Ecodesign: il Parlamento Ue spinge per includere anche gli smartphone nella direttiva
L’estensione della direttiva consentirà di migliorare l’efficienza energetica, che i prodotti siano progettati in modo ottimale e che i metalli rari al loro interno vengano riciclati. Attualmente viene riciclato solo tra l’1 e il 5% dei metalli rari utilizzati nell’industria dei telefonini, come tungsteno, cobalto, grafite e indio
05 June, 2018
Prosegue l'impegno del Parlamento Europeo per la transizione verso il modello dell'economia circolare, in cui materiali e prodotti vengono riutilizzati, riparati e riciclati il più a lungo possibile. Nella relazione adottata il 31 maggio 2018 dalla seduta plenaria, gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione europea di ampliare la gamma di prodotti che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile. Tale direttiva ha come obiettivo quello di rendere prodotti come caldaie, computer e elettrodomestici più efficienti sotto il profilo energetico fin dalla fase di progettazione. La relazione è stata portata attraverso i passaggi parlamentari dalla deputata belga dei Democratici e liberali Frédérique Ries.
Gli eurodeputati vogliono estendere l’applicazione dei principi della direttiva anche ai telefoni cellulari. Attualmente il consumatore medio europeo acquista un nuovo telefono cellulare ogni due anni. L’estensione della direttiva consentirà di migliorare l’efficienza energetica, che i prodotti siano progettati in modo ottimale e che i metalli rari al loro interno vengano riciclati. Le regole prevedono inoltre che le batteria si possano facilmente rimuovere e sostituire. Attualmente viene riciclato solo tra l'1 e il 5% dei metalli rari utilizzati nell’industria dei telefoni cellulari, come tungsteno, cobalto, grafite e indio.
La relazione invita ad andare oltre la sola efficienza energetica e a considerare anche tutti le altre caratteristiche di un prodotto che hanno un impatto sull’ambiente: composizione, durabilità, smantellamento, riparabilità e riciclabilità.
L’80% dell’inquinamento ambientale e il 90% dei costi di produzione sono il risultato di decisioni prese nello stadio di progettazione del prodotto. A luglio 2017 il Parlamento ha adottato una relazione in cui chiede di stabilire degli standard minimi di durata dei prodotti e di affrontare il problema dell’obsolescenza programmata.
Cosa significa progettazione ecocompatibile o ecodesign?
Per alcune categorie di prodotti sono previsti dei requisiti minimi relativi al risparmio energetico (specifiche per la progettazione ecocompatibile) senza i quali non è possibile immettere i prodotti sul mercato europeo.
I produttori sono obbligati a ridurre il consumo di energia e altri impatti negativi dei prodotti sull’ambiente fin dalla fase di progettazione. Tutto ciò contribuisce a evitare l’insorgere di ostacoli al commercio, aumentare la qualità del prodotto e migliorare la tutela dell’ambiente.
Attualmente tra i prodotti che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva vi sono, ad esempio, caldaie, computer e elettrodomestici. La politica sulla progettazione ecocompatibile farà risparmiare alle famiglie €490 in bollette energetiche entro il 2020. Le specifiche per la progettazione ecocompatibile sono completate dagli obblighi in materia di etichettatura energetica dei prodotti.
Consulta la lista completa dei prodotti a cui si applica la direttiva