La bontà del cibo scaduto
In Danimarca lo spreco è diminuito del 25 per cento negli ultimi cinque anni, grazie a un nuovo approccio al cibo scaduto
02 December, 2016
In appena cinque anni, la Danimarca ha ridotto lo spreco alimentare del 25%, grazie a un nuovo atteggiamento nei confronti dei cibi scaduti. Per un Danese, infatti, un prodotto scaduto può essere ancora buono da mangiare. Si tratta di un cambiamento di mentalità che ha portato a risultati eccellenti, facendo ridurre di un quarto lo spreco alimentare dal 2011. In parte, il successo è frutto del lavoro dell’associazione “Stop allo spreco alimentare”, nata nel 2008 per iniziativa della militante di origine russa Selina Juul, che si è spesa per fare sì che i prodotti vicini alla data di scadenza, o che l’hanno appena raggiunta, possano beneficiare di una serie di promozioni nei supermercati.
L’iniziativa si è diffusa nella maggior parte dei negozi danesi. L’associazione Wefood, dal canto suo, è riuscita ad andare ancora più lontani, scegliendo di vendere unicamente prodotti con l’imballaggio deteriorato oppure con una data di scadenza già passata. Il gruppo ha aperto due negozi nella capitale e si sta muovendo per far passare il messaggio che questi prodotti sono ancora buoni da mangiare. Tutti i profitti vengono devoluti a un’associazione caritativa.
E nel resto d’Europa? Nel Regno Unito, il primo supermercato che vende i prodotti invenduti ha aperto i battenti vicino a Leeds, lo scorso settembre. Qui, rispetto a Wefood, i clienti sono invitati a stabilire da soli il prezzo di quello che acquistano. In Francia, la vendita promozionale di prodotti scaduti è inclusa nelle buone pratiche consigliate dall’Ademe, Agenzia per l’Ambiente e la gestione dell’energia, ma resta ancora marginale. In Italia, alcuni supermercati, come U2 o Carrefour, hanno un banchetto dove è possibile comperare prodotti con una data di scadenza ravvicinata.
A cura di Laura Tajoli
Fonte: Le journal de l'environment