20° gradi a Milano ed emergenza smog. Legambiente: spegniamo i riscaldamenti
Milano: emergenza smog e caldo anomalo. Legambiente rompe il tabù e chiede qualcosa che parrebbe ovvio: con 20°gradi in città perché di giorno non abbassare, se non spegnere, le caldaie, seconda fonte di smog dopo il traffico?
16 March, 2017
«Senza nulla togliere all'imperativo di lasciare a casa l'auto e usare biciclette e mezzi pubblici, invitiamo da subito i cittadini, e prima di tutto i milanesi, a non attendere l'intervento delle autorità per abbassare i termostati di casa e anzi, se possibile, a spegnere del tutto gli impianti termici – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – Riscaldare le case in questi giorni significa consumare combustibili solo per produrre fumi, quindi tanto vale risparmiare sulla bolletta e godersi le temperature che questa primavera anticipata ci sta offrendo: in questo modo anche la qualità dell'aria potrà migliorare a tutto vantaggio della nostra salute».
Ormai sta diventando un evento abituale: clima impazzito con temperature ben sopra la media, in parecchi momenti dell'anno. Come a metà marzo, con 20 gradi e oltre a Milano, quando ancora non sarebbe finito l'inverno (nell'emisfero boreale - il nostro - l'inverno astronomico termina il 20 marzo). Eppure, le nostre città sembrano non accorgersi dei cambiamenti climatici sempre più evidenti e in questi giorni si assiste al paradosso di migliaia di edifici - soprattutto quelli con caldaie centralizzate - con riscaldamento a manetta e finestre aperte, per il troppo calore. Basta entrare in un qualunque istituto scolastico, ad esempio, per rendersene conto. E può essere così sino al 15 aprile, data ufficiale dello spegnimento dei riscaldamenti in città.
Un controsenso non solo economico, con tonnellate di combustibile termico sprecate e relativo addebito sulle bollette energetiche, ma soprattutto ambientale e sanitario, perché bruciare inutilmente energia contribuisce ad aumentare le emissioni di CO2 e quindi l'effetto serra, ma soprattutto scarica nell'aria di Milano tonnellate di polveri sottili che contribuiscono a tenerci nell'emergenza inquinamento.
Visto che i 20° gradi a novembre o a marzo, soprattutto nelle città, in cui si aggiunge l'effetto "isola di calore", stanno divenendo sempre più frequenti, perché non prenderne atto anche nelle norme comunali e nei regolamenti condominiali? Spegnere il riscaldamento in questa casi, almeno di giorno, nelle ore centrali e di sole, dovrà divenire un comportamento ambientale non solo "consigliabile", ma addirittura necessario. Tenere accese migliaia di caldaie per avere una temperatura artificiale di 20° gradi, quando questa è già raggiunta dall'ambiente naturale, non è in fondo come tenere accese migliaia di automobili, senza doverle utilizzare? 20 gradi, non dimentichiamo, è del resto la temperatura media suggerita non solo dall'Enea, ma anche dai medici perché troppo caldo, in casa, non fa bene alla salute.
Intanto, sul fronte polveri sottili, a Brescia, Como, Cremona, Mantova, Milano, Monza e Pavia è già stata bruciata la franchigia europea dei 35 giorni annuali di superamento della soglia dei 50 mcg/m3 concessa. A Milano, abbiamo una media di 60 microgrammi/metro cubo da inizio anno. Sono i dati diffusi da Legambiente, che lancia quindi l'appello: “Approfittiamo della primavera anticipata per spegnere le caldaie, con rilevanti risparmi non solo per la bolletta ma anche per la salute”
Secondo i dati resi pubblici da Arpa, le centraline dell’agenzia regionale hanno registrato giovedì 16 marzo il 35° giorno ammesso dalla normativa europea per il superamento del limite di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10 a Mantova e Como. Da oggi, quindi, tutti i capoluoghi di provincia risultano fuori legge. Come Cremona, che segna il 46° giorno di sforamento da inizio anno, Milano il 43°, Pavia il 41°, Brescia il 38° e Monza il 36°. Dati nuovamente estremamente allarmanti per la salute dei cittadini, se si considera l’impatto che ha l’inquinamento atmosferico in termini di patologie cardiovascolari, malattie dell’apparato respiratorio, tumori ai polmoni e sclerosi: come dimostrano i dati dello studio condotto nel 2012 dall’Università degli studi di Milano, con ogni aumento di 10 microgrammi di Pm10 si registra una crescita della mortalità dello 0,30% in Lombardia.
Eppure l'ennesima primavera anticipata, dovuta all’alta pressione e alle temperature miti, consentirebbe di fare a meno del riscaldamento domestico, fonte primaria di emissioni insieme al traffico. Anche perché - ricorda Legambiente - chi vive in città come Milano deve fare i conti con un ulteriore fenomeno, che soprattutto in estate rende estremamente sgradevole la permanenza in città, ovvero l'isola di calore urbana. Nella giornata di giovedì 16 marzo, ad esempio, la temperatura minima a Milano città è stata di 10°C e la massima 19,5 °C, mentre appena fuori città le temperature minime registrate erano di 4,5° C e le massime erano di 19°C [fonte: elaborazione Legambiente su dati www.centrometeolombardo.com]. Nei prossimi giorni, e almeno fino alla metà di settimana prossima, le temperature dovrebbero ulteriormente aumentare, giustificando, anche fuori città, il completo spegnimento delle caldaie.
Insomma, "smart city" dove siete?