Milano, aumento tariffe per la sosta sulle strisce blu. Ma fuori da Area C chi paga?
Alfredo Drufuca: "I dati che avevamo raccolto ai tempi del piano della mobilità parlavano di tassi di evasione del 70/80% e come progettisti abbiamo sempre sostenuto che prima di manovre tariffarie sulla sosta bisognasse rendere efficaci le regole già esistenti"
03 May, 2017
Il recente innalzamento delle tariffe della sosta a Milano è passato quasi sotto silenzio, sia mediaticamente che, sembrerebbe, anche nell‘opinione pubblica. Pochissime le proteste, solo qualche categoria di lavoratori che usano abitualmente l’auto sostiene che verrà danneggiata dalla nuova tariffazione. Per il resto sembra un tema di scarso per non dire scarsissimo interesse. Eppure si tratta di una manovra considerevole: con i nuovi prezzi per parcheggiare in centro a Milano si pagano 3 euro all’ora per le prime 2 ore, 4,50 euro per le ore successive, dalle 8 alle 19 e con i successivi innalzamenti nelle altre zone della città il comune conta di incassare nel 2017 circa 40 milioni di euro, cioè quasi il doppio dei 26 milioni entrati nel 2016. Alfredo Dufruca, amministratore delegato di Polinomia che ha collaborato alla redazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del capoluogo lombardo, ci spiega che in realtà le cose non stanno proprio così.
Attualmente le tariffe per tutta la sosta all'esterno di area c sono più virtuali che sostanziali e anche l’incremento viene percepito come più virtuale che sostanziale - sostiene Drufuca - In queste zone la sosta non si paga praticamente mai. I dati che avevamo raccolto ai tempi del piano della mobilità parlavano di tassi di evasione del 70/80% e come progettisti infatti abbiamo sempre sostenuto e scritto che prima ancora di pensare a manovre tariffarie sulla sosta o magari ad allargamenti di area c, il primo passaggio indispensabile da fare era quello di rendere efficaci le regole già esistenti. Già solo quello avrebbe significato quintuplicare l’effetto pratico della tariffazione che oggi di fatto non esiste. È molto più pesante la congestione del sistema della sosta che non a caso appunto è tale.
Sotto traccia di tutta questa partita - aggiunge Drufuca - c’è evidentemente una grossa diatriba interna tra comune di Milano, Agenzia della Mobilità e Atm che è il gestore della sosta. Dai numeri Atm non ne esce particolarmente bene, si può dire che non sta gestendo il sistema: i dati finanziari sono desolanti, Milano incassava e incassa pochissimo in proporzione al numero degli stalli a pagamento rispetto a qualunque altra città decentemente organizzata. Si parla di decine di milioni di euro. È chiaro che questo pone un problema tra l’amministrazione comunale e Atm.
Che questo sia un tasto molto delicato lo dimostra il fatto che Amat qualche tempo fa avesse pubblicato dei dati che confermavano questa altissima evasione. Ebbene questi dati furono vigorosamente contestati dall’allora direttore di Atm, Bruno Rota, che se la prese con la direttora di Amat, Maria Berrini, dicendo che i numeri fossero falsi. I numeri ovviamente erano veri ma questo la dice lunga.
Perché Atm non ha curato questa parte?
Questo non te lo so dire. Di sicuro non era il loro mestiere e lo hanno fatto male. C’è anche una ragione storica, nel senso che quando Atm divenne gestore della sosta dovette ereditare una situazione complicata fatta di microperatori, piccole cooperative, microgestori che gestivano gli stalli di Milano. Atm di sicuro la vive più come una rogna che non come un segmento fondamentale della mobilità in città. Però nel tempo avrebbero potuto, una volta sanata questa situazione, migliorare la gestione.
Alla luce di tutto questo pensi dunque che l'innalzamento delle tariffe non servirà a disincentivare l'uso dell'auto?
Diciamo che quantomeno è discutibile il fatto che si sia proceduto ad una manovra tariffaria senza mettere a posto prima il tema più importante che è quello di rendere le tariffe effettive. È chiaro a chiunque qual è la priorità.
(foto milanoevents.it)
(foto milanoevents.it)