Piani urbani di mobilità urbana nel mondo analizzati da un progetto di H3 con gli studenti
H3, azienda del settore innotech assicurativo, ha studiato e classificato i piani di mobilità di alcune città europee ed extraeuropee nell’ambito di un innovativo progetto di Alternanza Scuola Lavoro, realizzato con quattro licei italiani
18 May, 2017
Los Angeles, Londra, Vienna, New York, Cape Town, Sydney, Barcellona, Stoccolma, come si trasformerà la loro mobilità nei prossimi vent’anni? Cosa cambierà o cosa dovrà cambiare?
Per rispondere a queste domande, l’azienda H3, realtà leader nel mercato innotech assicurativo, specializzata nel canale retail automobilistico, ha coinvolto gli studenti delle scuole superiori di quattro città italiane, Milano (Liceo Classico C. Beccaria), Monza (Liceo Scientifico P. Frisi), Bologna (Liceo Classico L. Galvani) e Bari (Liceo Classico Flacco), aprendo con loro un tavolo di lavoro grazie all’Alternanza Scuola-Lavoro, introdotta dalla legge 107/2015 (la così detta “Buona Scuola”), che prevede obbligatoriamente per tutti gli studenti del secondo biennio replique montre de luxe e dell'ultimo anno delle superiori, un percorso di orientamento (400 ore per gli istituti tecnici e 200 ore per i licei) utile ai ragazzi nella scelta che dovranno fare una volta terminato il percorso di studio.
H3, nell’ambito del progetto, ha assegnato ad ogni scuola una città europea (Barcellona, Vienna, Stoccolma, Londra) e una extraeuropea (Cape Town, Los Angeles, New York, Sydney) insieme ai loro piani di mobilità da analizzare e valutare con un voto da 0 a 3 sulla base di cinque criteri: impatto ambientale e urbanistico; impatto economico; integrazione con la mobilità esistente; modifiche alla mobilità pubblica e privata, non motorizzata e motorizzata e tecnologie introdotte. Cinque macro criteri, all’interno dei quali i ragazzi sono poi andati ad individuare una serie di criteri più specifici.
La corposa analisi realizzata dai ragazzi, il così detto lavoro di ritorno dell’alternanza scuola-lavoro, ha portato a stilare la classifica delle città potenzialmente più smart e sostenibili, che è stata presentata e discussa il 17 maggio in Fondazione Mansutti a Milano dai ragazzi insieme all’architetto Stefano Boeri che ha parlato appunto di mobilità alternativa all’interno degli spazi urbani e della loro conseguente trasformazione; Vittorio Passaquindici AD di Share’ngo CS Milano e Francesco Di Ciommo presidente di Ford Authos, che hanno raccontato il nuovo rapporto tra la grande distribuzione e le piattaforme di mobilità.
L’analisi di H3 insieme ai ragazzi ha portato alla seguente classifica:
1. Los Angeles – “Mobility Plan 2035”
2. New York – “Transportation Master Plan for 2030”
3. Vienna – “Urban Mobility Plan”
4. Stoccolma – “Urban Mobility Strategy”
5. Barcellona – “Urban Mobility Plan 2013-2018”
6. Sidney – “Long Term transportation Masterplan”
7. Londra – “The London Plan”
8. Cape Town – “Comprehensive Integrated Transport Plan”
L’incremento e lo sviluppo della mobilità elettrica, sia pubblica che privata, è risultato l’elemento che più accomuna i piani di mobilità futura delle città analizzate, per l’esigenza di contenere l’inquinamento e quindi per migliorare la qualità dell’ambiente in cui si vive.
Tutti i piani prevedono soluzioni che riducono la convenienza del trasporto privato a fronte di un rafforzamento della rete di mezzi pubblici e di strumenti di car sharing e bike sharing, incentivato quest’ultimo da un ingente ampliamento della rete di piste ciclabili. Prevedono, inoltre, tutti l’incremento delle aree verdi e la creazione di numerosi posti di lavoro grazie alla necessità di costruire o adattare le infrastrutture esistenti.
Molte sono le curiosità emerse: la prima città classificata, Los Angeles, megalopoli nota oggi per la scarsa e incompleta rete di mezzi pubblici e per l’alto tasso di inquinamento dell’aria e dell’acqua, a causa anche del massiccio uso delle auto, punta per il 2035 a incrementare del 170% l’uso della bici come mezzo di trasporto, del 56% l’uso dei mezzi pubblici che prevedono una rivoluzionaria implementazione e del 38% gli spostamenti a piedi. Los Angeles, cosciente forse della difficoltà che avrà a convertirsi alla mobilità elettrica punta, quindi, sul forte incremento delle piste ciclabili e pedonali (sicure) e sullo sviluppo di sistemi tecnologici per la gestione del traffico, progetto che prevede di sperimentare un traffico intelligente su circa 80 miglia di strade attorno a Los Angeles, grazie a un software che sarà in grado di distribuire il flusso delle auto su più vie di percorrenza così da rendere il percorso delle macchine sempre il più scorrevole possibile.
Pezzo forte del piano californiano sono, poi, tutte le App che possono agevolare la ricerca del parcheggio, come il Social Parking, il Car Finder e ParkinGo, al fine anche in questo caso di diminuire le vetture in circolazione alla ricerca del posteggio.
Altra natura il piano newyorkese che punta molto sullo sviluppo di una mobilità elettrica parallelamente all’incremento delle piste ciclabili e pedonali.
Più particolari alcuni esperimenti già in corso o in programma nelle città europee di Stoccolma e di Vienna, realtà che hanno una mobilità già molto più sostenibile. Stoccolma dedica grande attenzione alla limitazione del trasporto privato motorizzato rendendo questo meno pratico e favorendo soprattutto lo spostamento a piedi rendendo sicura, comoda e attraente questa alternativa. Stoccolma sogna di diventare una “walkable city” elemento cardine del loro piano di mobilità.
Vienna, invece, ha realizzato in via sperimentale una zona residenziale della città completamente car free. Si tratta di un’area appena fuori Vienna in cui è stata creata una zona per 600 famiglie alle quali viene chiesto di sottoscrivere un accordo che prevede la rinuncia a possedere un'auto. Per raggiungere il centro, distante 8km, i residenti saranno costretti ad utilizzare biciclette o autobus. Tutto ciò porta una serie di sgravi fiscali.
Meno orientata, rispetto alle altre città europee, alla conversione all’elettrico e alla riduzione del traffico appare la tanto ammirata città di Londra che comunque investe annualmente importanti capitali per l’ammodernamento dei mezzi pubblici e per la costruzione di parcheggi fuori dalla città per ridurre le auto in circolazione.
“Il passaggio dalla proprietà all’uso dell’auto sta diventando non più solo una previsione, ma sempre di più un’offerta imprescindibile verso il popolo della mobilità che diventa cliente con un’identità ed un valore commerciale, non più senza riferimenti all’interno del mercato dei servizi di mobilità – commenta Giorgio Meszely, founder di H3 – “In questo scenario, dove il concetto di bisogno della mobilità si sostituisce a quello della proprietà del bene, sono entrati pesantemente in gioco le aziende multinazionali del noleggio e le grandi piattaforme on line, i grandi marketplace che provocano una forte accelerazione nella disintermediazione di qualsiasi forma di intermediari non qualificati e necessari. Il progetto che abbiamo realizzato con i ragazzi dell’Alternanza Scuola-Lavoro ci permette di approfondire questi cambiamenti e di rafforzare la nostra presa di coscienza delle nuove esigenze che stanno emergendo nel mercato”.
“Le politiche pubbliche più innovative e gli investimenti più interessanti - ha aggiunto Stefano Boeri - oggi riguardano proprio la mobilità. La mobilità dei corpi è un punto essenziale dell’innovazione e oggi passa attraverso l’uso delle energie rinnovabili tramite i vettori elettrici, con l’implementazione dell’automazione e tramite il costante sviluppo dell’economia della condivisione (ambito nel quale Milano è tra le prime città al mondo). Con i ragazzi che hanno collaborato con H3 ci siamo però fermati ad analizzare anche i rischi e i paradossi che questi fattori portano con sé: siamo davvero disposti in un futuro in cui avremo forse solo il possesso temporaneo del vettore, a rinunciare alla dimensione simbolica che ha la sua personalizzazione come forma di proiezione della nostra personalità? La risposta è certamente no, e quindi si dovrà ragionare, e ciò sta già accadendo, su vettori che pur essendo condivisi possano essere personalizzati, ad esempio attraverso materiali che cambiano colore in pochi minuti. Siamo, inoltre, disposti ad accettare di affidarci all’automazione di un sistema pubblico che ci porti ad abbandonare l’idea di controllo individuale? Siamo disponibili in un’ottica di innovazione a rinunciare alla libertà di movimento individuale, rinunciando quindi alla scelta sulla destinazione e su eventuali soste o cambiamenti di percorso? Forse l’equilibro si troverà solo in soluzioni ibride che restino comunque in parte controllabili, garantendo la qualità della vita. Il futuro, più vicino di quanto possiamo immaginare è, dunque, un futuro nel quale la mobilità dei corpi resterà fondamentale nel determinare l’assetto delle città. Va costruito con coloro che vi abiteranno, ecco l’importanza di luoghi di confronto come questo ideato da H3”.
Come nell’edizione 2016 del progetto, i ragazzi hanno contribuito alla realizzazione di nuovi pacchetti assicurativi che prendano in considerazione fattori di rischio fino ad ora non valutati:
- Antivirus per prevenzione hackering su connected cars;
- Danni causati, al veicolo o a terzi, per perdita di acidi/sostanze tossiche della batteria;
- RC limitata ad incidenti causati da malfunzionamento dei sensori;
- Bonus “E-km”, con riduzione sul premio della successiva polizza, in base ai km percorsi in modalità elettrica.
L’edizione 2018 del progetto Alternanza Scuola-Lavoro di H3 prevede lo studio di come le nuove esigenze della mobilità andranno a modificare l’urbanistica delle città, tematica che sarà introdotta già quest’anno dall’Arch. Stefano Boeri.
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