Spreco di cibo, Fondazione Barilla: 'in Italia buttiamo 145kg di cibo pro-capite anno, come 1.500 piatti di pasta o 1.000 mele'
A livello globale, il cibo sprecato ogni anno vale 750 miliardi euro, quasi due volte il PIL italiano. Secondo il Food Sustainability Index, Francia, Germania e Spagna sono i Paesi in cui si spreca meno cibo
01 February, 2018
750 miliardi di euro l’anno, ovvero la metà del PIL italiano nel 2017. A tanto ammonta il valore economico del cibo buttato e sprecato ogni anno nel mondo. Parliamo di circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che vengono gettate prima di arrivare sulla nostra tavola. Eppure, basterebbe un quarto di quello stesso cibo per sfamare gli oltre 815 milioni di persone che soffrono la fame. Ma lo spreco di cibo non è solo un problema sociale: non tutti sanno che il gas metano prodotto dal cibo che finisce in discarica è 21 volte più dannoso della CO2. Tuttavia, riducendo lo spreco di cibo nei soli Stati Uniti del 20% in 10 anni si otterrebbe una riduzione delle emissioni di gas serra annuali di 18 milioni di tonnellate. Nella battaglia globale contro lo spreco alimentare, Francia, Germania e Spagna sono i Paesi che, con le loro politiche responsabili, rappresentano delle best practice. Indonesia, Libano ed Emirati Arabi sono quelli che, invece, devono compiere i passi più importanti. Questa la fotografia scattata, in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione allo Spreco Alimentare, che ricorre il prossimo 5 febbraio, dal Food Sustainability Index, indice creato da Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit, che analizza 34 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare.
Fsi, Italia quarta nella lotta allo spreco. ogni anno gettiamo 145kg di cibo pro-capite
Secondo il Food Sustainability Index, l’Italia - col suo 4° posto - sta ottenendo importanti riscontri nella lotta allo spreco alimentare. Il merito è delle politiche messe in campo per ridurre gli sprechi a livello industriale, come avvenuto con la Legge Gadda che, semplificando le procedure per le donazioni degli alimenti invenduti e puntando al recupero di cibo da donare alle persone più povere del nostro Paese, ha fatto da volano per il miglioramento generale del nostro Paese. I dati dell’Index evidenziano che in Italia è stata la filiera alimentare a compiere i maggiori passi in avanti in questa battaglia: confrontando l’indice del 2016 con quello del 2017, infatti, alla voce “Cibo sprecato (% della produzione alimentare totale del Paese)” – riferito alla filiera alimentare e non al consumo domestico - si è passati dal 3,58% del cibo gettato rispetto a quello prodotto, al 2,3% del 2017. Performance che ha permesso di superare Paesi come Germania e Giappone sul fronte dello spreco.
Eppure, molto c’è ancora da fare nella lotta allo “spreco domestico”: sono circa 145 i kg di cibo pro capite che gli italiani gettano ogni anno nella spazzatura. Una vera e propria enormità, un po’ come dire 1.000 mele piccole (da 150g ognuna) o 1.500 piatti di pasta (da 1hg circa) o poco meno di 750 confezioni di legumi in barattolo (considerando quelli da 200g), molto più di quanto potrebbe consumare in media in 1 anno una famiglia di 3 persone. “Il Food Sustainability Index si conferma strumento utile per stimolare il dibattito e aiutare studiosi e decisori politici a capire dove intervenire per risolvere i paradossi del sistema alimentare”, ha dichiarato Luca Virginio, Vice Presidente di BCFN. “Pensando all’Italia, se gli interventi messi in atto hanno permesso a industria e grande distribuzione di compiere passi importanti per migliorare la situazione dello spreco alimentare, a noi cittadini resta ancora un ruolo cruciale. Se pensiamo che oggi in Europa circa il 42% di quello che compriamo finisce nella spazzatura perché andato a male o scaduto prima di essere consumato, è facile capire che serva un cambiamento culturale. La Fondazione BCFN mette in campo molteplici iniziative che vanno in questa direzione, non ultima una dedicata ai più piccoli: con Gunter Pauli, padre della blue economy, abbiamo creato un libro didattico di fiabe4 che possa far capire come per fare del bene al Pianeta sia necessario partire dalle nostre scelte quotidiane”, ha concluso Virginio.
I consigli di Bcfn per una spesa a “zero spreco”
Secondo la FAO, nel mondo, il 45% di frutta e verdura viene sprecato. Lo spreco avviene sia a livello industriale, a causa di fattori climatici e ambientali non favorevoli e di surplus produttivi; sia a livello domestico, perché – spesso - compriamo troppo o non conserviamo bene i cibi. In Italia la frutta e gli ortaggi gettati via nei punti vendita comportano lo spreco di più di 73 milioni di metri cubi d’acqua (quella usata per produrli), ovvero 36,5 miliardi di bottiglie da 2 litri. Ecco quindi che per ridurre gli sprechi domestici, la Fondazione BCFN lancia una serie di suggerimenti utili:
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Fai una spesa ragionata: prima di comprare, controlla cosa serve davvero, fai una lista – e attieniti ad essa - e ricorda che sprecare cibo vuol dire buttare via dei soldi
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Quando cucini, fai attenzione alle quantità e cucina solo ciò che puoi consumare
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Fai attenzione all’etichetta: guarda sempre quando scadono i cibi
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Quando riponi i prodotti in frigorifero, metti i cibi a breve scadenza davanti e riponi in freezer i cibi che non puoi mangiare a breve
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Ricette contro lo spreco: non buttare via avanzi e scarti alimentari, possono dare vita a nuovi piatti creativi
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Prodotti freschi e di stagione: privilegia l’acquisto dal produttore
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Hai comprato troppo cibo? Condividilo con i tuoi vicini di casa o invita degli amici per mangiare insieme
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Al ristorante: se ti avanza del cibo chiedi di portare a casa gli avanzi in un pacchetto
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“Da consumare preferibilmente entro il…” vuol dire che gli alimenti risultano ancora idonei al consumo anche successivamente al giorno indicato. Verifica bene prima di buttarli
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Fidati del tuo naso: prima di buttare un alimento annusa, guarda e, se l’aspetto è buono, assaggia
Bcfn yes!: il concorso che premia i giovani ricercatori
Il 5 febbraio è anche la data scelta da Fondazione BCFN per lanciare “BCFN YES!” (Young Earth Solutions) la competizione internazionale per ricercatori under 35, lanciata con l’obiettivo di premiare i migliori progetti su “cibo e sostenibilità”. Giovani dottorandi e ricercatori post-doc potranno presentare i loro progetti di ricerca che trovano soluzioni per rendere maggiormente sostenibile uno o più temi del sistema agro-alimentare, in termini di aspetti ambientali, sociali, sanitari e/o economici. In palio fino a tre borse di ricerca del valore di 20.000 euro per i migliori progetti. BCFN vuole sostenere studi che sono innovativi, hanno una promessa di grande impatto, e sono in grado di soddisfare le esigenze di ricerca globali. Le aree di particolare interesse sono: sistemi alimentari sostenibili e salutari, agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare. Può partecipare chi ha concluso o ha un dottorato in corso, con una età massima di 35 anni al 28 novembre 2018. Le proposte devono essere presentate online attraverso il sito web BCFN entro il 14 giugno 2018 alle 11:59 CEST.
Food Sustainability Media Award: un premio per raccontare i paradossi del cibo
Ma la sfida ai paradossi del sistema alimentare (fame vs obesità; cibo vs carburante, spreco vs fame) si gioca su più livelli. Al FSI si affianca il Food Sustainability Media Award, iniziativa di BCFN e Fondazione Thomson Reuters che premia chi propone soluzioni concrete per rendere più sostenibili le nostre scelte in fatto di cibo. Il premio, rivolto a giornalisti, blogger, freelance e talenti emergenti, si divide in due categorie: giornalismo scritto e multimedia (video - corti e animazioni - audio e foto). Per ogni categoria, verranno premiati un lavoro inedito e uno già pubblicato che vinceranno rispettivamente 10.000 euro e un corso di media training sulla sostenibilità alimentare organizzato dalla Fondazione Thomson Reuters. I lavori inediti vincitori verranno anche pubblicati sui siti della TRF e di BCFN, oltre a essere distribuiti attraverso l’agenzia di stampa Reuters che conta circa 1 miliardo di lettori. Tutti i lavori finalisti saranno candidati al “Best of the web” e scelti direttamente dal pubblico. Si possono presentare i lavori dal 15 gennaio al 31 maggio 2018 iscrivendosi al contest sul sito del Food Sustainability Media Award.
Fonte: Barilla Center for Food & Nutrition
Foto via The Gleaners