Provvedimenti antismog in Lombardia: accordi nuovi, storia vecchia. Tanti Comuni non li adottano
Da martedì 17 ottobre sono attivi i nuovi divieti alla circolazione frutto dell’"Accordo di bacino padano" del 9 giugno, ma l’aria pessima non cambia. Tutti i Comuni sopra i 30mila abitanti dovrebbero applicarli obbligatoriamente e sanzionare i furbi, ma pochi lo fanno davvero
18 October, 2017
di Stefano D'Adda
Milano e il resto della Lombardia sono alle prese con la prima seria emergenza smog autunnale, sicuramente aggravata dalle eccezionali condizioni climatiche (la perdurante siccità in primis), forti di un nuovo strumento rappresentato dall' “Accordo di bacino padano” firmato lo scorso 9 giugno insieme a Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e con la benedizione del Ministero dell’Ambiente.
L’obbiettivo dell'intesa era quello di dare omogeneità alla giungla dei diversi provvedimenti contro lo smog delle diverse regioni, omologando soglie d’intervento, giorni consecutivi di tolleranza dei limiti superati, tipi di divieti. La principale novità sono i 4 giorni consecutivi di tolleranza del PM10 sopra i 50 μg/m3, non più 7 come l’anno scorso, e l’omologazione della fascia oraria di blocco: i diesel privati sino agli euro4 non possono circolare dalle 8.30 alle 18.30, mentre i diesel commerciali sino agli euro3 inclusi dalle 8.30 alle 12.30. Questo per quanto concerne le misure di “1° livello”. Il provvedimento impone ai Comuni sopra i 30 mila abitanti di adottare le misure disposte dalla propria Regione.
In Lombardia ci siamo accorti che non è così, alla luce di quanto accaduto ieri martedì 17 ottobre (nella foto, i dati ARPA con i valori ancora ampiamente fuorilegge, nonostante gli ulteriori divieti). Il problema resta quello dell’anno scorso. Nonostante la Regione proclami un’ampia adesione ai provvedimenti, quella che risulterebbe dalla mappa consultabile on line, la realtà è differente. Un esempio per tutti? Il Comune di Corsico, che figura tra quelli aderenti ai nuovi provvedimenti, sul proprio sito istituzionale ieri informava i cittadini con un tweet che “Corsico non aderisce al “blocco” del traffico”.
Corsico non è il solo. Sempre secondo la mappa, le misure restrittive sarebbero in vigore in tanti altri Comuni, come Rozzano, San Giuliano Milanese, Cesano Boscone, Rho, Bollate, Segrate, Pioltello, Cernusco, Brugherio, Sesto San Giovanni, Cinisello, Paderno, Monza, Limbiate, Abbiategrasso ..
Ne abbiamo contattati un po' scoprendo, tra squilli a vuoto, rimpalli di telefonate, sindaci e assessori “non disponibili al momento”, che sulle “nuove misure antismog emergenziali” ben pochi addetti ai lavori erano informati. Figuriamoci i cittadini. Del resto, bastava fare un giro dei siti istituzionali delle municipalità per vedere che delle misure antismog non c'era traccia. Con qualche eccezione. Milano, naturalmente, che ha sempre adottato tutte le misure aggiuntive previste dagli accordi regionali, oppure Segrate, che infatti ieri metteva in home page la notizia del blocco, rimandando anche all’ordinanza adottata per aderire all’Accordo.
Perché, oltre alla “volontà di aderire” che va comunicata alla Regione Lombardia, ai fini dell’inserimento nell’applicativo informatico, l’accordo prevede che “In tutti i casi le misure si attuino previa emanazione di ordinanza da parte dei Sindaci, attuativa del provvedimento regionale da parte dei Comuni interessati dalle limitazioni”.
E se un Comune oltre i 30mila abitanti non le adotta cosa fa la Regione? Lo obbliga? Lo sanziona?
Bella domanda. L'abbiamo girata anche ad Andrea Poggio, vicedirettore generale di Legambiente. "Ancora una volta, sul tema dello smog, vediamo una Regione Lombardia che è tutto chiacchiere e distintivo”, dice Poggio. Anche con questo nuovo accordo si lasciano da soli i pochi Comuni virtuosi che aderiscono, ma andrebbero aiutati economicamente dando loro strumenti per il controllo, e poi non si fa nulla per sanzionare quei Comuni più grandi che, quando dovrebbero aderire alle limitazioni non lo fanno, o lo fanno solo sulla carta. "Sono provvedimenti antismog presi da una Regione che in realtà non ci crede", continua Poggio, "ma alla fine, cornuti e mazziati, o meglio inquinati e tartassati, saranno tutti i cittadini lombardi, perché con provvedimenti inefficaci violeremo di nuovo i limiti comunitari europei e dovremo pagare le ingenti multe delle infrazioni".
E pensare che le misure prevederebbero, oltre allo stop aggiuntivo ai diesel euro 3 e 4, "il divieto di sostare con veicoli a motore acceso, l’usare camini o stufe con prestazioni energetiche sotto le 3 stelle, accendere fuochi e falò all’aperto, superare i 19°C per le temperature medie del riscaldamento….”. Ma soprattutto, come dice l’ordinanza del Comune di Segrate, tra i pochi Comuni ad attuare davvero l’accordo, “un’ordinanza immediatamente esecutiva, con la pubblicazione all’Albo Pretorio, dandone ampia diffusione mediante il sito internet comunale, comunicati stampa ai quotidiani, e con ogni mezzo a disposizione”.
Insomma, la sensazione generale è quella di pochissimi fatti ma tante “parole al vento”. E purtroppo manca anche quello, il vento, oltre alla pioggia, per i poveri polmoni dei circa 23 milioni di italiani del bacino padano …