Arriva in Italia il documentario 'A Plastic Ocean', in anteprima il 13 marzo presso l’ambasciata americana a Roma
All’interno del documentario che sarà presentato a Roma il 13 marzo alle ore 17.30, una parte è dedicata al progetto “Plastic Busters” dell’Università di Siena sull’inquinamento da microplastiche nel Mediterraneo
08 March, 2017
Dopo anni di ricerche, viaggi e riprese, è uscito nelle sale cinematografiche del mondo il film documentario sulla plastica che inquina gli oceani "A Plastic Ocean", prodotto dalla rete internazionale di fondazioni “Plastic Oceans”: nel lavoro, che racconta gli studi scientifici sull’inquinamento degli oceani portati avanti da ricercatori dei cinque continenti, una parte è dedicata al progetto “plastc busters” dell’Università di Siena.
Il film sarà proiettato per la prima volta in Italia presso l'ambasciata degli Stati Uniti a Roma il 13 marzo, alle ore 17.30, con la partecipazione della professoressa Maria Cristina Fossi, che commenterà il video e spiegherà il lavoro svolto nell’ambito del progetto “Plastic Busters”, dedicato allo studio e alla lotta all’inquinamento da microplastiche nel mar Mediterraneo.
Una parte del film è stata girata alcuni anni fa nei laboratori del dipartimento di Scienze ambientali dell’Università di Siena e nei mari della Sardegna, dove la professoressa Fossi e il suo gruppo di ricerca lavorano per campionare la presenza di microplastiche, e indagare le conseguenze dell’inquinamento sulla salute delle balene e di altre specie “sentinella”. Proprio durante il campionamento sulle balene, la troupe di “Plastic Oceans”, insieme alla pluri campionessa mondiale di apnea Tanya Streeter ha girato splendide immagini nei mari della Sardegna, in quel “santuario” dei cetacei replique montre che è una delle zone a più alta protezione del Mediterraneo, purtroppo in pericolo perché pesantemente minacciato, oltre che dagli altri inquinanti, da ingenti quantità di plastica.
La troupe di giornalisti che ha realizzato il documentario proviene in larga parte dalle BBC ed è capitanata da Jo Ruxton, specializzata nei documentari naturalistici e nelle riprese sottomarine, produttrice anche di “The Blue Planet”.
La rete non profit “Plastic Oceans”, sostenuta a livello globale da numerose organizzazioni ambientaliste, tra cui il WWF, Greenpeace, Blue Ocean, Sea Shepherd e molte altre, sta realizzando una imponente campagna di comunicazione per documentare la “catastrofe globale dell’inquinamento provocato dalla plastica”, distribuendo il film nel mondo e accompagnandolo con azioni di divulgazione ed educazione.