Sacchetti bio, Confcommercio contro il Codacons ma ‘confonde negozi tradizionali e distribuzione’
Per Confcommercio le ‘percentuali di mancato rispetto della normativa fuori dal mondo’ ma il Codacons ribatte ‘parole inqualificabili, confonde negozi tradizionali e distribuzione’
11 May, 2018
Duro botta e risposta tra Confcommercio e Codacons sul tema dei sacchetti bio, a innescare la querelle è stato il monitoraggio condotto dall’associazione dei consumatori sul rispetto, da parte di ambulanti e frutterie, della nuova legge sui sacchetti biocompostabili entrata in vigore il 1° gennaio 2018.
La ricerca, come spiegato dal Codacons, è stata condotta in 15 città italiane (Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Catania, Bari, Senigallia, L’Aquila, Cagliari, Reggio Emilia, Padova e Trieste) analizzando i sacchetti della spesa utilizzati da 300 banchi di mercato e 100 frutterie su strada. Da tale indagine è emerso come la percentuale più alta di irregolarità si riscontri presso i mercati locali, con il 72,1% dei banchi che utilizza sacchetti di plastica non biodegradabile e quindi non in regola con la normativa vigente entrata in vigore lo scorso 1 gennaio. Presso le frutterie la percentuale di irregolarità scende al 67%”.
“Il vero problema è la mancanza di controlli sul territorio – affermava il presidente Codacons Carlo Rienzi presentando l’indagine– “Prima si introduce una legge che rivoluziona la spesa, ma poi non si effettuano le dovute verifiche per accertare che tutti si adeguino alle nuove disposizioni. Una situazione che determina danni sia sul fronte ambientale che su quello tributario, considerato che i sacchetti irregolari spesso sono venduti in nero. Scarsa anche l’informazione resa agli utenti sul tema, al punto che il 73% dei cittadini non saprebbe riconoscere uno shopper non a norma e il 34% che dichiara di non essere a conoscenza delle novità introdotte lo scorso 1 gennaio” – aveva concluso Rienzi.
La risposta della Fida-Confcommercio
"La norma sui sacchetti biocompostabili per gli alimenti sfusi, che sta decisamente penalizzando il reparto ortofrutta da inizio anno, è sbagliata e lo diciamo da mesi; ma continuare a rinfocolare la polemica, come sta facendo il Codacons in queste ore, di certo non aiuta": lo dice Donatella Prampolini Manzini, presidente FIDA (la Federazione Italiana Dettaglianti dell'Alimentazione di Confcommercio-Imprese per l'Italia) e vicepresidente Confcommercio, riferendosi alle iniziative recenti della nota associazione consumeristica. “Nell'indagine resa nota dal Codacons in questi giorni –spiega Prampolini Manzini- si dichiarano percentuali di mancato rispetto della normativa, fuori dal mondo, con l'unico effetto di continuare a puntare i riflettori su un tema sul quale si deve lavorare in maniera seria e senza inutili allarmismi. FIDA-Confcommercio chiede da sempre che vi sia la possibilità di non far pagare il sacchetto al consumatore, ma nel frattempo i propri associati si sono adeguati sostituendo già dal primo gennaio i sacchetti in uso”.
"Sventolare percentuali di mancato rispetto della norma superiori al sessanta per cento –continua Prampolini Manzini- non sta né in cielo né in terra. Certamente qualche furbetto ci sarà, ma si tratta di casi sporadici. Chi ci guadagna in questo continuo polemizzare? Non di certo i consumatori e nemmeno i negozianti. I negozi tradizionali utilizzano quasi tutti i sacchetti di carta, esclusi dalla normativa in questione, mentre la distribuzione moderna si è tutta adeguata. Se pertanto i dati diffusi potessero essere equivocabili o tali da generare fraintendimenti non esiteremmo a chiedere i danni di immagine per la categoria". "Una volta per tutte –conclude Prampolini Manzini- cali il silenzio e si lavori seriamente per correggere le storture evidenti di questa norma. Non sarebbe meglio per tutti supportare la richiesta, che già FIDA-Confcommercio ha avanzato, di rendere questi sacchetti gratuiti invece che puntare a creare sulla questione uno stato di polizia sollecitando controlli e sanzioni quando la normativa è ancora confusa e ingestibile?".
La replica del Codacons
“La
presidente Fida Donatella Prampolini Manzini, non sapendo come
difendere i propri associati, sceglie di insultare i consumatori con
parole inqualificabili e quelle si, fuori dal mondo, ma nel farlo
commette un
errore e confonde negozi tradizionali e distribuzione,
che non erano oggetto di indagine del Codacons, con i banchi di
mercato e le frutterie di strada, unici esercizi presi in
considerazione dalla nostra ricerca
– spiega il presidente Carlo
Rienzi
– è
evidente
che Fida-Confcommercio non ha minimamente letto l’indagine
Codacons, e per tale motivo invitiamo il suo presidente a prendere
visione dei risultati
del nostro monitoraggio, così da rendersi conto, prove alla
mano, della veridicità dei numeri emersi, che non a caso sono ora al
vaglio delle Procure competenti”.
“E
dopo che avrà letto il nostro studio ci aspettiamo le scuse formali
da parte di Donatella Prampolini Manzini e un maggiore rispetto per
le sacrosante iniziative dei consumatori che non sono certo contro i
commercianti, ma per migliorare le lacune della nuova normativa sui
bio-shopper”
– conclude Rienzi.