Lega Navale Italiana e Greenpeace insieme contro la plastica nel mare di Ostia
Domenica 24 giugno si svolgerà “Più Mare, Meno Plastica”, in collaborazione tra la Sezione Universitaria della Lega Navale Roma Tre Sud Ovest e i Volontari del Gruppo Locale di Roma di Greenpeace.
23 June, 2018
Due imbarcazioni dei Soci della Lega Navale Italiana salperanno dal Molo di Soccorso del Porto Turistico di Roma per svolgere attività di ricerca e sensibilizzazione: a bordo ci saranno anche i volontari di Greenpeace e alcuni cittadini che si sono offerti di dare il loro contributo. Le uscite si svolgeranno domenica 24 giugno, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.
Gli scopi sono quello di raccogliere testimonianze dirette sull’inquinamento da plastica nei nostri mari e informare l’opinione pubblica su questo grave problema ambientale.
Nel porto, in prossimità del Molo di Soccorso, sarà inoltre presente una postazione in cui verranno fornite informazioni in merito all’inquinamento da plastiche in ambiente marino e la campagna NoPlastic di Greenpeacenonché sul ruolo di ciascuno nel limitarne i danni. Molte saranno anche le attività a tema dedicate ai più piccoli.
A chiusura della giornata presso il Circolo Nautico Tecnomar (via Monte Cadria, 73 Fiumicino) alle 20 sarà proiettato il documentario “Un Oceano di Plastica” che racconta gli studi scientifici sull’inquinamento degli oceani portati avanti da ricercatori dei cinque continenti.
Come è noto la plastica è oramai entrata “pericolosamente” nella catena alimentare, non solo della fauna marina ma anche di quella umana. Secondodati diffusi da Greenpeace nel rapporto “Un Mediterraneo pieno di plastica”, nel Mare Nostrum circa il 96 per cento dei rifiuti galleggianti è composto da plastica. Un problema che purtroppo non interessa solo la superficie marina, dato che rifiuti in plastica sono stati ritrovati fino ai circa 11 mila metri di profondità della fossa delle Marianne, in specie commerciali come tonno e pesce spada e in aree marine protette e remote. Come dimostrano i dati recenti di Greenpeace e CNR, i livelli di contaminazione da microplastiche nel Mediterraneo hanno raggiunto concentrazioni paragonabili a quelli delle “zuppe di plastica” degli oceani.
Considerando che il 90 per cento della plastica prodotta non è stato riciclato è necessario agire alla fonte riducendo drasticamente la quantità di plastica, soprattutto monouso, immessa in commercio.Chi volesse dare il proprio contributo può segnalare a Greenpeace, per tutta l’estate, la presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge, sui fondali o che galleggiano sulla superficie dei mari italiani. Per effettuare una segnalazione basta scattare una foto del rifiuto e, se possibile, fare in modo che sia riconoscibile il marchio e il tipo di plastica di cui è costituito. Le foto vanno inviate tramite Whatsapp al numero +39 342 3711267. Sul sito plasticradar.greenpeace.it si possono consultare i risultati e scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari italiani, a quali categorie merceologiche appartengono, se sono in plastica usa e getta o multiuso e da quali mari italiani arriva il maggior numero di segnalazioni.