Bottiglie di birra: la plastica come alternativa al vetro. Intervista all'AD Carlsber Italia
Le proprietà organolettiche della birra rimangono invariate rispetto al vetro? E dal punto di vista ambientale cosa 'pesa' di più? Sono alcune delle domande rivolte a Alberto Frausin – AD Carlsberg Italia, marchio che hanno intrapreso la commercializzazione di birra anche in bottiglie di plastica
09 June, 2017
Rimane ancora acceso il dibattito dopo i 1.500 feriti di piazza San Carlo a Torino in occasione dell’ultima finale di Champions League. Focalizzando l’attenzione sulle tante bottiglie di vetro abbandonate a terra, Eco dalle Città si sta interrogando sull’alternativa rappresentata dalle bottiglie di plastica per contenere la birra. In Italia ci sono aziende che hanno intrapreso questa strada. È il caso del marchio Carlsberg. Abbiamo intervistato Alberto Frausin – Amministratore Delegato Carlsberg Italia. Quali sono stati i motivi che vi hanno portato a scegliere la plastica per la birra? Pochi anni fa abbiamo lanciato dei fusti innovativi in materiale plastico alimentare che hanno rimpiazzato completamente i fusti d’acciaio. Forti di questa esperienza, che oggi investe centinaia di migliaia di ettolitri all’anno di birra conservata nella plastica alimentare, abbiamo introdotto anche le bottiglie. Oggi in Europa l’Italia è uno dei Paesi con il minor numero di bevande alla spina nel settore dei bar e ristoranti (cosiddetto circuito Horeca). C’è lo spazio, come prima cosa, per raddoppiare questo tipo di consumi. Questo avrebbe un impatto immediato in quelle situazioni dove è più alto il fenomeno dell’abbandono di bottiglie di vetro, come nel caso dei quartieri della movida. Permane tuttavia la possibilità che le bottiglie di vetro arrivino attraverso altri canali (che siano essi venditori ambulanti ma anche giovani che si portano le bevande da casa). Come ovviare a questo problema? Qui entra in gioco la bottiglia di birra in plastica. È il caso degli stadi dove il vetro non è presente per ragioni di sicurezza. La soluzione praticabile è quindi l’imballaggio in plastica. In alcuni impianti sportivi, ad esempio, è possibile acquistare le bottiglie di birra Carlsberg in materiale plastico. E le proprietà organolettiche della birra rimangono invariate rispetto al vetro? Voglio sottolineare che la plastica di oggi non è più quella di trent’anni fa. Sono prodotti eccellenti che dal punto di vista qualitativo sono un sistema di trasporto e conservazione perfetto. La birra poi, a differenza del vino che viene stoccato, è un prodotto fresco che viene consumato nel giro di pochi mesi. La qualità del prodotto non è mai minimamente intaccata. E abbiamo una serie considerevole di prove e validazione che confermano questo elemento. Nessuno ha mai posto obiezioni a questo tipo di bottiglia? Molti sono legati alla birra nel vetro e rifiutano l’idea di acquistarla in un imballaggio di plastica. Siete riusciti a vincere queste resistenze culturali? La domanda è pertinente. Abbiamo un retaggio del passato. Birra e vetro sono stati un binomio storico. Oggi però la tecnologia e l’innovazione, a differenza di alcuni decenni fa, hanno permesso di ottenere materiali che non sono minimamente paragonabili con la plastica del secolo scorso. Parlando della reazione dei consumatori, se prendiamo come esempio gli stadi, lì ormai la gente è abituata. Più nessuno si aspetta un prodotto diverso dalla birra in un contenitore di plastica. Si tratta in maggioranza di consumatori giovani che sicuramente avranno anche fatto conoscenza con la situazione negli altri Paesi. Se andiamo infatti a guardare fuori dai nostri confini, è del tutto normale trovare al supermercato la birra confezionata in bottiglie di plastica con percentuali che arrivano anche al 30-40% delle vendite complessive. Sono bottiglie con plastiche speciali rispetto alla classica bottiglia in PET per l’acqua minerale? Ogni azienda adotta le sue tecnologia. Carlsberg utilizza una plastica speciale. In genere non sono PET puri ma con meccanismi di rafforzamento per fare in modo che il prodotto rimanga assolutamente integro. Il pensiero va anche al riciclo di questi prodotti… Certo, questo può rappresentare un ostacolo. In questo momento si ricicla il PET 100% puro. Ciò diventa più difficile quando abbiamo di fronte materiale accoppiati che se non vengono recuperati meccanicamente vanno a finire a recupero energetico. Avete fatto anche dei paragoni dal punto di vista di impatto ambientale tra l’utilizzo della plastica e gli altri materiali (vetro, metallo)? Abbiamo fatto l’analisi LCA (valutazione del ciclo di vita) su ciò che viene prodotto in Italia (l'analisi è stata fatta solo sui prodotti che per l’azienda hanno un volume rilevante, non per la bottiglia in PET NdA). La migliore forma di distribuzione è risultata essere quella attraverso i fusti in materiale plastico con minore emissioni di CO2 equivalente. Il minor peso gioca un ruolo chiave in relazione al trasporto? Certo. Facciamo un esempio paragonando il peso dei fusti d’acciaio e quelli in plastica. Se ogni 100 litri di birra ho 40 kg di peso con il metallo, questo si riduce a soli 4 kg con i fusti di PET. Lo stesso discorso vale per il vetro, materiale molto più pesante rispetto alla plastica. Leggi anche: