Rifiuti dell'Ilva in Sicilia, botta e risposta tra il ministro Galletti e Legambiente
Dopo la denuncia dell'associazione sui rifiuti che da un mese arrivano dall'Ilva di Taranto alla discarica di Cisma, tra Augusta e Melilli, zona già molto inquinata, il ministro risponde che presto i conferimenti finiranno. Ma l'associazione non ci crede
14 November, 2016
"Si tratta di rifiuti non pericolosi. Questa è la premessa importante da fare". Replica così il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, alla denuncia di Legambiente che ha svelato che da circa un mese stanno arrivando nella discarica Cisma tra Augusta e Melilli, una zona già gravemente compromessa a livello ambientale, diversi camion di polverino d'altoforno dell'Ilva di Taranto. Era già accaduto nel maggio 2015 e Legambiente lo aveva denunciato anche in quel caso.
“La discarica, dopo aver accolto in questi ultimi mesi rifiuti urbani di diverse decine di comuni siciliani vicini e lontani, ha ripreso a ricevere e a smaltire il polverino che gli elettrofiltri trattengono dai fumi dell’altoforno dell’Ilva - dice l'associazione - Da circa un mese partono da Taranto, con spedizioni settimanali, una trentina di autotreni carichi di polverino. In totale ogni spedizione ammonta a circa 900 tonnellate. I camion vengono imbarcati al porto di Taranto sulla nave Eurocargo Livorno e sbarcati a Catania per poi proseguire su strada per la Cisma. Inspiegabili le ragioni per cui chi amministra l’llva su mandato del Governo ha deciso di scaricare i suoi rifiuti lontano dalla Puglia e in una zona già gravemente malata. Qualora, come emerse nel 2015, complessivamente il quantitativo da smaltire fosse rimasto di 100.000 tonnellate, i viaggi andranno avanti per molti mesi".
Galletti però assicura che la situazione dovrebbe risolversi presto: "Avevamo detto si trattava di una situazione transitoria in attesa che le discariche dell'Ilva per questa tipologia di rifiuti site all'interno dello stabilimento entrassero in funzione - ha detto il ministro intervenuto a Siracusa ad un appuntamento sul referendum -. Questo è avvenuto a ottobre di quest'anno. Ma già dallo scorso anno il polverino non viene conferito solo in Sicilia ma su tutto il territorio nazionale. Quindi io credo che il trasferimento nei prossimi mesi diminuirà ancora, fino poi ad azzerarsi quando l'Ilva avrà assorbito interamente anche lo stock vecchio e potrà andare in autonomia con le discariche che ha appena costruito". Galletti ha voluto ribadire che il territorio siracusano è 'attenzionato' dal ministero: "Non c'è pericolo di inquinamento. La premessa importante è che sono rifiuti non pericolosi e questo esclude ogni tipo di inquinamento. Noi stiamo lavorando molto su Siracusa: ricordo che ad agosto di quest'anno abbiamo stanziato altri 200 milioni di euro sul sito di interesse nazionale di Siracusa, proprio per arrivare alla bonifica del sito. Io penso che siano queste le cose che interessano ai cittadini della città".
Legambiente però non si lascia rabbonire e si chiede "con quale criterio le autorità competenti avessero autorizzato il trasferimento in un’area ad alto rischio ambientale e Sito di Interesse Nazionale (SIN)". Inoltre l'associazione contesta "vivamente che lo smaltimento di questi rifiuti speciali sia stato fatto in via transitoria. In verità il polverino d’altoforno – a distanza di oltre un anno e mezzo – è ancora qui, sicuramente qui rimarrà e l’operazione ha subito un lungo stop forse solo per il clamore suscitato dalla vicenda con i suoi relativi effetti collaterali”.
"È paradossale che Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia, mentre da un lato si affanna a cercare all’estero e fuori regione chi è disponibile a prendersi circa 180.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani trattati prodotti dai siciliani e dall’altro non sappia che sul suolo dell’isola vengono scaricati rifiuti ben più “indigeribili” ed in quantità così rilevante". Da qui l'appello al presidente del consiglio Renzi, al governo Crocetta, al ministro dell’ambiente Galletti, al ministro dello sviluppo economico Calenda al cui dicastero compete la nomina dei commissari Ilva, ai deputati regionali e nazionali, alle amministrazioni locali "di attivarsi subito in difesa della salute dei cittadini dell’area Augusta, Priolo e Melilli e di non permettere che altre violenze vengano commesse nei confronti della popolazione e del territorio".