Calato nel 2017 in Itala lo spreco di cibo? Rilevazioni e dubbi
Se per quanto riguarda la GDO, i cui rifiuti rientrano negli speciali, la legge Gadda potrebbe aver sortito effetti, a noi di Eco dalle Città, che costantemente monitoriamo sia i dati che l'indifferenziato nei cassonetti stradali, sugli scarti domestici i conti non tornano
07 February, 2018
Diminuisce lo spreco di cibo? Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’ quasi tre italiani su quattro (71%) hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari nell’ultimo anno. Per il Food Sustainability Index, in Italia, alla voce “Cibo sprecato (% della produzione alimentare totale del Paese)” – riferito alla filiera alimentare e non al consumo domestico - si è passati dal 3,58% del cibo gettato rispetto a quello prodotto, al 2,3% del 2017. Forse, l’elemento più sorprendente di questi giorni, sono stati i titoli e gli articoli di alcuni giornali. Un esempio, su tutti Repubblica dello scorso 21 gennaio: “Non si butta via nulla: finalmente sprechiamo meno cibo” che anticipando i dati della ricerca del Ministero dell’Ambiente e Waste Watcher evidenziava come “gli italiani, in un anno, hanno dimezzato la quantità di avanzi gettati”. Diversi dati, diverse fonti, che sembrano andare in una unica direzione: lo spreco di cibo starebbe diminuendo. Se per quanto riguarda la GDO, i cui rifiuti rientrano negli speciali, la legge Gadda potrebbe aver sortito effetti, a noi di Eco dalle Città, che costantemente monitoriamo sia i dati che l'indifferenziato nei cassonetti stradali, sugli scarti domestici i conti non tornano. Guardando i rifiuti urbani, i dati storici sulla raccolta dell’organico, anche nelle zone dove il servizio è rimasto invariato, ci dicono che le quantità non diminuiscono. Un elemento ribadito anche da addetti ai lavori che abbiamo avuto modo di contattare negli ultimi giorni. Un’altra conferma arriva anche dalle prime rilevazioni sui dati 2017. Prendiamo come esempio Milano, città dove certo non sono mancate azioni di sensibilizzazione sullo spreco alimentare. L’anno scorso l’organico raccolto nel capoluogo lombardo è aumentato passando dalle 138.817 tonnellate del 2016 alle 140.281 tonnellate del 2017. Una crescita strutturale che si registra in una città che ha già portato a termine da tempo l’estensione della raccolta dell’umido a tutte le utenze domestiche. E se non bastasse, siamo andati a vedere anche cosa è successo ai consumi alimentari lo scorso anno: Dopo cinque anni di segno negativo, nel primo semestre 2017, la spesa degli italiani per l'acquisto di beni alimentari è cresciuta del +2,5%. Portando l’analisi fino ai primi 9 mesi del 2017, la spesa delle famiglie per i prodotti alimentari - rilevata attraverso il monitoraggio Ismea-Nielsen - registra un incremento dell'1,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Anche Istat nel mese di settembre aveva dichiarato che le vendite al dettaglio "food" sono in netto aumento su base annua (+2,9% in volume) e che il dato relativo a settembre 2017 è al massimo degli ultimi 7 anni. In conclusione, dal nostro osservatorio privilegiato, possiamo dire che della riduzione degli sprechi domestici (e della conseguente riduzione dei rifiuti organici) non se ne vede traccia, né negli rsu, né nei consumi alimentari.