Novamont: entro il 2017 contenuto minimo di rinnovabile dell’intera gamma della bioplastica MATER-BI oltre il 40%
Entro il 2017 Novamont, su base volontaria, porterà il contenuto minimo di rinnovabile dell’intera gamma della bioplastica MATER-BI oltre il 40% e sarà in grado di offrire prodotti ad alta rinnovabilità fino al 100% in applicazioni specifiche
11 June, 2017
In termini di emissioni di gas serra – principali responsabili dell’innalzamento della temperatura terrestre – Novamont, con la sua decisione unilaterale di portare ad una soglia minima il contenuto rinnovabile di tutte le sue bioplastiche contribuirà alla riduzione delle emissioni di CO2 per un equivalente di 75.000 city car dalle strade delle nostre città. I clienti potranno scegliere di contribuire ulteriormente alla maggiore sostenibilità dei prodotti, scegliendo gradi di MATER-BI certificati attraverso la multietichetta ambientale e-Label! del Kyoto Club. L’opportunità è oggi possibile grazie agli ingenti investimenti industriali e in R&S, rigenerando siti altrimenti deindustrializzati in Europa, che permettono di raggiungere un contenuto di materia prima rinnovabile tra il 40% e il 100% in alcune applicazioni.
(Il contenuto minimo di materia prima rinnovabile è calcolato come rapporto tra la percentuale del carbonio di origine biologica presente nella borsa ed il carbonio totale presente nella stessa, utilizzando lo standard internazionale vigente in materia di determinazione del contenuto di carbonio a base biologica nella plastica ovvero lo standard UNI CEN/TS 16640).
In questo modo Novamont anticipa gli obiettivi di Italia e Francia in materia di contenuto rinnovabile per alcune applicazione (e.g. sacchi frutta e verdura), per cui è prevista una soglia minima del 40% a partire dal 2018.
Questi prodotti sono stati ottimizzati nel loro profilo ambientale tenendo conto della assoluta necessità di minimizzazione i rischi per il capitale naturale ed in particolare per acqua, suolo e aria, creando viceversa nuove opportunità di rigenerazione dei suoli.
L’importante traguardo, reso possibile dall’integrazione dei monomeri da fonte rinnovabile della bioraffineria Novamont nella produzione del MATER-BI, è stato annunciato al G7 Ambiente di Bologna nel corso dell’iniziativa italo-francese “STOP PLASTIC WASTE - COALITION EVENT”.
“Questa scelta di portare da subito, volontariamente, tutta la nostra gamma di bioplastiche MATER-BI ad un maggiore livello di rinnovabilità si combina con quella fatta molti anni fa di utilizzare queste bioplastiche solo e soltanto in applicazioni che diano un contributo di sistema. In particolare abbiamo puntato al miglioramento e all’intercettazione di una maggiore quantità di rifiuto organico. L’obiettivo è di facilitare un sistema di riciclo che minimizzi lo spreco di materia organica, così fondamentale per i suoli, e massimizzi la possibilità di recupero delle plastiche tradizionali. Tutto questo va nella logica dell’economia circolare che richiede di definire gli ambiti di maggiore utilità e valorizzazione dei vari flussi e di collaborare con diversi interlocutori in modo nuovo per realizzare tre obiettivi fondamentali: una nuova crescita economica locale di filiera, l’inclusione sociale e la rigenerazione del capitale naturale locale. Solo in questo modo sarà anche possibile porre fine all’ inquinamento delle plastiche nelle nostre acque, che deriva per ben l’80% dai comportamenti non virtuosi dalla terra”, spiega Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont“.
Il MATER-BI, la bioplastica sviluppata da Novamont è biodegradabile e compostabile in conformità con i principali standard internazionali. Oggi è in grado di garantire prestazioni del tutto simili alle plastiche tradizionali e di aggiungere nuove interessanti proprietà rispetto a queste ultime. Contiene risorse rinnovabili di origine agricola controllata ed è anche certificata in alcuni suoi gradi attraverso la multietichetta ambientale e-Label!. E’ stata anche studiata in termini di biodegradazione in ambiente marino. Diminuisce le emissioni di gas ad effetto serra, riduce il consumo di energia e di risorse non rinnovabili, completa un circolo virtuoso: le materie prime di origine agricola tornano alla terra nutrendola attraverso processi di biodegradazione o compostaggio.