Macro e nanoplastiche, una 'specie aliena artificiale' che sta invadendo i mari
‘L'invasione della plastica e la tutela del mare’ in un convegno a cura di Sea Shepherd che si è svolto a Lerici
26 March, 2018
Ogni anno finiscono in acqua da 8 a 10 milioni di tonnellate di spazzatura, il 75% della quale è plastica. Da qui al 2025, 64 milioni di tonnellate di spazzatura finirà negli oceani. Una rete da pesca abbandonata rimane in mare anche 650 anni. Sono alcuni dei dati al centro del convegno 'L'invasione della plastica e la tutela del mare: educazione, ricerca e azione diretta' a cura di Sea Shepherd che si è svolto a Lerici.
"L'invasione silenziosa della marine litter è diventata ormai un problema globale. Il 3% della produzione annuale di plastiche finisce in mare" ha spiegato Marco Faimali del Cnr lanciando l'allarme su macro e nanoplastiche, una "specie aliena artificiale" che sta invadendo i mari. Le plastiche, frammentandosi in particelle sempre più piccole anche perchè vengono mangiate e triturate dai pesci, diventano difficili da recuperarsi. Al centro della conferenza anche il progetto Seacleaner, a cura dell'Ismar Cnr, dove gli studenti sono stati coinvolti in progetti di pulizia dei litorali da microplastiche.
"Nelle zone riserva, meno accessibili, la concentrazione di questi elementi è superiore che in altre aree perché non vengono effettuate periodiche pulizie" ha detto la ricercatrice Silvia Merlino, paragonando i dati di Cinque Terre, Palmaria, Lerici e alta Toscana. E in tema di microplastiche "faremo nostro l'impegno di inserire la campagna in difesa del plancton tra le campagne di Sea Shepherd" ha annunciato Giuliana Santoro, referente spezzina del movimento ambientalista.
"Se filtrassimo un chilometro cubo di acqua del Mediterraneo, troveremmo da qualche decina sino a centinaia di chili di plastica" ha aggiunto Marco Faimali. "Il Mediterraneo è una delle zone più problematiche per questo aspetto: stiamo cercando di capire quali saranno gli effetti sull'ecosistema. La plastica non è un inquinante normale, assorbe altri agenti inquinanti e funge da vettore. Le plastiche si trasformano in particelle sempre più piccole, anche perché vengono triturate e mangiate dai pesci, rendendo sempre più complesso catturarle. Stiamo studiando quali sono ad esempio gli effetti sullo zooplacton" ha concluso il ricercatore Cnr intervenuto al convegno.