One Ocean Forum, a Milano il primo forum dedicato alla sostenibilità degli oceani
Un evento internazionale, due giornate con dibattiti e interventi per promuovere azioni di tutela dell’ecosistema marino, organizzato dallo Yacht Club Costa Smeralda e voluto dalla Principessa Zahara Aga Khan.
03 October, 2017
Il mare è in pericolo e lo Yacht Club Costa Smeralda, nella persona del presidente Sua Altezza Aga Khan che apre i lavori, vuole impegnarsi in prima linea per ridurre l’inquinamento ambientale lasciando alle generazioni future un ecosistema in salute.
I cambiamenti climatici influenzano l’ecosistema e le nostre vite. Plastica e microplastica minacciano gli oceani e si introducono nella catena alimentare. Cosa possiamo fare per proteggere la salute degli oceani? È così che inizia la prima giornata del “One Ocean forum” al Teatro Franco Parenti di Milano.
Tra le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori di questo primo forum dedicato alla sostenibilità degli oceani c’è la volontà di creare una rete per favorire lo scambio di informazioni, individuare best practice e soprattutto aumentare la consapevolezza sulle problematiche che interessano l’ecosistema marino. E probabilmente non è un caso se durante la giornata viene proiettata spesso la frase: “Le persone proteggono ciò che amano, amano ciò che capiscono, capiscono ciò che gli viene spiegato” (Jacques Yves Cousteau).
Particolarmente interessante la sessione sulle best practice. Con il metodo “Pecha Kuacha” (circa 20 slide per ogni relatore, in poco meno di 7 minuti), coordinati dal giornalista Alessio Vinci, 5 realtà aziendali si sono confrontate come testimoni di best practice, raccontando le loro esperienze di successo nel campo dell’economia blu.
Nino Trochetti Provera di Ambienta, il più grande fondo di private equità che investe nelle aziende sostenibili, lo dice subito che il loro compito non è tutelare l’ambiente ma “fare soldi”. “La tutela dell’ambiente ha un costo, un valore non trascurabile. Oggi siamo disposti a pagare i “premi” per la sostenibilità. Pensiamo a quanto spendiamo in più per acquistare eco cosmetici, cibo OGM e lampadine a risparmio energetico”.
Cosa vede Giulio Bonazzi , di Aquafil, dentro una discarica? “Ovviamente soldi! Per noi i rifiuti sono risorse, li mettiamo dentro una scatola e li trasformiamo con azioni di upcycling”. L’azienda produce infatti nylon da materiali riciclati come le reti da pesca e rifiuti industriali.
Che cosa hanno in comune il tessuto e i gamberetti? La risposta arriva da Alfonso Saibene Canepa dell’azienda tessile Canepa: “Il Kitosano! Una sostanza che si trova negli esoscheletri dei gamberetti e viene usata per creare tessuti semplificandone il ciclo produttivo con risparmio di acqua, energia elettrica e CO2”.
Si commuove Daniela Ducato mentre mostra le immagini della sua regione, la Sardegna, bella e ricca di risorse. Geolana, l’azienda da lei fondata, trasforma le eccedenze derivanti dalla lana di pecora, dai carciofi e dalla produzione agroalimentare in genere, per creare prodotti sostenibili per l’edilizia, diserbanti eco e soprattutto disinquinanti che bonificano i porti senza inquinare.
Anche l’arte può essere sostenibile. Ocean Sole recupera e ricicla le infradito spiaggiate in Kenya per trasformarle in piccole sculture e oggetti coloratissimi. Oltre a ridurre l’inquinamento degli oceani creano anche occupazione.
La seconda giornata dei lavori si chiuderà con la firma della “Charta Smeralda” che vuole coinvolgere chi ama il mare, chi per passione o professione trascorre il suo tempo in mare, le associazioni e le organizzazioni che promuovono attività marittime, perché si condividano comportamenti responsabili e sostenibili.