Riduzione sprechi e recupero eccedenze alimentari, la Provincia di Trento promuove una nuova legge
Recupero delle eccedenze, consumo responsabile, orientamento alla salute alimentare, attivazione di politiche che impattano con questo servizio a livello ambientale sono solo alcuni degli obiettivi delle nuove norme. Viola: "Stiamo parlando di un servizio che riguarda decine di migliaia di trentini"
27 September, 2017
Riduzione degli sprechi, recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari: il Consiglio provinciale di Trento ha completato la discussione del testo unificato dei tre disegni di legge di Avanzo, Civico e Viola già avviato nella sessione di luglio e lo ha approvato all’unanimità.
In discussione generale, il consigliere Walter Viola ha ripreso brevemente i contenuti del documento: "Non stiamo parlando di un servizio che riguarda pochi, bensì decine di migliaia di trentini" ha esordito - "Qui si vogliono fissare alcune regole anche in considerazione delle norme europee e della legge 166/2016 (legge Gadda) che ha messo ordine a livello nazionale su questo importante servizio che impatta su diverse politiche".
Recupero delle eccedenze, consumo responsabile, orientamento alla salute alimentare, attivazione di politiche che impattano con questo servizio a livello ambientale sono solo alcuni degli obiettivi delle nuove norme. Un testo che ha fatto tesoro delle varie audizioni tenute in seno alla commissione da parte dei soggetti istituzionali, ma anche degli attori protagonisti (Banco alimentare, Caritas, Trentino solidale ecc.). Negli strumenti d’intervento abbiamo posto attenzione al ruolo del volontariato, ha aggiunto Viola che ha chiarito che i contributi sono da ricondurre a quattro fattispecie: costi di gestione relativi alla raccolta di beni (alimenti e farmaci) costi per l’affitto di immobili, costi per utilizzo e manutenzione di mezzi di trasporto (attività capillare del servizio), informatizzazione.
Per quanto riguarda i contributi per le imprese sono previsti il riconoscimento per investimenti sostenuti laddove si perseguano le finalità di questa norma. I soggetti devono avere un protocollo di collaborazione con la Pat, approvato dal Tavolo di coordinamento che sarà lo snodo centrale per favorire il massimo coordinamento e la collaborazione tra i diversi soggetti.
Mattia Civico ha ripreso il tema già affrontato nelle scorse sedute, ripercorrendo le motivazioni che hanno spinto a questo lavoro: "Il tema delle eccedenze alimentari è centrale perché mette in luce alcuni paradossi dei tempi odierni, ha detto. Lo spreco di cibo è anche causa di danno ambientale e un danno per così dire etico. In Italia lo spreco vale 30 miliardi di euro, ovvero 450 euro a famiglia all’anno. Ecco dunque che occuparsi di contrasto allo spreco e recupero delle eccedenze non è solo un’azione di giustizia, ma un’azione che ha un valore etico e di tutela dell’ambiente".
"In questo senso occorre un coordinamento tra le realtà che operano nel settore e tra le risorse - ha osservato Civico - L’auspicio è che la discussione avviata con queste norme serva anche da stimolo alla nostra capacità di raccogliere i problemi della nostra società e studiare altri strumenti per affrontare lo stesso tema anche da altri punti di vista".