In Francia negli ultimi tempi è scoppiata una forte polemica sulle auto elettriche, le cui ditte utilizzatrici almeno a secondo il parere di alcune associazioni di categoria, sono colpevoli di un continua e perdurante pubblicità ingannevole nei confronti dei cittadini transalpini. Tutto è nato da un esposto dell’importante associazione Observatoire du nucléaire, che si è scagliata contro una pubblicità definita fortemente ingannevole di due aziende di Car sharing, aziende che utilizzano prevalentemente mezzi elettrici per le loro attività di noleggio.

La pubblicità in questione era quella delle aziende Autolib’ e Bluely, operative già da qualche anno rispettivamente a Parigi e Lione, e che definivano i loro mezzi totalmente "100% ecologici". I legali dell’associazione Observatoire du nucléaire appena vista la pubblicità hanno presentato un esposto, facendo presente che la dicitura era ingannevole per diverse ragioni: inizialmente essa non teneva conto dello sfruttamento delle risorse del pianeta relativamente alla produzione di auto, inoltre cosa da non sottovalutare non vi era nessun termine di paragone riguardo alla parola "ecologico", parola che era il termine principale della pubblicità in questione, e ultima cosa, non per ordine di importanza, non veniva analizzato l’energia necessaria per la continua ricarica, abbisognevole per il normale funzionamento delle batterie interne dei mezzi.

L’esposto che è stato valutato da una giuria consultiva che si occupa di deontologia per conto dell’Autorità sulla pubblicità, ha dato ragione all’associazione ricorrente, con la giuria che ha intimato alle due aziende di varare una nuova campagna pubblicitaria per le sue auto impiegate nel car sharing. Soddisfazione è stata espressa immediatamente dal presidente dell’ Observatoire du nucléaire, che nelle tante interviste rilasciate dopo il parere della giuria consultiva, ha evidenziato come le auto elettriche inquinano sicuramente molto meno durante l’uso, ma necessitano di uno sfruttamento sicuramente più intensivo delle risorse del pianeta terra, sia durante la fase di produzione che in quella seguente alla fine della loro vita operativa, cioè quella dello smaltimento della carcassa dell’auto, e soprattutto delle sue componenti elettriche.

La polemica ha fatto seguito ad un caso similare che nei mesi scorsi aveva interessato, sempre nel grande paese transalpino, la Renault. Già allora la giuria consultiva, questa volta interessata dalla Federazione nazionale degli utenti dei trasporti, aveva sottolineato che le auto elettriche hanno un impatto abbastanza grosso in termine di inquinamento, soprattutto in fase di produzione. Le pubblicità infatti della nota casa di automobili francesi prendeva in considerazione la vita operativa dell’autovettura, e non quella globale del mezzo, in quest’ultima si doveva considerare finanche lo sfruttamento delle miniere di uranio e litio che servono per la produzione delle batterie elettriche, dispositivo indispensabile per il funzionamento delle elettriche.

Uno studio sempre francese ha inoltre accertato che durante la sua vita globale l’auto elettrica inquina quasi quanto un diesel di vecchia generazione, con i miglioramenti ambientali dettati dall’utilizzo in sede locale, compensati da un impatto ecologico sensibilmente più alto in fase di produzione della vettura, fase che è definita dagli esperti di settore molto più inquinante rispetto quella bisognevole per le auto di vecchia generazione, siano esse benzina o diesel.

Da sottolineare inoltre come le spese definite come accessorie relativamente alle auto elettriche, (manutenzione, cambio gomme, cambio olio) siano identiche per tutte le tipologie di vetture. C’è però una differenza sostanziale e ci riferiamo all’assicurazione. Su questo argomento abbiamo letto abbastanza ed abbiamo scoperto che molte compagnie assicurative applicano sconti, in taluni casi anche considerevoli, per le auto elettriche. Per tutte le informazioni sull’argomento assicurazioni economiche trovate tutti in questa pagina di Polizzeonline.it.