Rete ONU: ‘Il rovistaggio non si supera con le multe ma con politiche ambientali e sociali’
Stillo: “Le persone che rovistano normalmente hanno uno status di insolvibilità che rende inefficace qualsiasi sanzione pecuniaria, quindi il rovistaggio va superato coinvolgendole in sistemi più strutturati e formalizzati che tengano conto degli aspetti sociali, ambientali, sanitari e di decoro urbano”
17 November, 2018
“Il rovistaggio può essere superato con efficacia strutturando filiere di preparazione per il riutilizzo dove i beni riutilizzabili vengano messi a disposizione di chi oggi rovista e creando aree di libero scambio perché essi possano essere rivenduti in un regime di piena regolarità e tracciabilità”, questo il commento di Alessandro Stillo, Presidente Rete O.N.U. (Rete Nazionale Operatori dell’Usato), dopo aver appreso del Regolamento di Polizia urbana contro il rovistaggio presentato lo scorso 14/11 dalla Sindaca Virginia Raggi.
“Le persone che rovistano normalmente hanno uno status di insolvibilità che rende inefficace qualsiasi sanzione pecuniaria, quindi il rovistaggio va superato coinvolgendole in sistemi più strutturati e formalizzati che tengano conto degli aspetti sociali, ambientali, sanitari e di decoro urbano”, continua Stillo.
Secondo Rete ONU a Roma esistono almeno 2000 operatori dell’usato informali che si approvvigionano mediante il rovistaggio nei contenitori stradali dei rifiuti indifferenziati, un sistema inefficiente che oltre che a generare problemi di decoro produce anche rischi sanitari per chi concretamente mette le mani nei rifiuti. Ma non va dimenticato che questo fenomeno è il primo anello di un’economia che consente a molte famiglie di sbarcare il lunario e che sottrae migliaia di tonnellate di rifiuti ogni anno allo smaltimento in discarica.
Secondo Stillo “occorre una seria politica di emersione perché il bambino non venga gettato con l’acqua sporca, anche alla luce dei nuovi strumenti che la legge, e in particolare il pacchetto per l’economia circolare, mette a disposizione per la preparazione per il riutilizzo. C’è poi il modello torinese delle aree di libero scambio, recentemente riprodotto anche a Palermo, che consentirebbe di chiudere la filiera in piena regolarità”.
Queste soluzioni sono perfettamente in linea con le proposte di legge sul riordino del settore del riutilizzo incardinate alla Camera dei Deputati lo scorso settembre (Pdl 1065, primo firmatario Vignaroli; Pdl 978, primo firmatario Braga; Pdl 1224, primo firmatario Muroni).
“Rete ONU” - conclude Stillo - “si rende disponibile ad aprire un tavolo di confronto costruttivo con il Comune di Roma per studiare le soluzioni tecniche di cui Roma ha bisogno per superare una volta per tutte il fenomeno del rovistaggio”.