“Lavoriamo all’emergenza smog. In 3 anni l’Italia tornerà virtuosa”
Il ministro dell’Ambiente Galletti: sono in corso interventi coordinati tra le regioni del bacino padano per scongiurare la maxi multa dell’Ue - da La Stampa del 02.02.2017
02 February, 2017
«Stamattina ho visto la foto della statua della Vittoria a Berlino con la mascherina anti smog. L’inquinamento non è un problema italiano, ma europeo, anzi globale», dice il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Certo ministro, ma l’Italia rischia non solo la pelle dei suoi cittadini - 66mila persone, secondo l’agenzia europea per l’ambiente sarebbero morte prematuramente, nel 2013, a causa delle emissioni di pm2,5.- ma anche una mega multa. Come è stato possibile arrivare a tanto?
«Per evitare l’eventuale procedura di infrazione stiamo lavorando da tempo. Ma mi preoccupa ovviamente di più la salute dei cittadini».
Numeri allarmanti.
«Certo, anche se è difficile fare delle stime che abbiano credibilità».
Eppure non è una novità. Siamo stati condannati dalla Corte di Giustizia europea per la violazione dei limiti in 55 aree geografiche nel 2006 e nel 2007. E nulla sembra essere cambiato.
«Tutti credono che i cambiamenti climatici riguarderanno i nostri nipoti, invece riguardano noi,adesso. Gli ultimi due anni sono stati i più caldi della storia e questo significa periodi di siccità molto lunghi e quindi stagnazione delle polveri molto più forte che negli anni precedenti. Ma negli ultimi anni anche in pianura padana che è la nostra zona più a rischio, i dati sono migliorati. Poi con responsabilità dico che non è assolutamente sufficiente, dobbiamo continuare con maggiore efficacia».
Come?
«Non c’è un solo intervento che risolve. Ma una serie di interventi coordinati tra le regioni. Se Milano fa una politica di riduzione del traffico o strutturale da sola non serve a nulla perchè lo smog non riesci a recintarlo. Il Bacino padano è la zona in cui stiamo rischiando l’infrazione. E dobbiamo fare una politica coordinata tra tutte e 4 le regioni ».
A che punto siete visto che secondo alcuni la difficoltà di rispettare i limiti dipende anche dalla suddivisione delle competenze tra Stato e Regioni?
«Devo dire che su questo tema negli ultimi anni ho avuto una grande collaborazione dalla parte delle regioni. I risultati sono che quest’anno abbiano approvato per la prima volta i 4 piani qualità dell’aria delle regioni “padane” che contengono sia le misure sia i tempi di rientro nei limiti previsti dalla normativa europea. Lombardia e Veneto lo hanno già approvato Entro maggio saranno approvati quelli di Piemonte ed Emilia Romagna».
Tempi per il rientro nei limiti?
«Entro il 2020 anche se in alcuni casi si sforerà più avanti perchè noi i piani li facciamo seri e anche l’Europa dovrà capire che stiamo parlando di una zona che è più difficile delle altre, visto che morfologicamente è un bacino dove le polveri stagnano».
Lo capirà?
«Io credo di si perchè non è che abbiamo fatto solo un’azione di programmazione ma anche interventi specifici che hanno fatto diminuire le polveri. Nel 2016 solo il mio ministero ha investito più di 100 milioni di euro per progetti specifici. E poi c’è l’Ecobonus esteso fino al 2021 e il conto termico che vale 900 milioni di euro per l’efficentamento energetico delle abitazioni. E il decreto dove stabiliamo le classi delle caldaie, premiando chi passa a una classe di maggiore efficienza».
Non piove da mesi, ma ci sono stati pochi blocchi auto. pensa che si debba essere più severi?
«Il 31 dicembre del 2015 abbiamo fatto protocollo con i comuni italiani dove abbiamo dettagliato le misure di emergenza che non sono la soluzione del problema ma servono. E io m i aspetto che i comuni dispongano i blocchi rispettando quel protocollo, in maniera da renderli omogenei. Perchè se il blocco lo fa Bologna e non Casalecchio di Reno, l’intervento serve a poco».
C’è chi dice che dieci anni fa avete accettato limiti che non potevano essere sostenuti. È vero?
«Io ritengo che per quanto riguarda la pianura padana questo sia vero. Perchè quella zona presenta dal punto di vista morfologico criticità maggiori. ed è parte della nostra difesa».
Cambiando argomento. Si è riaperta la caccia al povero lupo?
«Abbiamo predisposto un piano serissimo per la tutela del lupo Chi parla di caccia al lupo non ha letto il testo o è in malafede».