Il futuro di Amiu Genova. Legambiente Liguria: “Non c’è stato coinvolgimento altre città socie Iren come da noi auspicato”
In vista di una nuova delibera per l’aggregazione Amiu - Iren, dopo la recente bocciatura del Consiglio comunale di Genova, Eco dalle Città ha fatto il punto della situazione con Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria.
21 February, 2017
In vista di una nuova delibera per l’aggregazione Amiu - Iren, dopo la recente bocciatura del Consiglio comunale di Genova, Eco dalle Città ha fatto il punto della situazione con Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria. “Il nodo centrale è su cosa vuole fare il socio privato. Un socio privato che non punta sul piano industriale che aveva preparato Amiu, e che noi avevamo apprezzato, creerà dei problemi anche all’economia della città. Occorrerebbe ragionare in termini di economia circolare facendo rimanere in loco i materiali: beni preziosi, materie prime seconde, che una volta lavorate possono essere motivo per creare posti di lavoro”. "Si continua invece a dire che quella tracciata sia l’unica strada percorribile. Il rammarico è non aver aperto un dibattito anche con le altre città provando ad indirizzarlo anche a livello politico. Come mai la politica ha rinunciato a determinare gli indirizzi all’interno della partecipate di cui è socia? Noi avremmo auspicato un dibattito anche con le altre città che sono socie di Iren, Parma, Piacenza e soprattutto Torino". Legambiente Liguria, dopo la bocciatura della delibera in Consiglio comunale, aveva infatti chiesto di riavviare il dialogo partendo dal confronto con i soci pubblici di Iren. “Cosa che non ci risulta essere avvenuta” ha sottolineato Santo Grammatico. “Il punto è orientare le politiche di un grande player, di una grande multiutility, che ha un ruolo significativo nel Nord-Ovest”. “Certo, che se la priorità sarà dover alimentare gli impianti di incenerimento e le performance in termini di raccolta differenziata rimarranno quelle presentate in Commissione consiliare qualche mese fa (con una prospettiva di raccolta differenziata al 45% secondo il piano allora proposto)” la prospettiva rimane “assolutamente deludente” tanto che la proposta precedente “è stata rigettata”, ricorda il presidente di Legambiente Liguria. “C’è poi la spada di Damocle dell’ecotassa regionale con il rischio di multe che possono riversarsi sulle tasche dei cittadini. E infine - ha concluso Santo Grammatico - rimane la discarica di Scarpino che continua ad assorbire milioni di euro all’anno per la gestione del sito. Un’eredita che ci porteremo dietro ancora per decenni”.