Prima uscita pubblica di ICESP, la via italiana per l'economia circolare
Si è svolta a Roma la prima Conferenza Annuale ICESP, la Piattaforma Italiana per l’Economia Circolare, iniziativa mirror di quella europea ECESP, che riunisce 60 stakeholder di rilievo nazionale provenienti dal mondo delle imprese, delle istituzioni, della ricerca e della società civile
05 December, 2018
Lunedì 3 dicembre a Roma c'è stata la prima conferenza annuale della neonata piattaforma ICESP - Italian Circular Economy Stakeholder Platform – un “network di network” che ha l’obiettivo di creare un punto di convergenza tra iniziative, esperienze e prospettive dell’economia circolare in Italia.
La piattaforma rientra a sua volta nell'ambito della European Circular Economy Stakeholder Platform - ECESP, promossa dalla Commissione Ue e dal Comitato Economico e Sociale Europeo, al cui gruppo di coordinamento partecipa l'ENEA quale unico rappresentante italiano. È stata proprio l'agenzia nazionale per l'energia cheap mlb jerseys from china e lo sviluppo sostenibile a proporre la realizzazione di “un'iniziativa mirror” di quella europea, anche al fine di promuovere il modo italiano per fare economia circolare (Italian way for circular economy).
Nella conferenza di Roma sono stati presentati i primi risultati raggiunti da ICESP, che hanno visto il coinvolgimento di circa 60 stakeholder di rilievo nazionale provenienti dal mondo delle imprese, delle istituzioni, della ricerca e della società civile, attraverso il processo partecipativo avvenuto nei Gruppi di Lavoro (GdL).
Dobbiamo sfruttare la situazione odierna per fare un ulteriore passo avanti”, spiega Federico Testa, presidente dell’ENEA, che chiede oggi meno parole e slogan ma qualcosa di più tangibile “Dobbiamo sporcarci le mani con la possibilità concreta di riuscire a ottenere dei risultati. Per questo motivo abbiamo deciso di dare vita a un’iniziativa mirror di quella europea, perché vogliamo far sì che, attraverso le esperienze di chi partecipa e attraverso l’apertura ai contributi di università, centri di ricerca e istituzioni, più volontà ed energie concorrano a individuare delle strade concrete per poter ‘fare’ economia circolare e non semplicemente parlarne”