Bus notturni. Le politiche ambientali del vorrei, ma ....
"Gli utenti dei bus notturni potrebbero crescere se le stesse linee venissero mantenute, incentivate e pubblicizzate correttamente. La Milano “ricca” potrebbe avere più coraggio" - da ARCIPELAGOMILANO.IT del 18.01.2017
22 January, 2017
Le politiche ambientali in Italia sono da troppo tempo contraddistinte da molti buoni propositi e azioni che spesso non rendono merito ai propositi che le hanno, teoricamente, generate. Milano, purtroppo, pur avendo fatto tantissimo negli ultimi anni, tende a volte ad adeguarsi. L’ultima della Giunta milanese unisce un’ottima intenzione – anticipare l’orario di inizio delle corse della metropolitana per favorire chi si alza presto per andare a lavorare – con una meno buona contropartita – cancellare la quasi totalità delle corse notturne istituite durante Expo e forse uno dei lasciti tangibili di Expo alla città.
La decisione è stata giustificata come necessaria per indirizzare le scarse risorse verso linee e servizi (più) utilizzati rispetto a corse – quelle notturne – usate da poche persone. Legittima posizione, ovviamente, ma che gioca in realtà contro una politica più organica e cittadina a favore della mobilità sostenibile e, quindi, dell’ambiente. E mette in ombra tutte le altre iniziative fatte da questa Giunta in questi primi mesi e dalla precedente nei cinque anni passati.
Se poi analizziamo nel dettaglio queste iniziative – la LEZ (low emission zone), la sosta maggiorata in centro, la rimodulazione dei permessi per Area C – si vede che, pur essendo ottime, vanno quasi tutte prevalentemente nella stessa direzione: sostituire il parco auto con mezzi meno inquinanti, limitando e scoraggiando l’accesso delle auto al centro. Mentre la vera sfida dovrebbe essere invece quella di arrivare a eliminare proprio la necessità di avere un parco auto, almeno entro l’area urbana, offrendo mezzi e sistemi di trasporto alternativi ed efficienti (sì, è una posizione estrema e forse anche provocatoria).
Togliere le linee notturne, anche se le corse sono usate da pochi utenti, va invece in una direzione abbastanza divergente. In più la carenza di fondi, usata per giustificare queste scelte, che di fatto deviano da corrette politiche ambientali, sta ormai diventando una scusa un po’ ripetitiva, che non regge più, un po’ come il mal di testa per evitare un appuntamento indesiderato.
Se si vuole (continuare a) trasformare Milano in una città “sostenibile”, se si vuole davvero che la mobilità sostenibile diventi il paradigma primo della mobilità in città, se si vuole essere davvero alla pari di capitali europee che si “permettono” di bandire le auto dal 2019 (Oslo), o dal 2025 (Amsterdam, in realtà l’intera Olanda), allora è necessario fare degli investimenti anche coraggiosi e lungimiranti, e non limitarsi a rilanciare ammirati le notizie sui social network.
Servono soldi? Sicuramente, come per tutti gli investimenti. E come per molti investimenti, forse il ritorno non sarà immediato; ma va anche detto che la valutazione dei ritorni dovrebbe essere fatta con una visione più ampia del semplice calcolo economico, includendo anche gli effetti positivi che sul lungo termine queste scelte possono avere sulla città.
Se gli utenti delle linee notturne sono pochi adesso (non ho motivo di non crederci), è ovvio che senza le linee saranno ancora meno domani; anzi, saranno proprio zero. Ma potrebbero invece crescere se le stesse linee venissero mantenute, incentivate e pubblicizzate correttamente. In questi ultimi anni Milano è diventata una città ricca, o almeno benestante, anche se rimangono grosse disuguaglianze; ragionare in termini di carenza di fondi per cancellare servizi che sono, sia pur potenzialmente, utili, un po’ stride con l’immagine che la città si vuole dare. Per fermare le critiche, per rilanciare sulle azioni – meritevoli – che già sono state fatte credo che il Comune debba proporre un approccio più strutturato alla questione ambientale. Partendo dalla mobilità, ma senza fermarsi lì.
Forse si potrebbe accelerare sul PUMS (che mi pare essere ancora in fase di approvazione), producendone una sintesi che delinei le politiche e le azioni che si intendono adottare e i tempi previsti per l’adozione. Lo stesso piano – che è stato costruito in qualche modo insieme ai cittadini – dovrebbe poi diventare effettivamente il riferimento per ogni decisione sia di conferma che di correzione, rendendo i cittadini partecipi non solo della costruzione del piano ma anche delle ragioni che stanno dietro alle singole scelte.
Dopodiché, si potrebbe rilanciare sulla sostenibilità anche puntando di più sul decentramento: i Municipi dovrebbero essere dotati di budget vero per la gestione della mobilità locale – con la possibilità di indire bandi e approntare servizi di linea locale; si potrebbero istituire delle estensioni di Area C su aree decentrate, non necessariamente centrali, estendendo anche lì i benefici che AreaC ha portato; si potrebbe insistere con la creazione di Zone30, magari impegnandosi anche a farle rispettare. Si potrebbe infine progettare una piattaforma di logistica avanzata che, partendo dall’idea iniziale della LEZ, attrezzi la città per un futuro dove i servizi di acquisto online stanno crescendo sempre più.
Insomma, idee ce ne sono tante; si tratta di declinarle e portarle avanti. Senza cancellare linee notturne.
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