Roma, crisi rifiuti: comune e Regione tornano ad accusarsi
Virginia Raggi ha inviato una lettera di fuoco al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, additandolo come il principale responsabile del disastro di Roma e chiedendogli "di assumere tutte le iniziative del caso per individuare impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti"
06 July, 2018
Mentre la situazione rifiuti a Roma si fa sempre più critica, con centinaia di sacchi d'immondizia non raccolti per le strade, gli impianti al collasso e gli accordi per le esportazioni quasi scaduti, il comune e la Regione Lazio continuano a litigare per un'emergenza apparentemente irrimediabile. Ieri, giovedì 5 luglio, Virginia Raggi ha inviato una lettera di fuoco al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, additandolo come il principale responsabile del disastro di Roma e chiedendogli "di assumere tutte le iniziative del caso per individuare impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti: qualsiasi soluzione che non tenga conto di questa primaria esigenza è da considerarsi inutile, oltre che dannosa, e di ciò non potrà che ritenersi responsabile la Regione Lazio".
Poco dopo arriva la replica di Massimiliano Valeriani, assessore regionale all’Ambiente, che dice: "Sui rifiuti il Campidoglio non dice la verità ai romani e fa un polverone per coprire i suoi fallimenti, basta fare un giro in città. Attualmente il 100 per cento dei rifiuti trattati della Capitale vengono smaltiti in impianti fuori dai confini comunali, vale a dire circa 2.400 tonnellate al giorno. È per questo che voglio esprimere la mia gratitudine ai tanti Comuni del Lazio, che si stanno facendo carico con grande spirito di solidarietà del disagio di Roma nonostante Roma produca il 57% dei rifiuti totali. La sindaca Raggi però chiede alla Regione Lazio di indicare siti e impianti, vale a dire discariche, Tmb e termovalorizzatori, dove conferire i rifiuti indifferenziati di Roma. L'Amministrazione capitolina, dunque, non è contraria agli impianti di smaltimento degli scarti non riciclabili, semplicemente non li vuole all'interno dei confini comunali. Una strategia furba ma poco rispettosa verso le altre comunità del Lazio. Molti Comuni laziali, infatti, hanno raggiunto oltre il 70 per cento di raccolta differenziata, a Roma, invece, la differenziata raggiunge appena il 44%, mentre il piano industriale dell'Ama prevedeva di arrivare nel 2018 al 55%: ben undici punti percentuali in meno. Spesso parlano di autorizzazione per due centri di compostaggio da parte dell'Ama che sono progetti importanti, ma questi impianti di trattamento dell'umido non avranno alcun impatto sulla riduzione dell'enorme volume dei rifiuti indifferenziati della città. Questi sono i fatti e i numeri. La Regione ha avviato l'aggiornamento del Piano regionale, ma per avere una prospettiva di medio e lungo periodo è necessaria la collaborazione di tutte le istituzioni del Lazio, compreso il Comune di Roma. Abbiamo davanti una grande opportunità, ma ogni amministrazione locale deve assumersi la propria responsabilità per garantire un maggiore equilibrio e una reale sostenibilità del carico dei rifiuti fra le varie province. L'obiettivo deve essere per tutti quello dei rifiuti zero e dello sviluppo dell'economia circolare, ma in attesa di raggiungere questo traguardo è fondamentale potenziare la raccolta differenziata e ridurre la produzione dei rifiuti, gestendo in modo efficace la situazione attuale ed evitando la migrazione degli scarti non riciclabili. Noi ci siamo".