Torino. La Regione Piemonte contraria al trasferimento di Barattolo a TNE
Il consigliere regionale Marco Grimaldi (SI-LeU): "Dopo l’intervento del vescovo Nosiglia, anche la Regione ha preso parola contro il trasferimento"
05 April, 2018
Sabato 31 marzo 2018 Alberto Unia, assessore all’Ambiente del Comune di Torino, ha accompagnato l’arcivescovo Cesare Nosiglia in un sopralluogo al mercato di libero scambio. “Mi voglio rendere conto di persona della situazione” ha detto Nosiglia che aveva chiesto espressamente di visitare Barattolo. Nel frattempo la Regione Piemonte interviene sull'eventuale trasferimento del mercato di libero scambio ipotizzato dal Comune di Torino. «Siamo venuti a sapere casualmente di questa ipotesi - attacca ora l’assessora regionale Giuseppina De Santis -. È bizzarro, visto che Tne è una società detenuta a quote paritarie da Comune e Regione (il 48,86% ciascuno, cui va aggiunto il 2,28% di Fca, ndr). Noi siamo contrari. E le decisioni vanno prese insieme» si legge sul quotidiano La Stampa. Sulla questione, e sull’eventuale trasloco (che al momento pare sempre più in dubbio), è intervenuto anche il consigliere regionale Marco Grimaldi con una nota: Grimaldi (SI-LeU): Regione contraria all'uso di TNE. Ora il Comune blocchi il trasferimento del mercatino di libero scambio - nota stampa 04.04.2018
Tuttavia, l’area individuata per il trasferimento ospita TNE (Torino Nuova Economia), società partecipata al 48,86% dalla Regione Piemonte tramite Finpiemonte, che nei piani del Comune avrebbe concesso uno spazio al libero scambio. L’Amministrazione torinese ha formulato la sua ipotesi senza aver consultato gli altri soci di TNE, fra cui la Regione.
Non solo, il Comune ha proposto il trasferimento chiamando in causa anche il riordino del regolamento regionale. Eppure, durante una recente seduta del Consiglio Regionale, Grimaldi aveva chiesto precisazioni sulla Legge Regionale n° 16 di riordino dell'ordinamento regionale, approvata il 31 ottobre 2017, e sulla sua applicazione alle aree di libero scambio. In quella sede era stato appurato che la norma esclude dal nuovo riordino le aree di libero scambio, ovvero quei luoghi in cui gli operatori non professionali (senza una licenza commerciale) possono vendere e scambiare oggetti usati.
“Diciamo da tempo che ogni ipotesi di allontanare dagli occhi l’esperienza del libero scambio è scellerata. Lo sradicamento dal cuore della città (dove da sempre l’afflusso di persone ha favorito l’integrazione fra il mercato di Porta Palazzo e l’intera area del Balon) di una pratica consolidata, nata più di cento anni fa e regolamentata dal 2000, rischierebbe di decretarne la fine” – dichiara il Segretario di Sinistra Italiana Grimaldi. – “Ora il Comune faccia marcia indietro e rispetti almeno il pronunciamento della Regione”.