Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell'acqua. Il tema di quest'anno sono le acque reflue
“Wastewater” , ovvero acque reflue provenienti da attività domestiche, agricole e industriali, che spesso vengono riversate in natura senza essere adeguatamente trattate, inquinando l’ambiente e disperdendo nutrienti e altri materiali che potrebbero essere recuperati
21 March, 2017
Il 22 Marzo ricorre la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere azioni concrete per la tutela delle risorse idriche.
Quest’anno la Giornata Mondiale dell’Acqua sarà dedicata alla “Wastewater” cioè le acque reflue provenienti da attività domestiche, agricole e industriali, che spesso vengono riversate in natura senza essere adeguatamente trattate, inquinando l’ambiente e disperdendo nutrienti e altri materiali che potrebbero essere recuperati. Le acque di scarico sono oggetto di studio e di dibattito in tutto il mondo per le conseguenze del loro sversamento in acque superficiali o per la loro possibile riutilizzazione. Il riuso è fondamentale: basti pensare che in Italia, in media, un terzo dell’acqua immessa nelle tubature finisce sprecata.
Non solo. La Commissione europea pochi mesi fa ha fatto ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea chiedendo di applicare all'Italia una multa milionaria per non essersi adeguata integralmente alla sentenza del 2012 della stessa Corte sulla raccolta e il trattamento delle acque reflue. Era stato stabilito che le autorità italiane non provvedevano in modo adeguato alla raccolta e al trattamento delle acque reflue urbane di 109 agglomerati tra città, centri urbani e insediamenti vari.
Il conto è di 62,69 milioni di euro per una sanzione forfettaria, a cui "va aggiunta una multa di circa 347mila euro per ogni giorno" di ritardo che l'Italia potrebbe accumulare a partire dalla futura sentenza della Corte di giustizia. Sentenza che dovrà esprimersi circa gli 80 agglomerati con oltre 6 milioni di abitanti, in Abruzzo (un agglomerato), Calabria (13), Campania (7), Friuli Venezia Giulia (2), Liguria (3), Puglia (3) e Sicilia (51) che ancora non hanno adeguati sistemi di raccolta e trattamento delle acque.
Per quanto riguarda invece l'accesso all'acqua nel mondo, in occasione della giornata del 22 marzo il Consiglio Mondiale dell'Acqua (World Water Council - WWC) rivela ancora una volta dei dati drammatici: sono 923 milioni le persone sul pianeta che non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura; 319 milioni di abitanti dell'Africa Sub-Sahariana (il 32% della popolazione), 554 milioni di asiatici (il 12,5% della popolazione), e 50 milioni di sudamericani (l'8% della popolazione) non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura.
Tra queste regioni, la Papua Nuova Guinea ha la disponibilità minore (solo il 40% degli abitanti ha accesso a fonti di acqua pulita). Seguono la Guinea Equatoriale (48%), l'Angola (49%), il Ciad e il Mozambico (51%), la Repubblica Democratica del Congo e il Madagascar (52%), e l'Afghanistan (55%).
Nel mondo, il costo totale dell'insicurezza delle risorse idriche sull'economia globale è stimato in 500 miliardi di dollari all'anno. Se a questo dato si aggiunge l'impatto ambientale, la cifra cresce ulteriormente fino ad arrivare all'1% del prodotto interno lordo globale.
Il Consiglio Mondiale dell'Acqua chiede a tutti i governi di focalizzarsi sui problemi legati alle risorse idriche e di stanziare una parte cospicua della loro spesa per garantire a tutto il pianeta l'accesso a fonti di acqua sicura, dal momento che attualmente il 12% della popolazione mondiale non ha accesso a fonti di acqua pulita e che 3,5 milioni di decessi all'anno sono imputabili a malattie legate all'acqua.
Le Nazioni Unite attraverso la propria agenzia “Un-Water” invece invitano gli Stati membri a dedicare questo giorno alla promozione di attività concrete all'interno dei loro Paesi per ridurre lo spreco di acqua.
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