Lettera di risposta di Paolo Hutter all'editoriale di Griseri su Repubblica Torino
Lettera di risposta di Paolo Hutter all'editoriale di Paolo Griseri su Repubblica Torino
06 March, 2017
Dalla Conferenza di Rio in poi gli Stati sono chiamati ad avere anche una funzione educativa per la salvaguardia dell'ambiente, che poi è la condizione per salvaguardare il futuro del genere umano. Ci sono abitudini che vanno cambiate, e non solo standard emissivi da far rispettare alle industrie. Quindi non è totalitario uno stato o un Comune che impone cambiamenti di abitudini, tanto più che si tratta di autorità elette democraticamente e di ordinanze o leggi sottoposte a controlli e possibilità di ricorso e di revoca..( Comunque, manco a farlo apposta, la prossima domenica a piedi coincide con Biennale Democrazia: magari diranno qualcosa.)
Se poi parliamo di traffico ogni misura che lo regola potrebbe essere definita una imposizione. Compresa la destinazione delle strade alla circolazione delle auto ( come pedone mi è "imposto" di non stare in mezzo alla strada). Nella gestione del traffico, delle zone e dei momenti delle sue varie regolazioni, non esiste "proposta" che abbia valore senza corrispondenti regole e sanzioni. Non posso "chiedere" ai cittadini automobilisti di non parcheggiare in piazzetta Reale. Ogni aggiustamento provvisorio o definitivo è una imposizione.
Per quanto riguarda i blocchi domenicali non parlerei di iniziativa "per educare" (un'espressione che può risultare paternalista) ma di momenti di sperimentazione e di respiro. Anche la giornata di domenica 5 marzo a Torino, pure così poco preparata, ha avuto successo. Se venisse messa ai voti della popolazione riscuoterebbe la maggioranza. Vero è che è saltata fuori un po' all'improvviso, un po' inaspettatamente: in questo senso può aver dato l'impressione di "imposizione dall'alto". Un po' di discussione, e di concertazione tra varie esigenze, può portare a decidere un calendario più comprensibile e quindi più fruibile. Domenica a piedi è una formula per camminare e pedalare, per fare delle cose, non solo per assistere passivamente.