Eco dalle Città ha deciso di celebrare l'8 marzo con un banchetto picnic e di auguri "Viva le donne a Porta Palazzo", all'inizio dell'orario del recupero cibo quotidiano che l'associazione svolge con i volontari africani nel mercato di Torino
06 March, 2017
di Paolo Hutter
Bintou, Dalla, Kadjila, con le pettorine arancione di "Sentinelle dei Rifiuti-Materbi" in un ventoso limpido primo pomeriggio di marzo, accompagnate e tradotte dalla Sentinella-Mediatrice Culturale Erica Carnevale raccontano e discutono in vista della Festa della Donna. Abbiamo deciso di celebrarlo, l'8 marzo, con un banchetto picnic e di auguri "Viva le donne a Porta Palazzo", all'inizio dell'orario del recupero cibo quotidiano che facciamo con volontari africani nel mercato di Torino.
In preparazione dell'appuntamento parliamo con una giovane giornalista cittadina. Si traduce da italiano a francese e qualche passaggio in "bambarà". Bintou è ivoriana Dalla e Kadjila sono del Mali, sono arrivate in Italia da meno di un anno dopo un periodo tormentato e pericoloso passato in Libia. Come abbiamo raccontato in un precedente articolo, si sono buttate con entusiasmo nel volontariato a Porta Palazzo. A dirla tutta prima non avevano in mente l'8 marzo, poi ci raccontano che nei loro paesi è una festa commerciale. "Si si la giornata mondiale delle donne, fanno la pubblicità ai vestiti con su il marchio 8 marzo 2015, e poi l'anno dopo 2016 e così via. E' una festa per i negozi. E se i mariti sono poveri, o se ne fregano, non comprano neanche il vestito." Interrogate sulla condizione femminile, le tre ragazze sono categoriche e drastiche : "Non ci sono diritti delle donne, nei nostri paesi devono fare quello che vogliono gli uomini." Non hanno pudore nè imbarazzi a raccontare le loro esperienze drammatiche: due di loro sono state sposate contro la loro volontà, in matrimoni tradizionali, a mariti che le picchiavano. Una cosa molto frequente, dicono.
L'altra rimasta orfana dei genitori è stata adottata da un patrigno che la maltrattava. Alla base della decisione di andare a cercare una nuova vita in Libia ci sono queste storie di oppressione femminile. "E' colpa del Corano, che sancisce l'inferiorità della donna e il diritto dei mariti a malmenarle" ipotizza Erica. "Non è vero, io l'ho anche letto in arabo il Corano" replica Bintou "non dice affatto che l'uomo può maltrattare la donna. E' la prepotenza maschile il problema." E' in Italia come ti trovi? "Benissimo, anche se non conosco ancora bene la situazione. Ma qui mi sento rispettata, replique montres, non maltrattata, non mi sembra che qui i mariti picchino le mogli regolarmente come spesso da noi. Da quando sono in Italia non piango più. Ci troviamo bene".
Chiediamo a Dalla quali siano i diritti necessari per le donne: "Innanzitutto, se penso al mio paese, il diritto a essere rispettate, non toccate. E poi il diritto ad un'assistenza sanitaria dignitosa per la gravidanza e il parto." Alla giornalista raccontano cosa fanno al mercato di Porta Palazzo : "Facciamo un lavoro senza soldi , volontario. Recuperiamo il cibo per le vecchie signore che vengono a cercarlo. Ne siamo fiere."