Ilva, le novità di ArcelorMittal sul piano ambientale non soddisfano Di Maio ed Emiliano. E Per Peacelink sono un bluff
Per l’associazione ambientalista, presente al tavolo del Mise, l'addendum presentato dalla multinazionale "che dovrebbe segnare un salto di qualità rispetto al pessimo piano ambientale accettato dall’ex ministro Calenda è un bluff. Anzi, nasconde delle sorprese negative che abbiamo l’obbligo di comunicare all’opinione pubblica”
30 July, 2018
"Ho chiesto ad ArcelorMittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale e per me non sono ancora soddisfacenti" ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, al termine di oggi, lunedì 30 luglio, sull'Ilva. Al tavolo i rappresentanti di 62 sigle, tra cui l'acquirente ArcelorMittal, enti locali e associazioni ambientali e di cittadini.
La multinazionale si impegna a raggiungere, entro il 2023, "una riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017". E' quanto si legge nell'addendum proposto e presentato al tavolo. Il piano prevede anche l'impegno, anche per il periodo successivo alla durata del Piano industriale, a mantenere la produzione dell'acciaieria a ciclo integrato ad un livello non eccedente gli 8 milioni di tonnellate di acciaio liquido annue.
"Le proposte di ArcelorMittal sono un piccolo passo avanti assolutamente insufficiente a garantire la salute dei miei concittadini", afferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. "Attendiamo - precisa Emiliano - un nuova reale proposta ArcelorMittal o altrimenti non daremo il nostro assenso".
Secondo Peacelink “attualmente l’area a caldo Ilva costituisce un pericolo per la salute e per l’ambiente e tali impianti sono sotto sequestro. PeaceLink ritiene che l’Ilva vada fermata perché non a norma e per le prescrizioni non rispettate. La legge (art. 29 decies del dlgs 152/2006) prevede il fermo degli impianti non a norma che possono costituire un pericolo per la salute e per l’ambiente e solo grazie al DPCM 29/9/2017 la legge è stata sospesa fino al 2023. Aggiungiamo che il piano di Arcelor Mittal – sulla base della nostra analisi tecnica – potrebbe addirittura portare al peggioramento della già critica situazione ambientale della città di Taranto, alla luce del fatto che viene fornito uno scudo penale alla multinazionale la quale è tenuta a rispettare un piano ambientale scritta da se stessa. Tutto questo avrà un esito che valutiamo catastrofico per Taranto. Lo diciamo non per partito preso ma dopo aver studiato le proposte tecniche di Arcelor Mittal”. A questo link il documento integrale di Peacelink.