrivendo in questa circostanza, a nostro avviso estremamente critica, nella
speranza che tu possa aiutare a tenere vivo il vostro – e nostro – sogno, quello di Rifiuti Zero. Ci teniamo ad offrirti questi consigli (la maggior parte dei quali sono stati discussi nel mio libro, The Zero Waste Solution: Untrashing the Planet One Community at a Time, Chelsea Green, 2013 ) in questa occasione perché crediamo che Roma, attraverso l’energia e l’entusiasmo degli attivisti possa risolvere la crisi dei rifiuti in modo tale da ispirare altre città a muoversi verso modelli più sostenibili e di economia circolare. Ormai sappiamo che la strategia Rifiuti Zero (separazione alla fonte, raccolta porta a porta, compostaggio, riciclo, centri di riuso e di separazione, ricerca rifiuti zero, tariffazione puntuale, separazione del residuo e stabilizzazione biologica della frazione organica) funziona al suo meglio in piccole comunità, per questo c’è bisogno che Roma venga suddivisa in tante
piccole frazioni così che la raccolta porta a porta (fondamentale per raccogliere un flusso di organico pulito che può essere riutilizzato in agricoltura) sia organizzata al meglio. In questo campo gli attivisti possono svolgere un ruolo centrale.
La leadership politica di Roma ha bisogno di essere incoraggiata a fondare centri di riuso e riparazione per facilitare lo sviluppo delle comunità romane. Questi centri possono agire come punti di educazione e raccoglimento (per esempio, gli attivisti potrebbero spiegare ai cittadini, in modo personale, i dettagli e l’importanza dell’intero progetto di Roma). L’energia degli organizzatori dei movimenti dal basso deve essere utilizzata per incoraggiare attività quali compostaggio di comunità, orti di quartiere e altre azioni comunitarie che educhino e formino la popolazione. In più, pensiamo che gli amministratori di Roma, e di Torino, debbano negoziare con gli agricoltori, creando una collaborazione che impieghi la frazione organica, pulita, presa dalla raccolta differenziata cittadina. Come San Francisco, che ha attuato questo sistema con successo, gli amministratori dovrebbero lavorare con ristoranti e hotel. In questo senso è fondamentale organizzare e formare lo staff delle cucine in modo da facilitare la generazione di una discreta quantità di frazione organica utilizzabile. In questo contesto l’impiego di incentivi di tipo educativo ed economico (per esempio, costi più bassi per lo scarto di organico pulito paragonato a quello dei rifiuti indifferenziati) possono essere molto utili. Queste negoziazioni possono essere facilitate dalla fondazione di squadre composte da amministratori e attivisti dal basso. Una volta che l’organico viene debitamente trattato, anche le città più grandi possono gestire gli scarti riciclabili in modo semplice, efficace e redditizio. Tuttavia, grandi idee come queste finiranno nel dimenticatoio se i nuovi sindaci di Roma e Torino prenderanno scorciatoie che portano al consolidamento di strutture costose e inquinanti che distruggono i rifiuti invece di ri-organizzare la conservazione di risorse per lo sviluppo e la sostenibilità delle comunità.
La leadership politica di Roma ha bisogno di essere incoraggiata a fondare centri di riuso e riparazione per facilitare lo sviluppo delle comunità romane. Questi centri possono agire come punti di educazione e raccoglimento (per esempio, gli attivisti potrebbero spiegare ai cittadini, in modo personale, i dettagli e l’importanza dell’intero progetto di Roma). L’energia degli organizzatori dei movimenti dal basso deve essere utilizzata per incoraggiare attività quali compostaggio di comunità, orti di quartiere e altre azioni comunitarie che educhino e formino la popolazione. In più, pensiamo che gli amministratori di Roma, e di Torino, debbano negoziare con gli agricoltori, creando una collaborazione che impieghi la frazione organica, pulita, presa dalla raccolta differenziata cittadina. Come San Francisco, che ha attuato questo sistema con successo, gli amministratori dovrebbero lavorare con ristoranti e hotel. In questo senso è fondamentale organizzare e formare lo staff delle cucine in modo da facilitare la generazione di una discreta quantità di frazione organica utilizzabile. In questo contesto l’impiego di incentivi di tipo educativo ed economico (per esempio, costi più bassi per lo scarto di organico pulito paragonato a quello dei rifiuti indifferenziati) possono essere molto utili. Queste negoziazioni possono essere facilitate dalla fondazione di squadre composte da amministratori e attivisti dal basso. Una volta che l’organico viene debitamente trattato, anche le città più grandi possono gestire gli scarti riciclabili in modo semplice, efficace e redditizio. Tuttavia, grandi idee come queste finiranno nel dimenticatoio se i nuovi sindaci di Roma e Torino prenderanno scorciatoie che portano al consolidamento di strutture costose e inquinanti che distruggono i rifiuti invece di ri-organizzare la conservazione di risorse per lo sviluppo e la sostenibilità delle comunità.
Beppe, ti prego, aiutaci a tenere vivo il tuo sogno a Roma e Torino (come esempio per il resto d’Italia) incoraggiando i nuovi sindaci a rendere il coinvolgimento dei cittadini (specialmente i più giovani) nella risoluzione delle crisi dei rifiuti la loro priorità assoluta.
Con stima,
Con stima,
Paul Connett e Rossano Ercolini