Spagna pronta a dire addio ai sacchetti di plastica, o quasi
Dal 1° gennaio 2018 sarà vietata la cessione gratuita dei sacchetti in plastica, mentre dal 2020 saranno banditi tutti i sacchetti esclusi quelli compostabili
29 August, 2017
Ancora quindici giorni per per mettere ai cittadini, imprese e associazioni di proporre idee e osservazioni sulla nuova legge che, dal 1° gennaio 2018, vieterà la distribuzione gratuita negli esercizi commerciali dei sacchetti in plastica in armonia con la Direttiva europea 2015/720.
Secondo i dati diffusi dallo stesso governo, in Spagna ogni anno vengono utilizzati 8,476 miliardi di sacchetti con una media di 144 a cittadino (90 è l’obiettivo Ue al 2020, ndr), in pratica ogni spagnolo consuma due sacchetti in plastica al giorno. Il divieto di cessione gratuita riguarderà solo i sacchetti di spessore compreso tra i 15 e i 50 micron, mentre dal 1° gennaio 2020 saranno vietati tutti i sacchetti, compresi quelli oxo-degradabili. In pratica fino al 1° gennaio 2020 sarà permessa la cessione di quelli inferiori a 15 micron per uso alimentare al costo di 5 centesimi a sacchetto, 10 centesimi per quelli tra i 15 e 29 micron e 15 centesimi per quelli superiori ai 29 micron compresi quelli compostabili. Mentre dal 2020 saranno vietati tutti i sacchetti di spessore inferiore ai 50 micron e quelli di spessore superiore potranno essere utilizzati solo se costituiti da una percentuale superiore al 30% di plastica riciclata. Ovviamente le restrizioni non valgono per i sacchetti compostabili di qualsiasi spessore.
Inoltre, come prevede la Direttiva europea 2015/720, dal gennaio 2020 ogni stato dovrà dotarsi di un registro pubblico dei produttori di sacchetti che dovranno comunicare il numero di pezzi immessi sul mercato così da permettere agli stati membri e alla Ue di sapere con precisione il volume di sacchetti in circolazione. Secondo il quotidiano La Razon, dal punto di vista amministrativo economico il provvedimento costerà alle aziende 3.400 euro per l’iscrizione al registro nazionale e altri 136 euro per il rinnovo annuale. La creazione di un unico registro nazionale rappresenta di fatto un risparmio per le aziende che, altrimenti, avrebbero dovuto pagare fino a 67 mila euro per iscriversi ai registri che ognuna delle comunità e città autonome spagnole avrebbero dovuto creare per non incorrere in una infrazione della direttiva europea.
Va precisato che in Spagna, come in quasi tutti i paesi europei, la grande distribuzione fa già pagare ai clienti i sacchetti in plastica con dei costi per i cittadini che, secondo le ipotesi delle associazioni di categoria, ammonteranno al 2020 a circa 635 milioni di euro.