Faenza, rifiuti: Tari più bassa per le attività commerciali che riducono gli imballaggi
Tra le azioni minime c’è l’obbligo di utilizzare i sacchetti biodegradabili o di stoffa e riusabili, utilizzare i bidoni per la differenziata sia per uso interno sia per i clienti, non servire acqua nelle bottiglie di plastica, ma solo da bottiglie di vetro, dal rubinetto oppure dagli erogatori
03 April, 2018
di Tiziana Giacalone
Ridurre degli imballaggi e contemporaneamente favorirne massima differenziazione e riciclaggio, con la possibilità di ottenere come incentivo uno sconto sulla parte variabile della TARI. Sono queste le caratteristiche principali del progetto “Disimballiamoci! Verso i Rifiuti Zero” rivolto alle attività commerciali di Faenza, approvato dal comune con la firma del Protocollo e del Regolamento necessari per avviare le procedure. L'iniziativa era stata proposta due anni fa dalle associazioni Gruppo Acquisto Solidale, Legambiente e Rete rifiuti zero e adesso è diventata realtà.
Il progetto per il momento è rivolto a bar, gelaterie e negozi alimentari e premia chi mette in atto azioni virtuose di tese a ridurre gli imballaggi (acqua pubblica, dosatrice di zucchero, vuoto a rendere, contenitori da asporto compostabili, prodotti sfusi, alla spina). "Mancano all’appello solo le associazioni di categoria, che per una diffidenza poco comprensibile non hanno voluto aderire al protocollo - spiegano le associazioni - ma abbiamo fiducia nell’adesione dei singoli commercianti". Qui il link al progetto: (http://famiglie-rifiutizero.blogspot.it/2018/03/disimballiamoci-negozi-rifiuti-zero.html#more).
Vediamo nel dettaglio quali azioni virtuose, da quelle minime a quelle extra, si possono mettere in pratica per tipologia di attività.
I bar, le gelaterie e i pubblici esercizi in generale, possono aderire al progetto inoltrando una domanda online e impegnandosi a mettere in pratica azioni virtuose, minime, obbligatorie, ma anche azioni ulteriori e facoltative. Tra le azioni minime c’è l’obbligo di utilizzare i sacchetti biodegradabili o di stoffa e riusabili, utilizzare i bidoni per la differenziata sia per uso interno sia per i clienti, non servire acqua nelle bottiglie di plastica, ma solo da bottiglie di vetro, dal rubinetto oppure dagli erogatori. Come azioni ulteriori da mettere in pratica il Regolamento prevede che non vengano utilizzate per il caffè le cialde monodose, ma che si usi il caffè macinato in grani oppure le cialde biodegradabili. E per quanto riguarda lo zucchero l’azione ulteriore richiesta a chi aderisce al progetto è quella di utilizzare un dosatore per lo zucchero al posto delle bustine monodose. Rientra tra le azioni ulteriori anche l’utilizzo di coppette o contenitori da asporto compostabili. Come azione extra troviamo il vuoto a rendere per acqua minerale e birra, azione in linea con il progetto sperimentale nazionale introdotto con il D.M. del Ministero dell’Ambiente n. 142/2017.
Secondo il Regolamento i negozi che vendono prodotti alimentari aderendo al progetto possono mettere in pratica, oltre all’obbligo di legge di distribuire buste a norma o di stoffa riusabile, azioni minime come invitare i clienti a portarsi da casa le buste riutilizzabili e a fornire contenitori biodegradabili per l’asporto. Ma anche azioni ulteriori come la possibilità di vendere prodotti sfusi, alla spina, o azioni extra consentendo il vuoto a rendere.
L’adesione al progetto prevede un sistema di incentivi per gli esercizi commerciali. Ne giova certamente l’immagine dell’attività che aderendo potrà attaccare e rendere visibile la vetrofania con il nome del progetto “Disimballiamoci! Verso i Rifiuti Zero” con i bollini che corrispondono alle azioni messe in pratica. Ma non è tutto. L’esercizio commerciale che aderisce e adotta le azioni avrà anche uno sconto sulla parte variabile della TARI che va dal 5% al 15%.
Il Regolamento prevede anche un sistema di sanzioni e controlli sulle attività che aderiscono e che possono rinnovare l’adesione anche tacitamente. Il controllo viene affidato al Comitato di Progetto - che per le istruttorie e gli atti amministrativi può contare sugli uffici comunali - presieduto da un Coordinatore e 3 membri, si riunisce 1 volta all’anno, valuta le adesioni al progetto e controlla se gli aderenti mettono in pratica le azioni che hanno sottoscritto. In caso di difformità il Comitato emette una contestazione che può comportare l’applicazione di alcune sanzioni e tra queste: la rimozione della vetrofania, il divieto di pubblicizzare l’adesione al progetto e l’inibizione della domanda nei 3 anni successivi.
Tra i compiti dell’Amministrazione comunale e delle Associazioni ambientaliste rappresentative della società civile c’è anche la promozione dell’iniziativa attraverso una campagna di comunicazione che utilizzerà le risorse disponibili nel Piano economico e finanziario del servizio